Dalla nascita della clinica a oggi c'è qualcosa d'impensabile nel discorso occidentale: una clinica psicanalitica che non presuppone più un corpo morto né un organismo. Tenendo conto della piega tra l'equivoco e la menzogna, tenendo conto della non linearità del linguaggio, la teoria della clinica è una teoria della spirale, della funzione, del tempo. Come psicanalitica, la clinica introduce al narcisismo primario che sta al di là del principio della sofferenza. Essa trova la radicalità, la materialità della parola e le sue istanze nel discorso isterico. Per questo si trova meglio situata oggi per un'analisi del discorso psicotico: la clinica si occupa in effetti del delirio e della sua cifra. La psicanalisi non procede dalla medicina. Né interviene dove arriva la medicina. È proprio per questo che le cosiddette società psicanalitiche, facendo a meno del sembiante, di occupare una posizione di sembiante, si avvalgono per forza di cose, ossia per la forza degli obblighi, della mitologia medica. Il modo in cui hanno trovato posto negli Stati Uniti vale a inscriverle nella metafora dell'istituzione.
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