Nato a Bucarest nel 1909 da padre romeno e madre francese, visse fino al 1940 a Bucarest. Si è addottorato in francese nell'Università di Bucarest. Si trasferì poi a Parigi, dove aveva trascorso parte dell'infanzia. Divenne membro dell'Académie Française. E' morto nel marzo 1994. Ionesco debuttò come commediografo con La cantatrice calva (1950), commedia in un atto e 11 scene, definita dallo stesso autore "anticommedia". Caratterizzata da un surrealismo soprattutto verbale, la sua comicità, fondata sull'assurdo e il non-senso, costituirà una costante del teatro di Ionesco. Nel 1951 scrive La lezione (La leçon). Nel 1952, Le sedie (Les chaises). Nel 1953, Vittime del dovere (Victimes du dévoir). Nel 1954 Ionesco scrive le prime commedie in tre atti: Amédée o come sbarazzarsene (Amédée ou comment s'en débarasser) e Jacques o la sottomissione (Jacques ou la soumission) poi messe in scena dopo il 1955. La tematica ha un contenuto decisamente metafisico. Ionesco mostra la società umana come priva di realtà e ne rappresenta gli aspetti fenomenici solo per far vedere il nulla che sta sotto di essa. Del 1957 è Sicario senza paga (Tueur sans gages). Nel 1959 scrive Il rinoceronte, la sua commedia forse di maggior successo. Atmosfere più autentiche sono nei lavori successivi: Il re muore (Le roi se meurt, 1962), La sete e la fame (La soif et la faim, 1966), Macbeth (1972). Del 1974 è il romanzo Il solitario (Le solitaire). Nel panorama del teatro di questo secolo, Ionesco si affianca a Beckett, ma con minore lucidità e forza poetica. E' stato comunque interprete dei disagi, dei dubbi, della disperazione dell'uomo contemporaneo. Negli anni '60 fu accusato da un gruppo di intellettuali francesi della sinistra, tra cui erano Roland Barthes, Bernard Dort e altri, di essere poco attento nei confronti delle questioni sociali e politiche. Ionesco rispose portando sulla scena i suoi detrattori ne L'improvviso dell'Alma. Bernard Dort pubblicò un articolo dal titolo "L'avanguardia in sospeso", in cui dichiarava Ionesco, Artaud e Audiberti colpevoli di far accedere il piccolo borghese "all'eternità degli archetipi" e di proporre un teatro che non era né educativo né politico, ma terapeutico, capace di liberare il pubblico da ogni condizionamento. Altri critici nel corso di quella stessa polemica accusarono Ionesco di sottrarsi al realismo, inducendo a non credere più nell'uomo nella ragione nel progresso nella civiltà. Ionesco rispose scagliandosi contro il conformismo di sinistra e rivendicando l'autonomia dell'arte che non ha nulla a che spartire con le dottrine. La polemica, indicativa di un periodo della cultura europea e di alcuni ambienti di essa, era anche il sintomo del distacco da quella esperienza da parte della cultura che si sentiva "d'avanguardia". In effetti Ionesco e il suo teatro erano entrati in un circolo vizioso ripetitivo. Ciò non toglie l'enorme importanza che il teatro di Ionesco ha avuto tra la fine degli anni quaranta e negli anni cinquanta, insieme al teatro di Beckett, e recuperando il filo drammaturgico di Jarry, Apollinaire, Artaud, nel superamento del teatro tradizionale e delle forme borghesi cristallizzate. Ionesco (1912-1994) è il nome d'arte di Eugen Ionescu, commediografo francese di origine rumena. Rappresentante illustre del teatro dell'assurdo.
Orifiamma Perché scrivo?
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