Milano, 21 novembre 1968 Le ricerche del dott. Verdiglione sui Giganti della Montagna di Luigi Pirandello, elaborate in una dissertazione che costituisce, senza dubbio, quanto di criticamente più fondato e di scientificamente più organico si abbia a tutt’oggi sul tema nella ormai copiosissima bibliografia pirandelliana, studiano sistematicamente tutti i problemi dell’esegesi del drammaturgo: dalla storia della poetica al passaggio dalla narrativa al dramma, dalla ipotesi umoristica al processo di proiezione del fantasma poetico nelle strutture teatrali, dall’analisi di lettura alla storia della fortuna scenica e registica, oltre che critica, del mito incompiuto e famoso. L’opera risulta documentata con assidua acribia ed avvalorata da suppletive indagini sulle varianti d’autore, (condotta su documenti sinora inediti), e da un ricco supporto iconografico e cronistico. A tale ampiezza d’impianto corrisponde la varietà e il rigore dei sussidi: dall’indagine di lettura all’inchiesta neolinguistica, con ampia prospettiva sulla biografia, sulla storia esterna ed interna, sulla cronaca delle rispondenze; e una chiamata in causa dei metodi della strutturazione disposti ed utilizzati secondo le esigenze della lettura e della ricostruzione, con una varietà di imprestiti che per la prima volta si incontra nella critica pirandelliana. Si attende che, proseguendo l’indagine, anche in sede di un più organico sfruttamento dei metodi strutturalistici, si tenti una possibile ricostruzione del terzo atto incompiuto, o si confermi che, nonostante la famosa confessione del drammaturgo morente al figlio e i tentativi talora splendidi della regia moderna di compiere l’incompiuta, I Giganti si accettino come redazione in sé compiuta e perfetta.
Prof. Mario Apollonio, professore ordinario di letteratura italiana nella Università Cattolica del Sacro Cuore
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