|
|
Il cielo d'America. La pietra e il saguaro
Libro
pp. 110
10,33 €
|
|
Adolescente, mi aveva colpito una frase di André Breton: la bellezza assoluta, scriveva, è indescrivibile. Da lì, invece di descrivere le meraviglie, le riproduceva in fotografia. Allora, avevo provato un disagio. Questo disagio è perdurato in me e, nel corso degli anni, mi dicevo: come si può dubitare della lingua? Nel Cielo d'America. La pietra e il saguaro ho voluto descrivere la bellezza assoluta: il deserto americano. Quello del sud‑ovest, ricco di due elementi emblematici: uno, la pietra i cui luoghi memorabili sono il Gran Canyon, il Bruce Canyon e quella Monument Valley che ho visto quattordici volte; ogni volta scoprendola e riscoprendola, sono caduto in ginocchio…; l'altro, il saguaro, detto anche cactus a candelabro, gigante incredibile per aspetto, forza, splendore, l'albero sovrano del deserto di Sonora.
(Yves Berger)
Attraverso questi due simboli, la pietra e il saguaro, Yves Berger ha concepito un libro come tessuto d'immagini. Romanzo minerale, cantico vegetale, tutto, qui, celebra la felicità di vedere e di perdersi su un territorio che è, per sempre, quello dei sogni e della letteratura.
Il cantico al deserto di Berger: scrittore mohicano di lingua francese
Questo romanzo è un elogio della frontiera, un'ode whitmaniana all'America meno conosciuta. Quella della pietra e del cactus, quella che sa di terra e ombre rosse. Qui non ci sono grattacieli, automobili, quasi non c'è vita. Qui si vede il cielo, l'aquila vola ed attorno solo pietre e silenzio. Un luogo magico, mistico, una faccia dell'America che tendiamo a dimenticare, sopraffatta dalle fatue luci di Hollywood e dai grattacieli di New York.
|
|
|
|
|