La collina del cosmo è la collina della parola. Chi mai può raggiungerla? Chi mai può toccarla? Chi mai può pensarla? La collina del cosmo è la collina nella sua leggerezza e nella sua luce. La collina del cosmo è la collina della festa della vita e della sua celebrazione. La favola la avvolge. La collina del cosmo è la collina pragmatica: è la collina nella sua lingua e nella sua rivoluzione, è la collina della diplomazia e della finanza. La collina del cosmo è la collina della città del tempo e dell’Altro: è la collina senza più kenosi. La collina del cosmo è la collina della poesia, dell’impresa, della politica, della loro scrittura e della loro riuscita, del dispositivo della loro qualificazione. La collina del cosmo è la collina del brainworking civile: è la collina del governo civile della città. La collina del cosmo è la collina della nostra partita, di una partita libera e leggera, della partita dell’ascolto e dell’intendimento. La collina del cosmo è la collina del nostro nobile compito e della nostra missione: è la collina della nostra innocenza e della nostra onestà. La collina del cosmo è la collina senza soggetti, senza pazienti, senza penitenti: è la collina che sfata il cerimoniale dell’androgino trinitario. La collina del cosmo è la collina estranea a ogni dottrina misterica, a ogni demonologia, a ogni epoca: il suo infinito e la sua eternità sono l’infinto e l’eternità del tempo. La collina del cosmo è la collina dove ieri è domani e nulla è mai vissuto. La collina del cosmo è la collina della solidarietà e dell’amicizia. La collina del cosmo è la collina del mito intellettuale. La collina del cosmo è la collina dei soli e delle lune: è la collina del castello di nuvole, è la collina nomade, è la collina linguistica, è la collina immunitaria. La collina del cosmo non manca la rotta e la bussola, non manca la direzione e l’orizzonte: la collina del cosmo è la collina della salute e del piacere.
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