Attraverso questo saggio si possono acquisire alcuni temi essenziali di due percorsi filosofici – quelli di Edmund Husserl (1859‑1938) e di Ludwig Wittgenstein (1889‑1951) – fondamentali per la filosofia e la cultura contemporanee, e si possono confrontare questi percorsi secondo una nuova ipotesi interpretativa: leggendo, cioè, Husserl alla luce della filosofia analitica del linguaggio e della logica, e reperendo in Wittgenstein, che sta alla base della svolta linguistica in filosofia, questioni proprie della fenomenologia husserliana. Nel libro, l'autore esplora in quale modo entrambi i filosofi siano stati influenzati da Frege, sia per quanto riguarda la critica allo psicologismo sia per la fondazione della logica. Con questa elaborazione, inoltre, l'autore avvicina la filosofia continentale a quella anglosassone e mette in rilievo il significato della svolta linguistica in filosofia. A tessere il filo della nuova ipotesi interpretativa, esposta nel libro, è una serie di domande intorno all'intenzione: quando un atto è intenzionale e dove poggia l'intenzione? Sull'oggetto o sulle relazioni che intervengono parlando? Come si esplica la relazione intenzionale? La stessa fenomenologia di Husserl interviene qui come una teoria dell'intenzionalità. L'elaborazione dell'Autore investe anche i classici problemi ontologici, che così vengono riformulati alla luce della logica. |