Invece di localizzarsi nella fabbrica o nell'ufficio, l'industria è la struttura originaria della parola. Qualsiasi visione del mondo ha cercato di dominarla finalizzandola. Qualsiasi regime politico ha cercato di controllarla. L'industria dice dell'impossibilità della paralisi e dell'imprescindibilità dell'invenzione e dell'arte dall'atto. L'era industriale ha ancora da venire. E il passaggio dal cosiddetto mondo della produzione al cosiddetto mondo dell'organizzazione come può rappresentare un passaggio verso la deindustrializzazione se l'organizzazione costituisce una nota dell'industria, quasi liminare rispetto all'industria anziché successiva? Nell'industria che dimostra come si svolge e come funziona l'inconscio, la logica, si scrive ciascuna conversazione. La tecnica e la macchina costituiscono due aspetti dell'industria: arte e cultura, gioco e formazione, terapia e invenzione, cammino e percorso. Se sprovviste dell'industria, la tecnica viene trasformata in una logìa e la macchina in strumento tanatologico. Entro il discorso della festa. (A. V., 1983) |