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Il cinema tra fiction e falsità. Simili, facsimili, quasi falsi, falsi storici. Quando il cinema all'italiana manipola la nostra storia
Libro
pp. 208
18,08 €
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Saggio di Paolo Pillitteri.
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Chi fabbrica i sogni, chi costruisce le immagini realizzando un film come il Potëmkin o Roma città aperta sa perfettamente ciò che fa. Sa di descrivere un soggetto che è già una 'invenzione' – qualunque sia il rapporto di questo con la realtà effettuale –, sa, inoltre, di elaborare una sceneggiatura, spesso con altri, e tutti insieme sanno perfettamente che ciò che stanno narrando dovrà corrispondere alle immagini, alle scene, alle sequenze che successivamente il regista realizzerà. Quest’ultimo, et pour cause, conosce meglio degli altri il ‘momento della verità’, l’attimo in cui alla parola scritta e ai fantasmi dell’immaginazione si sostituiscono le immagini dei personaggi, e prende così vita e corpo ciò che era relegato nel limbo della virtualità. E non ha nessun valore la pur inevitabile osservazione che anche il cinema è virtuale, è pura immagine, è fiction. Lo è di certo, ma in tutt' altra accezione e con opposti risultati, dato che l'opera
cinematografica, il film artisticamente riuscito, il capolavoro non sono da alcunché necessitati per giustificarsi, non hanno nessun referente, non devono dare risposte che a se stessi, cioè autonomamente, e che continueranno a vivere per omnia secula seculorum. (Paolo Pillitteri).
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