Il dispositivo intellettuale, in cui ciascuno trova il suo statuto, trae le cose, parlando, narrando, facendo, scrivendo, alla qualità. Per Enzo Nasso, regista unico, molto più che giocatore, per nulla prestigiatore, gli effetti della qualità, cioè la verità e il riso, sono tanto irrinunciabili quanto insignificabili. A essi si rivolge il suo testo. A essi si rivolge la sua vita, cioè la sua parola. Enzo Nasso si trova in statuti differenti e vari a seconda dei dispositivi narrativi e scritturali che s'instaurano: giornalista, vignettista, novelli ere, pittore, scultore, cineasta, romanziere, artista, poeta, promotore e sponsor di uomini e donne d'ingegno, educatore di grandi maestri. Enzo Nasso è scrittore. Scrittore dell'esperienza. Scrittore della vita. Scrittore dell'esperienza di vita, che è la parola originaria. Scrittore dell'arte e dell'invenzione, del romanzo, del cinema, del teatro, della pittura, della scultura, della narrazione. Enzo Nasso non va qualificato come romanziere o come artista o come giornalista o come poeta o come cineasta, ma come scrittore del romanzo, dell'arte, della poesia, del cinema, del giornalismo. Scrittore intellettuale. L'intellettuale. Enzo Nasso dà un contributo essenziale alla civiltà. Leggete le opere che sono contenute in questo libro d'arte. Qualsiasi ricordo questa o quella riproduzione vi evochi è fuorviante. Queste opere non costituiscono il ricordo dell'arte, ma la sua scrittura e la sua lettura. Gli smalti, i corazzieri cui rispondono le filastrocche, i collages, i decollages, i ritratti, le sculture: ciascuna cosa si scrive procedendo dall'ironia e dalla sua variante, la satira, per trovare come, con la firma e per la via stessa del nome, il corpo e la scena si combinano nella cifra, intersezione del simbolo e della lettera. Oltre il virtuale. |