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L'Arca Ciliegio
Libro
pp. 252
12,91 €
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Può immaginarsi, ai nostri giorni, la fine del mondo sotto una forma diversa dalla guerra nucleare? Quest'Arca sarebbe un rifugio antiatomico, in fondo a una cava abbandonata.
Forse perché i compagni di ventura del narratore sono un venditore ambulante d'insetti immaginari, simbolizzanti il tempo e una coppia di comparse, quest'Arca è uno specchietto per le allodole? Può dirsi altrettanto dell'ultima catastrofe?
Con una fantasia mordace, Kobo Abe mette in scena una curiosa parabola, minuziosamente descritta in uno stile a un tempo estremamente realista e straordinariamente poetico, dove si ritrovano i temi che gli sono cari: l’animalità dell’uomo, l’ossessione del sesso, la mostruosità labirintica della vita sociale, la sparizione del genere umano.
A volte parodistico e a volte onirico, questo romanzo, di grande audacia stilistica, scritto dopo sette anni di silenzio, arriva quando l'autore è candidato al Premio Nobel.
Un romanzo d'avventura che va oltre i canoni del genere inserendo l'elemento parodistico, uno spiccato senso per il tragico e sfocia talvolta nel saggio.
Abe chiude i suoi personaggi in un rifugio antiatomico che, sebbene non si muova, chiama Arca; trasforma il capitano Nemo in un pazzo visionario basso e tarchiato; sostituisce alla scoperta di terre lontane la difesa del proprio territorio in preda all'inquinamento, ai rifiuti, alle nuove malattie.
L'autore, medico e scrittore d'avanguardia, affronta il disastro ecologico a cui stiamo assistendo negli ultimi trent'anni: disastro inteso come degrado ambientale ma anche come crisi dei rapporti umani. Con la sua vena surreale, ironica, dissacrante tra il Kafka de Il Castello e il Samuel Butler di Erewhon, sottolinea la responsabilità di ciascuno verso un pianeta martoriato, mette in discussione la fiducia incondizionata nelle macchine e travolge il lettore con un romanzo indimenticabile.
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