L'"industria della parola" – una delle formulazioni più caratteristiche della teoria di Armando Verdiglione – è il filo di Arianna di questo libro. L'autore ne fornisce i prolegomeni attraverso la logica matematica. Espone i principi di questa logica, ripercorre, in modo breve e rigoroso, i teoremi d'incompletezza di Gödel, i paradossi e le logiche trivalenti, i termini della filosofia della scienza e i fondamenti della matematica, fornisce una teoria di base per la teologia e, dopo un inedito ritratto dell'università attuale, sopra tutto latinoamericana, illustra le caratteristiche dell'Università del secondo rinascimento e indica i testi indispensabili per la formazione intellettuale secondorinascimentale. Non mancano incursioni nella letteratura e excursus umoristici. Alla ricerca delle proprietà del linguaggio, l'autore spazia da Venere alle amanti di Luigi XV, da Diego Armanndo Maradona ai tre famosi dottori di Vienna (Freud, Wittgenstein, Gödel). Ritrova un logico in Sancho Panza di fronte al famoso paradosso del ponte, del giudice e della forca e propone la medicina dell'analisi matematica ai paradossi di Zenone di Elea. Apprendiamo anche che a generare mostri è il sonno dell'infinito, non quello della ragione, che Procuste prosegue a costruire letti per dare forma all'universo, mentre Proteo proteiforme continua a beffarlo. Fra Procuste e Proteo, la logica. E questo libro ne risvolge il filo, dando alla logica matematica – trascurata per decenni dal dibattito culturale – un'altra chance, quella della logica della parola e della sua industria. |