Il libro racconta il terribile naufragio che nel dicembre del 1431, al largo della Norvegia, coinvolse una nave mercantile veneziana, causando la morte di quasi tutto l'equipaggio. Il fatto, storicamente accertato, costituisce il primo contatto documentato tra la Repubblica di Venezia e i paesi dell'estremo Nord europeo, frequentato all'epoca solo dagli Anseatici, e, sessant'anni prima di Colombo, con il misterioso oceano occidentale. Nel racconto, il fatto storico s'intreccia con la vicenda umana di Bernardo di Cagliere, nocchiero della nave, travolto dall'evento nella sua vita privata, uscendone infine arricchito umanamente e spiritualmente. Dal tragico evento derivò anche una curiosa conseguenza nella cultura alimentare veneta: poiché le isole ove avvenne il naufragio erano (e sono tuttora) la patria del merluzzo, i superstiti ne riportarono in patria alcuni esemplari, avviando un importante scambio commerciale tuttora periodicamente rievocato a Sandrigo (in provincia di Vicenza, la patria del merluzzo alla veneta).
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