In epoca inquisitoria, queste sono le note del caso che costituiscono il libro, il testo, il film dell’Italia, dell’Europa, e non solo. Portano un titolo inesorabile: Il gusto dell’onestà. Sono note redatte nello spalancamento della vita da chi è stato preventivamente definito di conclamata e specchiata “carriera criminale”. Questione di scrittura civile, nonostante e attraverso la clausura chiamata detenzione domiciliare. Quando subisci un torto è il destino che ti viene incontro: non il tuo destino, ma il destino della vita nel suo divenire cifra, il destino dell’onestà. Nessuno sfugge all’onestà della vita, nemmeno chi è armato del canone dell’omertà. Togli, dalla vita, l’onestà: e hai l’onestà soggettiva, confessata e professata, l’onestà sociale, hai l’omertà. Il mio statuto non è contemplato dalla convenzione, non è compreso nella prevenzione, non è toccato dal sospetto di pena. È lo statuto della navigazione, lo statuto degli oceani e delle galassie. È lo statuto dell’onestà. In questo libro trovate, convocati nella lettura, soli, lune, aurore, tempeste, il vento, le onde, gli scritti fondatori delle dottrine misteriche di oriente e di occidente, Leonardo da Vinci, Machiavelli, il cardinale Carlo Borromeo, Rousseau, Marx, Nietzsche, Freud, Hitler, i Sonderkommando, Primo Levi, Putin, Xi Jinping, i governi penalpopulisti, le democrature, le Corti europee dei diritti. E altro ancora.
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