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Antimo Negri
Discorso sopra lo stato presente degli italiani
Collana:
l'alingua
pp 569 30,98 €
Anno pubblicazione: 2000
ISBN: 9788877705617
In occasione dei dibattiti svolti durante le celebrazioni del bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi, iniziate nel 1998 e protrattesi fino alla fine del 1999, in merito all'attualità o inattualità del sommo poeta e di un suo scritto in particolare, pubblicato postumo, Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl'italiani (1906), Antimo Negri si interroga sui cambiamenti occorsi tra gli italiani del risorgimento, quelli che fecero l'Italia, e gli italiani di oggi, che, forse, in un'Italia già "fatta", non sono ancora riusciti a "farsi" italiani. |
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Quando abbiamo imparato a leggere meno il Cuore e più il Pinocchio, abbiamo anche cominciato a liberarci dall'immagine, oleograficamente risorgimentista e retoricamente fascista, di un'Italia "cordialmente" ormai "una e indivisibile", e a scoprire un paese individualisticamente regionalista, "fatto" di italiani che restano nipotini dell'"uomo del Guicciardini", sempre legati al "particulare", ciascuno dei quali "fa tuono e maniera da sé" (Leopardi).
Un'altra Italia – la quarta? – nata dallo "spirito della resistenza" e dal patto dell'"unità antifascista"? Le vicende dell'Italia repubblicana, in queste pagine seguite anche indulgendo alla cronaca, accendono una riflessione sul destino del nostro Stato-nazione, ormai in Eurolandia e dentro il mercato globale. Al centro di questa riflessione la maturata sfiducia in una composizione dialetticamente equilibrata tra le ragioni del liberalismo e/o del liberismo e le ragioni del socialismo, e, di conseguenza, la constatazione, non rassegnata, del prevalere, anche nel nostro Paese, dell'"economico" sul "politico", quand'anche non sul "morale" o sull'"etico". Ma tant'è: il trionfo dell'"economia" sulla "politica" – o sulla "morale" o sull'"etica" – è ormai un fenomeno mondiale. Quando la cronaca delle vicende della nostra vita repubblicana cede il posto alla riflessione che essa stessa accende, avanza una domanda di fondo: sanno, i nostri politici di professione, che quotidianamente si accapigliano nello Stato-nazione come in un'arena periferica del mondo con l'intenzione, mai coronata dal successo, di salvaguardare la democrazia, che il loro mestiere è al tramonto?
No, questo libro non è riuscito a essere solo un pamphlet. Non poteva essere solo questo, soprattutto perché lo Stato presente degli italiani è lo stato presente di un mondo, in cui i nipotini dell'"uomo del Guicciardini", in quanto homines oeconomici, sono, molto probabilmente, quelli che in esso potranno trovarsi più in agio, perché, in un'epoca di irresistibile transnazionalismo, possono cantare, come i gloriosi anarchici di un tempo: "la nostra patria è il mondo intero". La patria, del resto, l'hanno già perduta, o non l'hanno mai avuta.
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Prefazione
1. Si può governare democraticamente il popolo italiano?
2. Leggendo il rapporto Censis 1999 sulla situazione sociale del Paese
3. L'italiano resta l'"uomo del Guicciardini", individualista nel "villaggio globale"
4. E, anche con il risorgimentismo fascista o con il fascismo risorgimentale, non c'è popolo, non c'è nazione
5. L'individualismo italico e il fallimento dell'economia corporativa
6. L'Italia unita che si disunisce: morte e resurrezione dell'individualismo regionalista
7. L'Italia deamicisiana del Cuore e l'Italia collodiana del Pinocchio
8. E, con la "strage delle illusioni" politiche, si scopre anche l'Italia di Leopardi
9. Riformare o "costituire" di nuovo?
10. Un'immagine efficace e suggestiva di Costituzione: la veste costituzionale
11. L'ideologia dello "spirito della resistenza" e la costituzione dell'"unità antifascista"
12. La costituente, la costituzione e la repubblica del primo compromesso storico
13. Dal "compromesso storico" togliattiano al "compromesso storico" berlingueriano e alla "tattica del baratto" di fine "prima Repubblica"
14. Come e perché, nella nostra Repubblica, la partitocrazia ha ucciso la democrazia
15. I partiti fondano "Tangentopoli" e incappano in "Mani pulite"
16. "Mani pulite" non riesce a "pulire" il nostro Paese. E continua il conflitto tra politica e giustizia
17. Il Pci accelera la sua muda ideologica ed entra nel Palazzo
18. Il Pci, ormai Ds (Democratici di Sinistra), compie la sua muda ideologica ed esprime il suo primo Presidente del Consiglio
19. Il destino italiano del socialismo o il destino del socialismo italiano
20. La democristiana "moltiplicazione dei pani" partitici. Dal "cattosocialismo" al "cattoliberismo"
21. La muda ideologica del Msi (Movimento Sociale Italiano) in An (Alleanza Nazionale) e le piroette federal-secessionistiche della Lega Nord
22. E il cavaliere Silvio Berlusconi "scende in campo"
23. E se questa è democrazia
24. La raffica referendaria radicale e il crollo dei sindacati
25. Lo Stato degli italiani: gennaio 2000
- Tra coalizioni labili e difficile bipolarismo: il problema della governabilità
- L'obiettivo dialettico non raggiunto: il socialismo liberale. La perdita di identità della Sinistra e la fine della politica
26. Verso le elezioni regionali del 16 aprile: l'Italia si divide nelle Regioni-Stati o negli Stati-Regioni
Conclusione. L'Italia delle Regioni-Stati e la crisi della Sinistra
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