"Durante la ripetizione occasionale di queste o quelle centinaia di battute dell'opera wagneriana eseguite al pianoforte o in sale da concerto, si evidenziarono in alcuni uditori presenti espressioni solenni, volti tesi, occhi lucidi, rigidità delle membra. […] I medici furono presto concordi nel diagnosticare di essere in presenza di una nuova malattia, di un'atrofia costituzionale della percezione uditiva, e ciò causava un'atavica regressione allo stadio animalesco".
Il lettore troverà in questi scritti di Oskar Panizza un affresco dell'epoca, delineato a partire dal dibattito culturale tra euforici proseliti e duri critici di Richard Wagner. Sulla scia degli impietosi scritti polemici di Nietzsche, le posizioni degli intellettuali nei confronti di Wagner erano contrastanti, intese per lo più a condannare la sua svolta ideologica e reazionaria. Dal canto suo Panizza, con lo stile arguto e sagace del registro satirico, sembra tenere in considerazione anche le vicende biografiche del compositore, in relazione alla sua espressione artistica. Erano stati proprio gli eventi della vita a condizionare le scelte di Wagner, che tanti effetti sinistri ebbero sul popolo tedesco e sul suo "equilibrio psichico". |