"La scuola romana? La scuola europea? Oppure la scuola del Mediterraneo? Antonio Vangelli è stato, da solo, bottega, dispositivo. E ciascuna volta ha trovato interlocutori. Per fare. Per dipingere. Per scrivere. Per comunicare. Senza riserve né mediazioni. Senza compromessi né risentimenti. Senza affanni né indugi". Vengono qui raccolte opere inedite del più giovane degli artisti della leggendaria Scuola di Roma, accompagnate da testi critici che ne raccontano la forza espressiva: una pittura libera, che celebra la vita e un avvenire per nulla affetto da negatività o da positività. Dalle sue tele, di cui Mario Luzi coglie la "freschezza, la gravità e l’innocenza", emergono il ritmo, la danza e il tratto elegante della poesia. Il gioco e l'invenzione corrono, fra il corpo e la scena, lungo la fiaba, il racconto, la poesia, l'apologo, la parabola, la scrittura. Antonio Vangelli si sente investito di una missione civile, elaborando, integrando, scrivendo ciascuna cosa, in una rarefazione linguistica scandita in direzione dell’unicità del suo caso. |