E la calunnia s'impianta nella scena culturale al posto dell'etica: sotto nuove forme, proclamata dalle tribune desta meraviglia ogni volta come scrive Solženicyn. Ciò in cui mi sono provato in questi otto anni trovando qua e là il tono e provocato dal sembiante a questo rischio, non alleggerito dal fatto di non essere il solo, è l'introduzione della psicanalisi. Un'introduzione non esente da abduzione. In un movimento che in Italia resta il solo a avere dato un seguito a Freud. Senza la metafora del porto. Senza lasciar passare quel provincialismo che si è sempre avvalso d'importazioni per riconoscersi nazionale e circolare giocondamente con il suo piccolo marchio, con il suo sigillo d'integrità. Fruttando un passaporto e la partecipazione al passe-partout. Nessuna obiezione è stata in otto anni rivolta a quel che scrivo o alla mia pratica. Mi è stato opposto il razzismo. In tutte le innumerevoli calunnie. Mi è stata opposta una tanto vile quanto indegna critica inquisitoriale da parte di tutti coloro che si sono sentiti mancare la terra sotto i piedi. O sono stati disturbati da un certo fare. Nella loro omertà. Nel loro comunquismo ignorantista. Nel loro provincialismo. Nelle loro officiature patriottiche. E la vicenda dell'impatto del mio discorso sulla scena culturale italiana risulta quanto mai significativa. Molte volte a proposito del fare in cui m'imbatto e che non può essere misurato né predisposto all'uso di nessun delfino - partito, maestro o parlamentare che sia - i nostri archeologi hanno cercato di respirare l'aroma delle loro tombe per poter vedere, metempsicotici re Mida, vecchio tutto quel che accade. Adattato alle loro mani che malauguratamente non è riuscito, proprio no, a rispettare. E quel che mi sono trovato a fare tratto da quel che Eraclito chiama demone non è mai stato e non ha da essere di moda anche se non è mancato il militante di turno di un gruppo conservatore a denunciare la moda sul modello di un sapere partecipabile. Consolandosi nella convinzione che il mito sia una logìa, che la certezza e il servizio vadano preferiti alla causa di verità e che la disciplina di gruppo basti a dispensarsi dal sembiante. Dall'a-sociazione. Confermandosi nel principio dell'illegalità e della messa all'indice: psychanalytica sunt, non leguntur. Non al di là di quel precetto che vincola il fare alla logica del debito. Non al di là del criterio dell'azione e della finalizzazione sotto l'idea del bene: bonum faciendum malum vitsandum. Spesso ossequioso all'omertà che ordina semplicemente di non fare. In un'attesa della fine del tempo. (Armando Verdiglione) |