La produzione di Günter Roth s'incentra oggi sulla scultura, luogo elettivo in cui portare a compimento un nuovo originalissimo gesto di plasmazione della forma. Proprio per la sua originalità e varietà, l'opera di Günter Roth è apparsa il pretesto ideale per divagazioni - su quella che chiamiamo "arte" senza poterne dare una definizione conclusiva - consistenti in acuti, non di rado provocatori, confronti tra culture d'immagini di varie parti del mondo e di epoche diverse. Il contributo dei creatori occidentali è qui chiamato a interloquire con quello dei cosiddetti Primitivi e con il linguaggio dell'Art brut, l'arte che si oppone alla cultura del logos esclusivo con la sua grezza ingenutià;un tempo considerata non-arte dalla critica, oggi se ne riconosce l'imprescindibile validità. Nel libro la parte scritta, a mo' di "colonna sonora", accompagna una scelta d'immagini che indicano un modo nuovo, insolito, d'intendere l'arte come quel viaggio che permette di vedere l'immaginazione immaginando di vedere. La forza originaria dell'invenzione, che non è semplice effusione o diletto, non rientra nella sfera dell'utilità, è gratuita, perché attiene alla gratia: questo libro prova che, senza, non potremmo vivere. (Francesco Saba Sardi)
Le lezioni di Marino Marini e di Lucio Fontana nell'opera di grande forza inventiva dello scultore tedesco, italiano di adozione
Günter Roth inventa l'inesistente. Nessun ricalco. Nessuna imitazione. Nessun ritorno all'indietro. Ha la capacità di andare oltre. Oltre quel lui stesso che ha prodotto i "valori selvaggi". Capacità resa palese dalla sua scontentezza. Ciò che ha fatto non gli basta. Günter ha forse già scavalcato quel muro giallo del suo cortile. Forse è andato oltre, lui che era in grado di farlo. Ha rischiato. E rischia, facendo a meno delle sicurezze. Nella scultura Roth porta a compimento un nuovo originalissimo gesto di plasmazione della forma. L'opera di Günter Roth va ben oltre ogni nostra considerazione.
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