La cittadinanza planetaria è la cittadinanza senza più l’idea d’imperium, senza più il canone dell’omertà, senza più il segreto di morte. In questi cinquant’anni di esperienza, io mi sono trovato e mi trovo con la quercia e la luna, con il granito e il mio castello di nuvole, volando con il mio mantello verde seguito da un leone ignoto, io mi sono trovato e mi trovo a instaurare la cittadinanza nuova, la cittadinanza che non sa di resa e di soggezione, che non sa di rassegnazione e di sottomissione; la mia patria è il nomadismo linguistico, la mia cittadinanza è la cittadinanza planetaria, è la cittadinanza della parola originaria, è la cittadinanza della repubblica civile, è la cittadinanza che sta alla partita civile, che sta alle virtù civili, è la cittadinanza che nessuna guerra mondialista può sfiorare, è la cittadinanza che non sa della geopolitica multipolare unitarista, è la cittadinanza che non sa della kenosi e del riferimento ideale, è la cittadinanza che tende al piacere e alla salute, è la cittadinanza senza più canone mercenario, è la cittadinanza fra il patto e l’amicizia, dispositivo del valore della civiltà della vita; la mia cittadinanza è la cittadinanza planetaria, non ha bisogno di un luogo né di un sito, non fa ricorso alle ipostasi e alla mentalità, alla coscienza e all’autocritica, è la cittadinanza libera nel cosmo della parola.
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