Questo libro è un'analisi della mitologia che ha tenuto bloccata l'Europa nella grammatica – la grammatica dello spirito europeo – del purismo e del radicalismo, vale a dire nella grammatica della padronanza sulla parola, della soggezione della parola al canone della conoscenza, dell'apocalisse, della rivelazione, dell'illuminazione, della redenzione, del giudizio finale.
L'autore constata come siano sorti così – in tutte le religioni e le ideologie – gli standard grammaticali della creatura e del creatore, del soggetto e dell'assoggettamento, dello schiavo e del padrone, dell'amico e del nemico, della vittima e del tiranno. E verifica come le idee di evoluzione e di progresso risultino funzionali alla circolarità dello standard grammaticale per eccellenza: conoscere e conoscersi per tornare alla propria origine, per essere se stessi, per essere padroni di sé e quindi dell'Altro. Questa mistica dell'origine ha tessuto tutte le teosofie, le antroposofie, le ideosofie, che hanno assunto, di volta in volta, le forme di governo della teocrazia dell'antropocrazia, della ideocrazia.
Chi ha avallato questa mistica dell'origine, del ritorno alla purezza? Chi ha fornito con le sue idee e i suoi scritti la giustificazione dei fondamentalismi, dei totalitarismi, degli stermini in nome di un bene ideale convenzionale, deciso dalla casta politica, burocratica, medico-sacerdotale? Indagando i testi diffusi nelle antiche comunità iniziatiche (greche, egizie, ebree, arabe, mesopotamiche, indiane, dell'estremo oriente), analizzando le opere dei filosofi e dei teologi, dagli ermetici ai sofisti a Platone, Aristotele, Filone, Agostino, Tommaso, Böhme, via via fino a Cartesio, Rousseau, Kant, Hegel, Marx, Gentile, Heidegger, ai teosofi Corbin, Gilson, Maritain, agli scienziati come Gödel e Heisenberg, non trascurando le opere di Hitler e di Lenin, di Mussolini e di Gramsci, nonché di Freud e di Lacan, questo libro documenta, tra l'altro, l'avallo ideologico e politico degli intellettuali, delle società iniziatiche, dei governi europei al fondamentalismo della dhimmitudine, della sottomissione islamica, rilevando nella mistica dell'origine, del nulla e della morte il filo rosso che li unisce nell'odio contro la modernità e la libertà della parola. |