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La rivoluzione del linguaggio poetico. L'avanguardia nell'ultimo scorcio del XIX secolo: Lautréamont e Mallarmé
Libro
pp. 585
30,00 €
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Saggio di Julia Kristeva.
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La nozione di pratica è fondamentale in questo libro di Julia Kristeva.
Si tratta di una pratica di linguaggio in cui la letteratura si costituisce come il campo in cui il soggetto non cessa di essere messo in processo. E non è quel che risulta dal lavoro di un autore, ma il lavoro in cui il soggetto si produce come effetto di una pratica significante.
Kristeva parte dall'analisi della svolta verificatasi nella letteratura alla fine del XIX secolo, e in particolare dall'esperienza di Mallarmé e Lautréamont che sconvolge la fonetica, il lessico, la sintassi, le relazioni logiche, l'ego trascendentale. Attraverso questa analisi Kristeva giunge a mettere in relazione il campo marxiano (in cui è in questione la produzione) e il campo freudiano (in cui è in questione il soggetto) in modo per niente complementare: le esperienze di Marx e di Freud non sono convergenti ma costituiscono articolazioni diverse di quanto la letteratura pratica come linguaggio poetico. La linguistica, così, cessa di essere una scienza costituita, universitaria, mentre in essa si profilano due tendenze inseparabili ma distinte: il simbolico, ordine dell'individuazione, dell'enunciazione, della significazione, e il semiotico, momento d'irruzione della pulsione nel linguaggio, ritmo,senso.
E nella dialettica di questi due momenti il linguaggio poetico compie la sua rivoluzione. Una rivoluzione non teologica, non risolutiva, in cui le grandi istituzioni occidentali, lo stato, il diritto, la religione, vengono erose da questo lavoro nella lingua.
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