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Buonasera, buonasera
Libro
pp. 192
15,49 €
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Buonasera, buonasera racconta la vicenda di un giovane meridionale che trascorre gli anni dall'infanzia alla giovinezza in un paese dominato dall'antica mafia (quella che non aveva ancora scoperto l'arma da fuoco), con i suoi riti iperbolici e la sua spagnolesca, ora comica ora drammatica, irregolarità dei costumi. dopo crude esperienze, deluso dai rapporti sociali e familiari e da quelli di sesso, il protagonista emigra in un'Italia separata alla ricerca di un nuovo tipo di società. Ma qui ritrova, sia pure sotto altre apparenze, le stesse convenzioni e le stesse credenze arcaiche del paese, tra donne di strada, contrabbandieri di sigarette e librai lussuriosi. S'inventa, allora, una professione: quella del raccontatore di favole, avviando un commercio redditizio che, nell'allegoria, allude all'industria dei media.
Questo è un racconto di vicende fantasiose, imitate dalla vita. Ma vuol essere anche l'allegoria delle cose che non si concludono mai in questo paese, né in pubblico né in privato. Vivete tutti, calabresi e italiani, ricchi e poveri, galantuomini e camorristi, dominanti e dominati, in un groviglio di problemi irrisolti, consolati (o avvertiti della realtà) da fabulatori insipidi. Che Dio vi benedica, paesani miei!.
(Enzo Nasso)
Una storia fantastica che si ispira al reale. Un'allegoria del nostro paese e dei suoi eterni malori
La Calabria ancestrale, con i suoi riti, le sue tradizioni. Una terra che parla d'onore, avulsa al potere costituito ed un giovane che emigra alla ricerca di una terra promessa: l'Italia. Quella che sembrava una meta privilegiata, un luogo dove liberarsi delle vecchie catene si rivelerà uguale alla terra natia. Allo sconforto segue l'impresa e il giovane sfrutterà la situazione trasformandosi con successo in narratore di favole, una nuova professione che ricorda da vicino l'industria dei media.
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