Per la prima volta un congresso internazionale di psicanalisi affronta la questione sessualità e politica, non considerato del resto neanche nei testi di psicanalisi se non sotto l’aspetto psichiatrico, giudiziario, psicologistico, nei termini di una disciplina sociale del corpo in funzione produttiva e riproduttiva. Per la prima volta la pratica stessa di un congresso ruota attorno a una questione scottante per le sue molteplici implicazioni scavalcando e mettendo radicalmente in discussione una logiça istituzionale, come qualsiasi privilegio della “persona” o del “gruppo” a parlare del sesso, chiamando in causa, a partire dal terreno specifico in cui operano, esponenti delle elaborazioni e delle sperimentazioni piu avanzate di diversi paesi. L’interrogazione intorno al sesso assume tutto il senso provocatorio rispetto al contesto storico e politico contemporaneo, diventa un’analisi specifica della struttura della sessualità e giunge a proposte rivoluzionarie. Dallo stretto legame tra repressione sessuale inquadrata in un’ideologia del sesso e regime politico alla logica di classe che parte da una divisione sociale dei sessi, dei ruoli; dal tentativo del riformismo psichiatrico di eliminare il problema della sessualità e della follia con il semplice cambiamento delle leggi all’impossibilità di un sapere sul sesso e di fondare pertanto sul sesso una qualunque associazione in termini di comunità; dalla critica alla distinzione borghese tra pubblico e privato, tra collettivo e personale ai risvolti della sessualità nel femminismo, nella militanza, nella fabbrica, nelle organizzazioni sociali; dalla denuncia della dottrina della sofferenza e del sacrificio quali rappresentazioni del godimento promesso e possibile alle vaste e dibattute questioni dell’omosessualità e della perversione, come pure del sesso in rapporto alle psicosi: questo lavoro fa esplodere i paradossi di ogni imperativo morale d’identità sessuale, posto alla base della teologia del soggetto. |