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Europa, Europe
Libro
pp. 183
15,49 €
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Saggio di Jacques Attali.
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L'Europa, con evidenza, non esiste. Non è né un continente né una cultura né un popolo né una storia. Non è definita da una frontiera unica né da un destino o da un sogno comuni.
Invece esistono Europe, che sfuggono quando si cerca di afferrarne troppo precisamente i contorni.
L'Europa è il solo continente a non essersi definito attraverso l'esclusione degli altri, ma, per loro felicità o per loro infelicità, dalla loro conquista; il solo a avere seminato, ai quattro venti delle sue ambizioni imperiali, le sue lingue, le sue idee e i suoi uomini. In questo senso, l'ordine del mondo è ancora, per lungo tempo, europeo. Anche se questa penisola improbabile si è vista sostituire nel cuore della Storia da una delle sue creature, l'America, anche se rischia di essere non più che una colonia della propria utopia, l'Europa resterà sempre, nella sua stessa ambiguità – preferirei scrivere 1'Europa(e), per significare questa molteplicità –, la madre di tutte le modernità.
Ho vissuto da vicino quest'ambiguità quando la caduta dell'ultimo impero precapitalista del mondo, emancipando l'Europa(e), la sottometteva interamente all'ordine americano. Da Praga a Londra, da Bruxelles a Mosca, ho visto i dirigenti interiorizzare questa nuova sottomissione nello stesso tempo in cui si disegnava il sogno di una costruzione continentale più libera e più adulta.
(Jacques Attali)
Per Jacques Attali non esiste un'Europa, ma ne esistono molte, caratterizzate dall'ambiguità delle loro frontiere, delle loro espressioni linguistiche, delle loro mire espansionistiche, dei loro modelli economici. Questa ambiguità è la ricchezza dell'Europa, che Attali preferisce chiamare Europa(e).
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