Il tempo sorge con il cielo ma senza cosmo. Un cielo dunque diverso da quello definito da Aristotele ora come sostanza dell’estrema periferia del tutto e luogo del divino ora come universo ora come cielo astrologico. Il cielo si concede ai bambini, scrive Hölderlin. Non a coloro che lo cercano o bramano di portarlo sulla terra. E in quanto mai tratto il dado non conduce alla dolce dimora tanto agognata dal materialismo misterico di Laing né al primato della metamorfosi attuata in piena specularità e nella sincronia del vis-à-vis nel gabinetto di Jung. Già Ovidio scrive che il cielo non ha stabilità e che la trasformazione insita nel linguaggio non soggiace all’essere ma risente dell’ineguaglianza di ciascun elemento da se stesso. E aggiunge che nulla è costante, nulla identico a nulla. Ma Ovidio è stato esiliato al Ponto non per queste affermazioni che oggi l’antropoanalisi rivelerebbe per le sue cartelle sulla schizofrenia.

Principali contenuti della rivista:

ARMANDO VERDIGLIONE, Liminari della fondazione
VINCENT MAZERAN, Efficacia e sapere
GIULIANA SANGALLI, Un punto vidi che raggiava lume
FERNAND DELIGNY, Cultura e svolte
ROBERTO SUDASASSI, Omphalos
MAUD MANNONI, Teoria: fra l'ipotesi e la verifica
EMILIA CERUTTI, Libera è la voce
MICHEL DEMANGEAT, La cultura e il lutto
SERGIO DALLA VAL, Anch'io
PAUL MATHIS, Democrazia e autonomia del soggetto
PHILIPPE RAPPARD, Ecologia e cultura
MASSIMO MESCHINI, L'intervento clinico
JACQUES SCHOTTE, Patologia della cultura umana
ALBERTO CAVICCHIOLO, La nozione di sembiante in psicanalisi
JOËL DOR, Scientificità della psicanalisi? Una sovversione della cultura scientifica
BRUNELLA GALANTE, La questione femminile nel movimento freudiano
ELISABETH GEBLESCO, I viaggi di Telemaco
FABRIZIO SCARSO, Anatomia dell'organizzazione
GEORGES LANTERI-LAURA, La cultura nel patologico e il patologico nella cultura
GIANCARLO RICCI, Storia per catacresi