Il vento è arrivato con la ricerca, con la poesia, con l’impresa, con la guerra intellettuale. È arrivato nonostante le avversità e le insidie, nonostante le calunnie e le infamie: è arrivato con le occasioni e con le opportunità, con l’azzardo e con il rischio, con l’occorrenza e con la scommessa. Il vento pervade le nostre case e le nostre città, il nostro castello di nuvole e la nostra flotta di aquiloni. Pervade le regioni dell’intersettorialità e dell’internazionalismo. Il vento non lascia perdere, non lascia passare. Non è il vento del minimo, del comune, dell’ultimo, del ritorno. Non è il vento della transizione e della mediazione. È il vento del gerundio e del suo dispositivo, del processo linguistico e del servizio intellettuale. È il vento della qualificazione. Il nostro vento non ci ha mai abbandonati. Il nostro vento stava con noi, quali che fossero le circostanze. E noi stiamo al nostro vento. Noi stiamo al vento della civiltà della vita. Noi sentiamo il vento della notte, sentiamo il vento del giorno, sentiamo e udiamo il vento dell’aurora. Noi seguiamo il vento e l’onda. Noi stiamo alla direzione del vento e dell’onda. Nessuno sa dove sia l’orizzonte. Nessuno può stare a guardarlo, a scrutarlo, a osservarlo. Nessuno può contemplarlo. L’orizzonte non si pensa e non si comprende. Ciascuno si trova, dinanzi, oltre lo scenario, l’orizzonte. Il vento, il soffio e il respiro hanno, dinanzi, l’orizzonte. Dell’orizzonte nessuna idea e nessun concetto. L’orizzonte esula dal precetto e dallo standard, dal protocollo e dalla formula ermetica. E non si lascia raggiungere dall’immaginazione e dalla credenza. Prescinde dall’opinione comune. Prescinde dal criterio di accettabilità. Prescinde dalla correttezza ideale. Nessuna statistica contempla l’orizzonte. L’orizzonte è estraneo al canone dell’omertà e al principio del nulla. Con l’orizzonte dinanzi, nulla è perso. Con l’orizzonte dinanzi, nessuna idea di fine del tempo. Con l’orizzonte dinanzi, nessuna promessa di sconfitta della morte. In ciascun tratto di questi cinquant’anni, noi avevamo, dinanzi, l’orizzonte. Noi, oggi, abbiamo, dinanzi, l’orizzonte. Il nostro vento e la nostra onda hanno, dinanzi, l’orizzonte. |