The Second Renaissance
     
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1)
Art ambassador. Il museo, l'edizione, il valore
Raccolta degli atti del Forum mondiale di cifrematica, tenutosi a MILANO SENAGO, Villa San Carlo Borromeo, 1-4 dicembre 2005, pubblicata da Spirali nella collana "Università del secondo rinascimento".
 
"Qual'è il valore intellettuale dell'Italia, del Giappone, della Cina, dell'India? Qual'è la cifra della nostra vita? Ancora una volta, lo statuto intellettuale è il compito, è la missione dell'art ambassador, dell'ambasciatore di arte, mentre tutti garantiscono, assicurano e distribuiscono certificati e diplomi di statuti sociali, che servono soltanto per assistere quelli che Luigi Pirandello chiamava i 'morti ambulanti'". "Il bello è, ancora, il bello della differenza. Che non si rappresenta. È il bello della differenza invalicabile, della differenza con cui le cose che si fanno si scrivono, della differenza e della varietà con cui le cose che si dividono si piegano. Il bello della differenza. Il bello della vita". (Armando Verdiglione)
     
2)
Come ascoltare gli edifici
Saggio di Massimo Mola pubblicato da Spirali nella collana "Università internazionale del secondo rinascimento"
 
Oggi si vedono giovani artisti impegnati a recuperare affreschi, cassettoni dei soffitti, motivi di decorazione. Queste forze nuove portano avanti il progetto del restauro. Il tempo ripagherà questi interventi. Il tempo è pagante. (Massimo Mola)
     
3)
Come avere cura della città
Raccolta di interventi di Gianni Verga. Per due giorni (8-9 settembre 2001) Gianni Verga è intervenuto in un master dell'Università del secondo rinascimento, alla Villa San Carlo Borromeo, a Senago. Domande, questioni, sogni, progetti intorno alla città e a come averne cura. Ne è nato questo libro.
 
Perché avere cura della città anziché soltanto progettare, pianificare, governare? Perché avere cura, anzitutto, è amare la città, viverla, sentirsi parte di essa, contribuire a farla crescere, a migliorarla. Per anni, è prevalso un blocco ideologico in tema di pianificazione edilizia e territoriale, che ha imposto alla città parametri rigidi, che dovevano circoscrivere l'intero modo di vivere della società: ognuno avrebbe avuto quello spazio in casa e fuori casa, e quello sarebbe stato il suo orizzonte. Un posto per lavorare, un posto per dormire, un posto per svagarsi. I pianificatori, gli amministratori, i costruttori credevano di avere dinanzi numeri, non cittadini: bastava farli bilanciare e tutto filava liscio. Finalmente, oggi, il disegno di un'altra città si profila. In questo libro, case, giardini, cortili nascosti, centri storici e periferie, auto e metropolitane, grandi centri commerciali e botteghe, piazze e chiese scomparse, itinerari dell'arte e dell'industria, ville antiche e parchi, teatri e musei. E poi, i vecchi e i giovani, lavori nuovi e lavori dimenticati, il pubblico e il privato, la cultura e la scienza. E ancora, materiali nuovi, tecnologie, vie di comunicazione, progetti, sogni, speranze. Azzardi per una città restituita alle persone. Una città del fare, presa dal viaggio della vita, dove l'ospite è accolto. Questo libro, una testimonianza autentica e anche un omaggio a Milano.
     
4)
Come divenire imprenditore nel ventunesimo secolo
Saggio di Emilio Fontela.
 
Nel ventunesimo secolo tutto sembra indicare che l'imprenditore debba acquisire nuove dimensioni culturali e spirituali. Può e dev'essere il prototipo della nuova società, il nuovo homo oeconomicus. Ci si aspetta da lui la capacità creativa, l'innovazione; ci si aspetta che sappia integrare nell'impresa i più forti imprenditori di se stessi e, allo stesso tempo, i lavoratori tradizionali più deboli, operai e impiegati. L'imprenditore non vive più isolato. Ha responsabilità sociali che, spesso, superano l'ambito della sua impresa. Il contesto in cui opera esige un'eccellenza che travalica le tradizionali doti di comando. Questo libro cerca di accompagnare questo imprenditore in un viaggio di espolorazione del futuro a partire dalle tendenze del presente. È un libro di meditazione prospettica, in cui si possono individuare i cambiamenti fondamentali dell'impresa, del suo contesto, del suo ruolo nella società dell'informazione, della sua relazione con le finanze globalizzate, ovvero della sua funzione nel divenire dell'Europa. [...] Il nostro excursus si situa nel contesto di questa nuova impresa e cerca di evidenziare le nuove responsabilità dell'imprenditore, nonché le nuove opportunità esistenti per un progetto ambizioso relativo al ruolo dell'impresa nella società. (Emilio Fontela)
     
5)
Dio e la poesia
Raccolta di interventi di John Bloch.
 
La Bibbia, la filosofia, la poesia, la "teologia", la scienza, la matematica, la fiscalità, la linguistica, il testo cristiano sono qui interpellati, interrogati, chiamati in causa e convocati – con una ginnastica intellettuale – in un tessuto nuovo e unico, con rigore, con eleganza, nell'istanza di conclusione e di qualità. John Bloch è uno scrittore di estrema intelligenza, un genio che dà all'intellettualità un'accezione superlativa e che qui offre un preambolo della sua produzione a venire. Senza nessun compromesso, che è sempre gnostico. (Armando Verdiglione)
     
6)
Disastro Putin. Libertà e democrazia in Russia

Saggio di Boris Nemtsov.

Il libro può essere acquistato, con lo sconto del 15%, presso la Libreria Il secondo rinascimento di Bologna; tel. 051/22880, mail: secondorinascimento@fastwebnet.it
Per la versione ebook: https://www.bookrepublic.it/book/9788877706669-disastro-putin-liberta-e-democrazia-in-russia/

 

Lucido e preciso nelle analisi e nelle profezie, in questa straordinaria conversazione Boris Nemtsov offre uno spaccato dell'ultimo ventennio in Russia e disegna gli scenari immediati e del prossimo futuro. Oppositore del regime di Putin, enuncia un programma culturale, politico e finanziario per la trasformazione della Russia.
Il dossier Putin e Gazprom è un'accurata analisi degli interventi di Putin, che hanno pesantemente condizionato le vicende del più grande colosso mondiale dell'energia, con tutte le conseguenze che hanno interessato l'Europa.

     
7)
Dissidenza e scrittura. Conversazione sul mio itinerario intellettuale

Saggio autobiografico scritto da Nawal El Saadawi.

 

Non c'è futuro per la religione, perché la mente umana non può arretrare, la conoscenza è irreversibile. È come la luce. Se nel mio cervello c'è la luce, non può tornare il buio. L'Antico Testamento, il Nuovo Testamento e il Corano dovrebbero essere conservati nei musei, come parte della storia, non dovrebbero essere utilizzati in politica o in economia o nella morale o nella sessualità, se vogliamo una vera eguaglianza, in qualsiasi paese. Se c'è vera eguaglianza, non c'è spazio per la religione, che si basa invece sulla discriminazione. Quindi, non credo che si verificherà l'islamizzazione dell'Europa.
(Nawal El Saadawi)

     
8)
Harry's Bar. L'impresa, la ristorazione, la salute

Libro di Arrigo Cipriani pubblicato da Spirali nella collana "l'alingua, Università internazionale del secondo rinascimento". Con inserto di 12 pagine illustrate a colori.

Per due giorni (21-22 ottobre 2006) si è tenuto nella Villa San Carlo Borromeo di Senago (Milano), il laboratorio editoriale dell'Università internazionale del secondo rinascimento, con Arrigo Cipriani e alcuni redattori e collaboratori della casa editrice Spirali.

 

L'Harry's Bar di Venezia è da oltre settant'anni uno dei luoghi più rinomati al mondo e un'istituzione per la città. Luogo d'incontro di scrittori, artisti, attori, principi e nobildonne, famoso per i mitici piatti e l’impareggiabile atmosfera, sempre imitato e tuttavia inimitabile.
Arrigo Cipriani, proprietario dell'Harry's Bar, in quasi quarant'anni di attività ha ampliato l'impresa fondata dal padre, Giuseppe, nel 1931. L'Harry's Dolci di Venezia, l'Harry Cipriani e il Downtown di New York, l'Harry Cipriani e il Cipriani Dolci di Buenos Aires sono le repliche frequentate anche dai clienti del locale veneziano.
Scrittore e pubblicista, collaboratore di diversi quotidiani e settimanali, è autore di un romanzo, Eloisa e il Bellini, che ha avuto anche un'edizione americana. Ha pubblicato fra l'altro la raccolta di racconti Anch'io ti amo, un ricettario di successo dal titolo Il mio Harry's Bar, tradotto in inglese e tedesco, e La leggenda dell'Harry's Bar.
I locali, a Venezia, vengono frequentati da scrittori, poeti, artisti. Questo diviene memoria, storia e deve essere valorizzato. E è stato valorizzato. Harry's Bar diviene un marchio. C'è il mito, c'è la leggenda. Il nome è Cipriani. E anche Cipriani diviene marchio. C'è il mito dell'Italia, il mito di Venezia e, a un certo punto, il mito di Harry's Bar e il mito di Cipriani.
La definizione di ciascuna impresa è una definizione culturale e artistica. Un giovane, per costituire un'impresa, non occorre che parta dai capitali. Deve arrivare al capitale. Al capitale intellettuale. In che cosa dovrebbe investire? Nella cultura e nell'arte. Qualsiasi cosa — un immobile, un libro, un'opera d'arte — diventa un utensile rispetto a quello che diverrà il prodotto, il prodotto di qualità, che è frutto di un dispositivo di parola, di un dispositivo di ospitalità e di un dispositivo di valore. Ciascuna cosa ha da rientrare in un processo di valorizzazione.
(Armando Verdiglione)

Echi dal Web
L'impresa è prima di tutto cultura e libertà (dal sito Eccellere.com)

     
9)
I beni culturali. Testimonianza materiale di civiltà

Saggio di Roberto Cecchi.

 

Sul finire del IV secolo, gli imperatori Valentiniano, Valente, Graziano, Arcadio e Onorio promulgarono editti per assicurare esenzioni o rimborsi, fino a un terzo delle tasse dovute, per quelle città che avessero messo mano alla conservazione degli edifici pubblici e, in particolare, di fortificazioni e terme. Eppure oggi, a leggere le cronache, soprattutto quelle di casa nostra, se ne sentono di tutti i colori sul patrimonio culturale. Sfigurato, svenduto, scempiato. Ma, soprattutto, mal tutelato. Chi dovrebbe proteggerlo fa tutt'altro. È connivente con la speculazione, lascia che si facciano le peggiori cose senza muover foglia, senza impegnarsi, senza denunciare. Sotto accusa sono il ministero, le soprintendenze, i loro funzionari, l'organizzazione della tutela. Chi ha ragione? [...]. Per capire qual è lo stato dell'arte non ci sono scorciatoie. Bisogna avere la pazienza di andare per i viottoli tortuosi della conoscenza, comprendere gli eventi, collocarli in un contesto. Bisogna partire da dove si sono soffermati altri, quelli che hanno avuto la determinazione e la pazienza di fare un'analisi della situazione italiana e capire che cos'è successo [...].
(Roberto Cecchi)

In Appendice, documenti preziosi, praticamente inediti o introvabili: La relazione della Commissione d'indagine (documenti della Commissione Franceschini, 1967); la Carta del Restauro del 1972 integrata con quella del 1965; la Convenzione Europea del Paesaggio del 2000.

     
10)
Il bel programma. Percezione, struttura e comunicazione
Raccolta di interventi di Marco Maiocchi.
 
L'utente di un calcolatore non se ne accorge, ma un addetto ai lavori sa bene che, affinché un programma sia buono per l'utente, deve presentare quelle caratteristiche – strutture, organizzazione, "dipanamento" delle istruzioni e altri aspetti, organizzati in modo da appagare il senso estetico di un informatico – che glielo fanno definire bello. La programmazione dei calcolatori non era l'unico campo in cui m'imbattevo nel problema del bello: mi trovavo a occuparmi di estetica in termini di fruitore di arti in senso vario, dalla pittura alla letteratura e altro ancora; m'interessavo di produzioni legate in particolare al campo letterario, quale attore in alcune avanguardie artistiche, che tendevano ad analizzare strutture letterarie per suggerire variazioni sul tema, ricreando nuove opere a partire da lavori precedenti, oppure cercando d'individuare quelle regole, implicite nelle opere, che rendessero possibile generarne di nuove, di similari. L'obiettivo non era evidentemente quello di generare opere artistiche, ma di capire un po' di più le strutture interne... Da qui, il mio interesse per aspetti di relazioni, per l'analisi dei meccanismi di una comunicazione non più costruita sulla trasmissione dei messaggi ma piuttosto dalle relazioni che tra i messaggi vengono costruite. Cercherò di tracciare, in questo libro "laboratorio", temi e spunti che sono stati il risultato del percorso di questi anni, tentando non di dare una risposta sul bel programma, ma, più umilmente, di suggerire qualche spunto di riflessione.
     
11)
Il brainworker. Atti del congresso internazionale "Brainworking. Il capitalismo intellettuale". Milano, 30 novembre-2 dicembre 2001
Raccolta di interventi di autori vari.
 
Le categorie sociali e professionali, le caste, le classi, i ceti, gli ordini genealogici, i gruppi corporativi, le congregazioni sociali e confessionali non reggono più. Il brainworker è il dispositivo intellettuale dell'impresa, della città, della repubblica, delle istituzioni, della vita: dispositivo di forza, dispositivo di direzione, dispositivo di valore. Il dispositivo della parola diviene qualità, cifra, capitale intellettuale. E già: dispositivo di formazione e d'insegnamento, dispositivo pragmatico, dispositivo di vendita, dispositivo finanziario. Dispositivo con i suoi statuti. Non più statuti sociali. Ma statuti intellettuali. È il cervello che l'Italia, da cinquecento anni, e ora più che mai, insegue e consegna al pianeta, con il secondo rinascimento, rinascimento e industria della parola, con le sue arti e le sue invenzioni, con la sua scrittura della memoria, con la sua valorizzazione dell'impresa di vita, con il suo progetto e il suo programma, fra l'apertura e la procedura per integrazione, che danno la vera portata della globalizzazione. Senza più unificazione, senza più totalizzazione. Senza più uniforme. Senza più conformismo. (Armando Verdiglione)
     
12)
Il cervello. Atti del congresso internazionale Milano, dal 29 novembre al 1° dicembre 2002
Raccolta di interventi di autori vari.
 
Questo libro raccoglie, in parte, gli atti del congresso Il cervello, 29 novembre-1° dicembre 2002, presso la Villa San Carlo Borromeo, Senago (Milano). Il dibattito ha portato all'elaborazione di una definizione rivoluzionaria del cervello, dissipando la mitologia medica imperante con un approccio scientifico e intellettuale anziché organicista, mentalista, naturalista. Il cervello non è il motore di una macchina complessa, come recita la vulgata medica. Il cervello è il dispositivo intellettuale della vita.
     
13)
Il cuore. Atti del congresso internazionale. Milano, 4-6 luglio 2003
Raccolta di interventi di autori vari.
 
Questo libro raccoglie, in parte, gli atti del congresso internazionale Il cuore, tenutosi dal 4 al 6 luglio 2003 nella Villa San Carlo Borromeo, Milano-Senago. "Si può intendere il cuore non partendo dal concetto di patologia, anche se il discorso occidentale si è definito come patologia. Intendere in base a quale discorso, e a quali rappresentazioni attinenti a tale discorso, insorga a un certo punto il contraccolpo, nell'infarto. Questo è un quesito che si pone non soltanto il medico che, in un modo o nell'altro, deve intervenire per curare. Anche noi possiamo chiederci: com'è che insorge l'infarto? Perché mai questa persona e non quest'altra è giunta all'infarto? Vana la tautologia: è giunta per l'ipertensione. In che modo l'infarto può risultare un contraccolpo? Ci siamo interrogati a lungo intorno al cancro, intorno all'aids e intorno all'ictus. C'interroghiamo oggi intorno al cuore. Non abbiamo nessun motivo per indugiare nella metafora del cuore o nella mitologia del cuore". (Armando Verdiglione)
     
14)
Il diritto, la proprietà, la banca
Saggio di Corrado Sforza Fogliani.
 
"Non contate sul patrimonio, e men che meno sul nome, ma fatevi una posizione personale". E questo è stato per me un cardine di vita. Ho sempre cercato, appunto, di farmi una posizione personale, considerando questa un'isola e una premessa della mia libertà personale. Credo che l'Italia debba oggi guardarsi – nell'immediato – da un pericolo sopra tutto, quello del buonismo a ogni costo. Non vorrei sembrare esagerato, ma credo sia necessario fare un "elogio della cattiveria", se per "cattiveria" s'intende la difesa dei nostri valori, la difesa dello Stato di diritto in special modo. Il buonismo ci porta di fatto alla servitù volontaria, a una servitù subita e accettata in funzione di principii e di criteri non nostri, indotti dal linguaggio politicamente corretto, che è un modo di parlare bugiardo e ipocrita. (Corrado Sforza Fogliani)
     
15)
Il fuoco, l'acqua, la civiltà
Libro di Massimo Stucchi.
 
Il fuoco, l'acqua, l'aria: quali sono gli elementi della civiltà? Elementi intellettuali. L'architetto Massimo Stucchi è esperto nella materia per i suoi studi, per le sue ricerche, per la sua esperienza, per quel trentennio trascorso nel Corpo dei Vigili del Fuoco a fronteggiare gli elementi, per le sue curiosità culturali e scientifiche, ma anche per il suo talento nell'illustrazione che gli ha dato modo di narrare del rischio e della sicurezza, nei differenti ambiti sociali, a un pubblico variegato. Il libro che qui si redige è un libro efficace, che sorge dalla ricerca e dalle cose che si fanno man mano, di giorno e di notte, all'alba e al crepuscolo, quando occorre, e proprio rispetto al fuoco e all'acqua. In effetti, qual è l'intervento? qual è l'intervento scientifico, quale l'intervento tecnico? qual è l'intervento intellettuale? (Armando Verdiglione)
     
16)
Il pubblico, la banca, il privato
Saggio di Elia Colabraro.
 
Questo libro narrativo è splendido e lucido. Tutto incomincia negli anni sessanta. Con una decisione e un rischio assoluti, Elia Colabraro riesce a partire dal suo paese, in Calabria, per studiare, meritando sempre borse di studio.La sua magnifica tesi di laurea (un'applicazione innovativa della matematica all'ingegneria gestionale pubblica) gli apre la strada del lavoro, sicchè entra nell'Istituto Mobiliare Italiano. È la stagione in cui si realizzano le grandi opere pubbliche e le infrastrutture. L'IMI è la banca che sostiene questo sviluppo. Dovunque venga inviato per far nascere e sviluppare la collaborazione fra aziende pubbliche e private, Elia Colabraro riesce nell'impresa. Fino a divenire direttore centrale dell'IMI, che risulta modello per gl'istituti finanziari privati negli anni ottanta e novanta. Elia Colabraro, in questo libro, traccia la storia dell'intermediazione finanziaria, dell'investment e del merchant banking in Italia. E la sua narrazione tocca anche questioni essenziali di vita: la fede, la scommessa, il rischio, la soddisfazione. L'autore restituisce, così, il ritratto della finanza e dell'impresa in Italia, lungo più di mezzo secolo. Compie una bellissima lettura, dall'interno, della trasformazione degli assetti proprietari delle banche, nonché dell'avvenire della banca e dell'impresa pubblica e privata in Europa: lettura ricca di aneddoti, aforismi, proposte. È una vera e straordinaria lezione di vita, anche per le prossime generazioni.
     
17)
Il restauro
Saggio di Roberto Cecchi.
 
Un libro come ci voleva, che convoca governanti e funzionari, intellettuali e storici dell'arte, cittadini e studiosi, giornalisti e accademici, donne e uomini che amino l'Italia, deplora ideologie, personalismi, pigrizia, conformismo, ipocrisie, ma non fa tabula rasa, non denuncia, non distrugge: lascia a ciascuno, intera, la propria responsabilità. E fornisce gli strumenti per proseguire sul cammino delle riforme, dei grandi progetti e delle attuazioni quotidiane, nella strada della politica vera, la politica della cultura e dell'arte. E fornisce dati, numeri, carte, documenti inediti e introvabili. Un materiale prezioso che è ormai alla lettura di ciascuno di noi, sicché nessuno debba sentirsi escluso, nessuno possa adagiarsi nel motto "lamentarsi è bene, accontentarsi è meglio", e delegare, delegare. Delegare la salute, delegare la cultura e 1'arte, delegare la vita.
     
18)
Il secondo rinascimento nel pianeta. Congresso mondiale di cifrematica. Milano, 28-30 maggio 2004
Raccolta di interventi di autori vari.
 
Il secondo rinascimento non è il discorso chiamato occidentale. Non è il discorso di Platone e di Aristotele. Non è il discorso della morte, che presuppone il conflitto, la polemologia, la rappresentazione del nemico, e rispetto alla cui economia la morte è funzionale. È la parola originaria, la parola presa nella sua particolarità, nel suo idioma e nella sua cifra. E le cose sono estreme, perché dimorano nella parola. Quando le prime pagine dei giornali, i telegiornali, le vetrine delle librerie, dall'inizio degli anni settanta a oggi, erano pieni di notizie intorno al catastrofismo, alla rovina del pianeta, alla fine o alla morte dell'Europa, noi constatavamo, e constatiamo, che il rinascimento della parola e la sua industria prospettano la strada, il viaggio non come biforcuti, come presi nell'alternanza fra il bene e il male, fra la vita e la morte, fra il positivo e il negativo. Bene-male costituiscono l'ossimoro, l'ironia, il modo dell'apertura originaria, ma non sono dinanzi e non sono rappresentabili nell'Altro. Con l'idea del bene, noi siamo sotto una tirannia, un impero del bene. Siamo inondati da fiumane di bene, per cui tutte le notizie sono sul male e sul male dell'Altro, sul male che viene attribuito sempre al nemico, all'Altro. (Armando Verdiglione)
     
19)
Il valore dell'impresa
Saggio di R. Ruozi.
 
Questo volume è il frutto di lunghi anni di ricerche teoriche, ma anche e soprattutto di lunga esperienza maturata come professionista e amministratore di imprese di varia natura e specialmente di quelle bancarie e finanziarie. È una serie di libere riflessioni sul valore dell'impresa. Nel corso della mia vita, la società mi ha dato molto, ben al di là di quelle che potevano essere state le mie aspettative da ragazzo. Ho sentito e sento il bisogno di restituire alla società parte di quel valore che ho ricevuto. (Roberto Ruozi)
     
20)
Il valore dell'Italia. Atti del Festival della modernità Milano 30 novembre-3 dicembre 2006
Saggi pubblicati da Spirali.
 
Se a ciascun italiano chiediamo come va l'Italia, ci risponderà che va male. Oppure, se non risponderà che tutto va male, risponderà che il valore è la bellezza. Se invece chiediamo a qualsiasi britannico come va il Regno Unito, risponderà che il valore è l'essere ("Essere o non essere?" non è più stato un problema). In Francia importano il vero, la ragione sull'Altro e sulle cose, importano i piani, gli assi, le coordinate (se le coordinate sono a posto, allora tutto va bene): è il trionfo della ragione, che anche la rivoluzione francese celebra; come una ballerina, la dea ragione è stata messa nella cattedrale di Notre-Dame. In Germania, è stato sempre considerato valore il bene: l'ontologia del bene, il bene che si raggiunge con gli sforzi e con i sacrifici; ciascuna istituzione, ciascuna impresa, deve raggiungere tutto il bene, il sommo bene. Come sfatare l'ideologia nazionale, anche l'ideologia italiana, che pure si è man mano costituita contro il rinascimento? Il valore dell'Italia è il valore per ciascuno, in ciascun angolo del pianeta. Il valore della parola. Il valore di ciò che si cerca e di ciò che si fa. E quando noi diciamo "valore intellettuale", in questo valore non c'è più l'ideologia italiana. Non c'è più nessuna ombra di patriottismo. (Armando Verdiglione)
     
21)
Il viaggio dell'avvenire. I trasporti, gli scambi commerciali, le vie di comunicazione del ventunesimo secolo nel pianeta
Raccolta di interventi di Aurelio Misiti.
 
Interrogarsi sulla trasformazione in corso nel modo di viaggiare dei prossimi cento anni comporta indagare sulla trasformazione culturale, economica, politica in atto nel pianeta. Autostrade, cablaggi, ponti, trafori, porti, aeroporti, reti, canali, oleodotti e gasdotti, mezzi di trasporto marittimi, aerei e di terra: come saranno costruiti? che energia sfrutteranno? che effetti avranno sull'ambiente e sulla salute? Viaggeranno di più le merci o gli uomini, i prodotti o i semilavorati? E ancora: quali saranno i poli di sviluppo nel pianeta e come saranno collegati tra loro? quali aree commerciali e quali flussi finanziari stanno sorgendo nel Mediterraneo e nel Pacifico? qual'è la direzione che prenderanno la Siberia e la Federazione Russa? A queste e ad altre domande risponde un protagonista dell'ingegneria civile degli ultimi quarant'anni in Italia: dal primo traforo alpino degli anni sessanta al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, fino all'idea del più grande aeroporto intercontinentale da costruire proprio al centro del Mediterraneo, in Sicilia. "Il Mediterraneo potrebbe costituire il cuore dello sviluppo [...] il baricentro della regione che oggi chiamiamo Europa, spostato al di qua delle Alpi". In questo libro l'Autore racconta queste e altre cose. E si aprono scenari inimmaginabili...
     
22)
L'acqua, il fuoco, la sicurezza della città

Saggio di Dario d'Ambrosio.

 

Nella mia lunga carriera ho diretto le operazioni di soccorso in centinaia di incendi, alcuni clamorosi e molto noti. Tuttavia, ricordare queste esperienze non è facile; di solito, un Vigile del Fuoco tende a dimenticare, a mettere in archivio il passato, sia per riuscire a conservare l'entusiasmo nel proprio lavoro, indispensabile per affrontare situazioni difficili, a volte anche dolorose, sia per tenere a bada il timore che insorge in ogni intervento. Il timore, inteso non come paura ma come preoccupazione, trepidazione, però, lungi dall'essere negativo, è molto utile, perché stimola il bagaglio culturale e l'esperienza e, quindi, permette di reagire al pericolo rapidamente in modo razionale e professionale. Viceversa la mancanza di timore a volte tende a far abbassare la soglia di attenzione e a generare comportamenti imprudenti.
Per quanto riguarda la sicurezza nelle aziende, questa si può ottenere in due modi complementari: attuando una serie di adempimenti normativi (questa è la prevenzione classica) e contemporaneamente promuovendo la gestione della sicurezza (attraverso un buon livello di organizzazione e di addestramento dei dipendenti). A volte una buona gestione della sicurezza permette di sopperire a eventuali carenze impiantistiche e strutturali, anche in considerazione del limitato onere che grava sull'azienda per informare e formare il proprio personale.
(Dario d'Ambrosio)

     
23)
L'ambiente, la città, i valori
Raccolta di interventi di Sergio Mattia pubblicata da Spirali nella collana "Università del secondo rinascimento"
 
Il dibattito intorno all’ambiente, avviato nei primi decenni del novecento, e diventato più serrato negli ultimi trent’anni, arriva, in questo libro, a formulazioni inedite. L'ambiente e la città sono da conquistare. Tutto ciò che gli ingegneri, i principi, gli operai, gli architetti, gli imprenditori hanno compiuto, e che appartiene alla civiltà, è da conquistare. La civiltà è da conquistare. Nulla di statico o di contemplativo. Questa è l'accezione di tutela e di conservazione che il libro avanza: valorizzazione e trasformazione. Occorre intendere in questo senso la nozione di "sviluppo sostenibile": senza debito verso i concetti di evoluzione e di progresso. L'ambiente e la città sono in viaggio, nel nostro viaggio, che tende verso il valore assoluto, verso il capitale intellettuale. Verso la qualità. Sollecitato dalle domande postegli da scrittori, ingegneri, architetti, giuristi, poeti, studenti, l’Autore ha mantenuto nella sua scrittura il modo dell’oralità, arricchendo il libro di riferimenti storici e legislativi, di schede di progetti urbanistici, di carte, dichiarazioni, manifesti e progetti di legge, frutto degli appuntamenti che ritmano il dibattito internazionale su questi temi. Un libro prezioso, per chi è in viaggio.
     
24)
L'Europa sarà cristiana o non sarà
Raccolta di interventi di Mario Mauro.
 
C’è un grande infingimento sulla storia delle radici cristiane dell’Europa. Non sono preoccupato del fatto che, nella bozza di Costituzione europea, manchi la citazione delle radici cristiane dell’Europa e che questo rechi danno all’esperienza dei cristiani o alle sorti di Santa romana chiesa o delle chiese in Europa. Non riesco a immaginarmi i funzionari della Commissione europea come persecutori dello stesso calibro di Nerone o Diocleziano, descritti ampiamente dalla storia. Non sono preoccupato né per i cristiani né per il cristianesimo. Sono preoccupato, piuttosto, per la democraticità delle istituzioni, che sono frutto di quell’insegnamento che ha separato nettamente religione e politica, e che è insito nel cristianesimo stesso. Quando Gesù rende chiaro a tutti di avere distinto tra ciò che bisogna dare a Cesare e ciò che bisogna dare a Dio, pone le fondamenta dell’esercizio della libertà, quindi di un habeas corpus, di ciò che della persona resta impenetrabile al potere. Sacrificare questo sull’altare del politicamente corretto significa far risultare politicamente corretta l’esperienza della libertà. Le nostre istituzioni sono il frutto di una separazione convinta, completa e articolata che non è mai ostracismo tra religione e politica. E le radici dell’Europa sono radici cristiane perché serbano questo particolare accento della libertà, che è poi il cristianesimo stesso. La preoccupazione per il politicamente corretto, oggi, sembra quasi incomprensibile, non perché vi sia una particolare ostilità verso il cristianesimo, ma perché c’è una particolare ostilità verso la libertà. (Mario Mauro)
     
25)
L'impresa nuova. Una saga avvincente per imprenditori, manager e curiosi
Raccolta di interventi di Domenico Zucchetti.
 
Tante cose nella nostra vita personale e in quella aziendale avvengono per caso; la stessa Zucchetti è nata per caso; un'azienda però non cresce e non può arrivare a competere e primeggiare in tanti settori, come è avvenuto per noi, se non è guidata da un sogno iniziale, da un obiettivo da raggiungere con determinazione, da un piano industriale, anche solo pensato e continuamente adattato, ma che deve esistere. [...] La crescita della Zucchetti, oltre che alla forza della squadra e delle individualità, è dovuta anche alla particolare cultura che, fin dall'inizio dell'attività, ho sempre cercato di diffondere. [...] In azienda non esiste la figura del "padre padrone". Personalmente, lascio fare. Ritengo di essere più un regista che un protagonista; una specie di direttore d'orchestra che è riuscito a circondarsi di persone valide, che ora non hanno più bisogno di lui: l'orchestra (l'azienda) suona da sola. [...] Nonostante la forza delle multinazionali straniere, sono sicuro che la Zucchetti riuscirà a competere con onore anche con loro. [...] Può sembrare un sogno, anzi è sicuramente un sogno, ma lo realizzeremo perché il personale Zucchetti, oltre che con competenza, lavora con motivazione, amore, passione e direi persino con piacere. (Domenico Zucchetti)
     
26)
La battaglia per la salute
Raccolta di interventi di Thomas Szasz.
 
In questo libro, trovate esposto l'itinerario di uno dei più famosi scienziati viventi, le notazioni intorno alla salute, al disagio, alla condotta di vita, al conformismo, alla psichiatria e alla psicanalisi di un combattente che, attraverso le sue opere, tradotte in tutto il mondo (fra le quali, Il mito della malattia mentale e La disumanizzazione dell'uomo), ha messo in discussione il potere psichiatrico e giudiziario in materia di disagio. In tutta la sua opera, Szasz non si stanca di ripetere che la malattia mentale non esiste, che è una mitologia creata dall'illuminismo e gestita dalle discipline a suo seguito, in particolare dalla psichiatria, divenuta, a tutti gli effetti, "il braccio armato dello stato, dello stato moderno. Il 'braccio sanitario' del moderno stato tirannico". Per Szasz, "la psichiatria ha finito per supplire alla legge a tal punto che la società sembra non poterne più fare a meno. Oggi, quindi, dovrebbe instaurarsi una sorta di lenta, graduale, razionale transizione, dove i controlli psichiatrici venissero rimpiazzati da controlli legali, da leggi, o meglio, dalla tolleranza. Dopo tutto, in questo consiste la civiltà. Docente in psichiatria e psicanalista, Szasz afferma che "per conservare l'integrità, ci sono solo due cose da fare: ascoltare e parlare. Niente altro. Niente farmaci, niente uso della forza, niente persuasione. Sta tutta qui la storia della mia vita". In un'epoca che rifugge dalla parola dei maestri di vita, questo libro costituisce una grande lezione di umiltà, di generosità, di indulgenza, in altri termini di diritto dell'Altro.
     
27)
La bottega, l'impresa, la cultura. Il vento va e poi viene
Libro di Marco Maiocchi. Per due giorni (29-30 luglio 2006) si è tenuto nella Villa San Carlo Borromeo di Senago (Milano) il laboratorio editoriale dell'Università internazionale del secondo rinascimento, con Marco Maiocchi e alcuni redattori e collaboratori della casa editrice Spirali.
 
Parlando con Marco Maiocchi ci siamo accorti che molto più di una svolta costella la sua vita. Quando parliamo di svolta, sembra che una pagina nuova si stia aprendo. Questa non è mai rottura con l'itinerario compiuto finora, ma ci sono costanti e c'è qualcosa di originario. Senza per nulla fare tabula rasa dell'esperienza acquisita, questo modo nuovo la valorizza ulteriormente, e la trae verso la qualità intellettuale. Di solito, tutto questo viene chiamato "indagine sull'aspetto umano", ma, invece, non è questo che a noi interessa. Nessuna attenzione al pathos o a tutto ciò che possa risultare patetico. Con il modo chiaro, razionale e semplice che ha Marco Maiocchi, si tratta d'indagare intorno all'itinerario: dove nasceva, come si è formato, quali le difficoltà, quali i disagi, e quali sono state le tavole della vita. Gli aneddoti, la narrazione, i racconti, gli affreschi del viaggio: tutto questo risulta essenziale. Essenziale l'istanza del valore, che presiede al viaggio narrativo. (Armando Verdiglione)
     
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La democrazia

Raccolta di saggi.

 

"A noi non basta fare rientrare la democrazia nella risposta alla domanda: che cos'è? Il nostro sforzo intellettuale è sottrarre la democrazia all'ontologia, ai rapporti di forza, ai gruppi di pressione, all'oligarchia, alla città tanatologica, e quindi a un destino già segnato.
Tutto sembra scontato: tutti sono d'accordo, tutti sono democratici. Chi non lo è? Quale dittatore non si professa democratico? Quale repubblica non è chiamata democratica? Ma è un'idealità, un concetto, un modello, anziché un'ipotesi, un dispositivo e un processo intellettuale. La questione rimane quella della città. Qual è il dispositivo di governo della città? In quale modo l'arte e la cultura, l'arte e l'invenzione sono costitutive della città — della città moderna, della città planetaria, della città dell'avvenire?
Da circa trentasei anni — oggi qui, in altro periodo a New York, Parigi, Londra, Tokio, Gerusalemme — invitiamo scrittori, intellettuali, politici, imprenditori, artisti, poeti, filosofi, ciascuna volta con un tema differente intorno alla questione della civiltà.
Anche questo è un dispositivo di città, un dispositivo intellettuale. Importano le testimonianze, gli aneddoti, le proposte e le questioni che ciascuna volta, dopo tre o quattro giorni, restano aperte. Occorre che la questione resti aperta, che non si chiuda mai. Viviamo per questo".
(Armando Verdiglione)

     
29)
La diplomazia e la pace

Raccolta di interventi di autori e scrittori Spirali, pubblicati nella collana "l'alingua - Università internazionale del secondo rinascimento"

 

La questione della diplomazia è la questione dell'ascolto e dell'intendimento, è la questione della piega. Come fare in modo che la lingua dei litiganti lasci il posto alla lingua diplomatica, lontana dall'uno contro uno, lontana dalle ideologie, dai totalitarismi, dai muri, lontana da fantasie di padronanza?
Alla pace si giunge quando viene dissipata qualsiasi rappresentazione dell'Altro, pensato come amico o come nemico. L'esigenza della lingua diplomatica tocca ora la nostra vita e si riferisce a ciascun aspetto dell'esperienza: nella società civile, nella famiglia, nelle istituzioni, negli affari, nell'impresa, nella finanza.
In questo laboratorio inconsueto s'incontrano senza clamori, con garbo e discrezione, poeti, imprenditori, economisti, scrittori e artisti dall'Europa, dagli Stati Uniti, dalla Russia, dall'Ucraina, dall'Iran, dalla Cina, e s'imbattono in alcune questioni cruciali: la tolleranza, l'ospitalità, l'impresa libera, la pace, il giornalismo e la scrittura civile, la battaglia, il carcere e l'esilio. Sono uomini e donne venuti da paesi vicini e lontani: tra loro, Rebiya Kadeer, la battagliera leader del popolo oppresso degli uiguri; Viktor Erofeev, lo scrittore che indaga nelle pieghe dell'anima russa; il politologo iraniano in esilio Mehdi Khalaji, studioso di teologia islamica; l'esperto in economia globale e strategia internazionale Vladimir Kvint; il principe Nikita Dmitrevič Lobanov-Rostovskij, con le affascinanti avventure sotto vecchi e nuovi zar. S'intrecciano così storie di vita, aneddoti, racconti e testimonianze. Emergono ragionamenti e proposte. E un'analisi dei pregiudizi più comuni e delle abitudini più radicate.

     
30)
La filosofia come scienza della vita
Saggio di Fausto Tapergi.
 
Le avventure e le vicende della mia vita e un forte istinto intellettuale mi hanno portato ad acquisire una certa formazione, consentendomi di vedere le cose in una latitudine più estesa, più completa e perciò più equilibrata, tanto che da giovane mi dicevano che, qualunque cosa avessi fatto, l'avrei fatta bene. La vita è equilibrio. Quando, nel corso della nostra vita, ci lasciamo sopraffare dall'ira, dallo sdegno, dalla rivolta impulsiva, noi andiamo contro l'equilibrio. Più saremo capaci di seguire questo equilibrio interiormente e di proiettarlo, attraverso il pensiero, nelle nostre azioni, opere e attività, più saremo in grado di fare cose degne. Questo equilibrio, io vorrei trasferirlo a voi. Noi dobbiamo operare per l'avvenire. Soltanto così non trasmetteremo ai nostri figli e nipoti cognizioni e azioni pratiche sbagliate. La vita, possiamo considerarla addirittura immortale se, mentre operiamo, la trasferiamo nell'avvenire. È lì che siamo immortali. In nessun paradiso noi siamo immortali, ma lì, lo siamo. Dobbiamo creare le fondamenta del bene e fare in modo che proseguano al di là di noi. Allora, operiamo da esseri giusti e corretti, profondamente umani, degni della nostra civiltà. (Fausto Tapergi, 19 febbraio 2000)
     
31)
La libertà, la finanza, la comunicazione
Raccolta di interventi di Carlo Sini.
 
È tempo di riflettere sulla nostra cultura: così si dice oggi da più parti, dopo i tragici eventi dell'11 settembre. È quello che fa Sini in questa sua lunga riflessione ad alta voce, toccando temi cruciali quali la libertà di espressione, l'universo della comunicazione, del denaro e dell'economia globale, la dinamica ineguale del desiderio e della differenza sessuale. Lo fa con un dire diretto, a tratti "eccessivo", privo di tecnicismi intellettuali, sebbene nel suo discorso affiorino miti antichi, come il cinto di Venere o la favola di Gige, riferimenti a Platone, Aristotele, Nietzsche, Peirce e altri grandi protagonisti della cultura e del pensiero, analisi sorprendenti dei segreti della scrittura, della parola e del nome, della prassi politica antica e della moderna democrazia, dell’onnipervasiva forza del desiderio che lega gli uomini alla volontà della vita eterna, così come al potere terribile di dare la morte e di scegliere i propri morti. Analisi e proposte, come quella di valutare la libertà effettiva non in base ai principi, ma alle conseguenze, che, con la forza delle immagini, degli esempi e delle argomentazioni, suscitano di continuo la reazione critica e dialettica del lettore, coinvolgendolo in un ideale dibattito sulla nostra preoccupante attualità.
     
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La libertà. Atti del Festival della modernità Milano, 3-6 luglio 2008
Atti del Festival della modernità, Milano Senago 3-6 luglio 2008.
 
Libertà. Appena inventata questa parola, nel discorso occidentale, che cosa non si è fatto in suo nome: stragi, massacri, guerre, genocidi. In nome della libertà, la necropoli, la civiltà tanatologica. Accanto alla libertà è stato inventato il soggetto, una creatura vincolata alla libertà: da qui la cosiddetta libertà del soggetto. Nella costellazione l'idea di libertà viene accostata all'idea di bene, all'idea di origine, all'idea di morte, in breve, all'idea di padronanza. Il discorso della padronanza si tiene in nome della libertà. Questa è la libertà necrofila. C'è una libertà altra, che non è la libertà del discorso della padronanza, ma è la libertà della parola originaria. Una libertà che non è la morte e non è attribuibile al soggetto. È la libertà dell'invenzione, dell'arte, dell'oralità. (Armando Verdiglione)
     
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La mentalità comunista
Raccolta di interventi di Vladimir Bukovskij, Vasil' Bykov e Viktor Suvorov.
 
Sono qui raccolti gli interventi, pronunciati in Italia, di tre grandi intellettuali, Vladimir Bukovskij, Vasil' Bykov, Viktor Suvorov. Interpellati in differenti occasioni – per l'uscita di un loro libro, durante un congresso internazionale, in dibattiti pubblici – hanno dato la loro testimonianza di vita e di battaglia intellettuale. E hanno risposto alla domanda: "Esiste ancora una mentalità comunista?". Vladimir Bukovskij: "Il comunismo non è stato battuto, quelli che hanno cooperato con esso non sono stati né condannati né eliminati, tutt'altro: oggi sono al potere... In Italia sono arrivati al potere i comunisti per la prima volta nel dopoguerra, e nessuno è sembrato preoccuparsene. Io temo che noi viviamo in una situazione di schizofrenia morale e non siamo più capaci di dire bianco al bianco e nero al nero. E finché non riusciremo a farlo, finché il comunismo non verrà sottoposto a un processo di Norimberga come quello a cui fu sottoposto il nazismo, non potremo affermare di esserci liberati del comunismo...". Vasil' Bykov: "Se noi perdiamo di vista l'unico scopo dei bolscevichi, dei comunisti e dei dittatori, il rafforzamento della presa del potere, è impossibile capire la logica del loro modo di governare. Il loro esercizio del potere è dialettico: oggi condannano il nazionalismo e il giorno dopo gli danno il benvenuto; oggi esecrano il terrorismo ma non esitano a farne uso domani, dove faccia loro comodo. Dopo aver messo in guardia la società contro il terrorismo individuale, applicano i metodi del terrorismo di stato...". Viktor Suvorov: "Se siete davvero intenzionati a salvare il vostro paese e l'Europa dal totalitarismo, dovrete prima di tutto mutare radicalmente il vostro atteggiamento nei confronti del comunismo sovietico. Ma questo potrà avvenire soltanto se ci sarà un processo, se si apriranno gli archivi e il mondo potrà finalmente vedere per intero la vastità dei crimini del comunismo...".
     
34)
La politica. Atti del Festival della modernità. Milano 29 novembre-2 dicembre 2007
Raccolta di interventi di autori e scrittori Spirali, pubblicati nella collana "l'alingua - Università internazionale del secondo rinascimento"
 
La politica, quindi l'economia e la finanza, sembra appartenere alle dottrine dell'economia politica o della morale politica. Non è così. Quelle sono dottrine poste esattamente contro l'economia e la finanza: contro l'economia, che esige che la ricerca e la memoria si scrivano, e che è l'altrove della ricerca; e contro la finanza, che esige che l'impresa si scriva, e che è l'altrove dell'impresa. Le dottrine ne postulano la fine. Postulano cioè la fine dell'altrove. L'assenza dell'altrove è il postulato stesso dell'utopia. L'altra accezione della politica è l'ospitalità, con quello che abbiamo chiamato il gusto dell'ospitalità. È politica pragmatica, intellettuale, narrativa. Politica che si scrive e che dà un'altra accezione d'impresa, un'altra accezione di città, di banca, di compagnia di assicurazione, di azienda. È la politica che esige il dispositivo di parola e che non s'inscrive nella polemologia. Non appartiene al discorso della guerra. Non appartiene al discorso della politica. È la politica altra. (Armando Verdiglione)
     
35)
La scrittura. Atti del Festival della modernità Milano 24-27 maggio 2007
Raccolta di saggi pubblicati da Spirali.
 
Il tema della scrittura sembra un tema facile e scontato, quasi un luogo comune. Sembra acquisito che la scrittura abbia una funzione mnemonica e sia un veicolo del discorso. Ma la scrittura, da Leonardo in poi, è tutt'altra cosa. È scrittura dell'esperienza. È scrittura immemoriale. Scrittura attraverso la lingua, dove la lingua non è né nazionale né naturale né convenzionale. Non è la lingua in cui ognuno crede di parlare, ma è l'altra lingua, quella attraverso cui si scrivono la ricerca, la storia, e la lingua altra, quella con cui le cose che si fanno secondo l'occorrenza si scrivono: l'impresa, la città, la politica. È la scrittura in un processo di valorizzazione della memoria. Stabiliamo La scrittura come titolo di questo festival proprio quando sembra che la scrittura non abbia più nessun valore: sarebbe l'era della comunicazione? Sarebbe l'era dell'assenza di scrittura? La comunicazione che non sia luogocomunicazione si avvale della scrittura e nella scrittura ha la sua base. Non c'è comunicazione senza la scrittura. (Armando Verdiglione)
     
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La tolleranza nel terzo millennio. L'Altro, il tempo, la differenza
Raccolta degli atti del Forum mondiale di cifrematica, tenutosi a MILANO SENAGO, Villa San Carlo Borromeo, 10-12 giugno 2005.
 
La cosa più accessibile, la più accettata, la più comune è la concezione dell'intolleranza, sancita dal principio del terzo escluso, dal principio d'identità e dal principio di non contraddizione. Non è accettata la tolleranza come apertura, relazione, modo dell'inconciliabile: nessuna conciliazione, nessun compromesso sociale o politico. Non è accettata la tolleranza né come rimozione originaria né come deduzione dello zero. Non è accettata la tolleranza né come resistenza originaria né come seduzione dell'uno. Non è accettata la tolleranza né come funzione di Altro né come abduzione dell'Altro. Inaccetabile, infatti, è la parola: e già il due, lo zero, l'uno, l'intervallo. E neppure l'altro tempo. (Armando Verdiglione)
     
37)
Laogai. L'orrore cinese

Saggio di Harry Wu.

 

Mi chiedevo se esistesse un paese dove l'autorità poteva far cambiare opinione alla gente. Ebbene, i cinesi ci sono pienamente riusciti, attraverso la riforma del pensiero. Persino oggi, alcune vittime, intervistate, dicono ripetutamente di essere colpevoli, di essersi sbagliate. Oggi, non sono in molti a parlare dell'olocausto cinese o gulag cinese.
(Harry Wu)

     
38)
Le lezioni della mia vita. La medicina, la psichiatria, le istituzioni
Raccolta di interventi di Giorgio Antonucci.
 
Cominciai a capire che la medicina non funzionava quando entrai negli ospedali e mi accorsi che le relazioni con i vivi sono condotte con la stessa indifferenza che si ha verso i morti. E scoprii che la nostra medicina è un intervento sull’oggetto da accomodare. [...] Appare bizzarro, ed è terribile e disumano che, nel momento in cui una persona sta soffrendo, non ci sia il minimo interesse umano per quanto prova. È un modo che facilita la morte, un modo accettato passivamente da tutti, come se fosse naturale. L’ospedale così com’è oggi non risponde assolutamente alle necessità dei cittadini; è un luogo dove si va per essere riparati come degli oggetti, o dove si va a morire senza che nessuno prenda in considerazione il fatto che non siamo degli oggetti, bensì persone. (Giorgio Antonucci)
     
39)
Le radici classiche dell'Europa
Saggio di Vittorio Mathieu.
 
Cominciai con l'accorgermi, più di vent'anni fa, che il simbolo sotto cui va letta l'intera storia dell'Europa è l'avventura: nel bene e nel male. Il termine "avventura" (e "romanzo d'avventure") nasce tardi, dall'incontro fra l'eterno Viandante germanico e la stabilità ideale del Senato di Roma; ma forme e contenuti vengono dalla civiltà ellenistica, ereditata da Roma in politica non meno che nelle arti. Poi, per una felice occasione, mi accorsi che il primo autentico romanzo d'avventure era stata l'Odissea. Nel frattempo mi era accaduto di ritornare su un pensatore oscuro e, al tempo stesso, chiarissimo, posteriore a Omero ma anteriore alla classicità per eccellenza del V secolo ateniese: Eraclito [...], divenuto importante dopo che la scienza ha preso nella nostra vita il posto che ha adesso. La cosa più tipicamente avventurosa è la scienza: essa ci fa venire incontro continuamente cose nuove, ma queste cose nuove non esisterebbero neppure, se lo scienziato non si muovesse. Egli, senza sapere ancora che cosa siano, cerca e, mentre si muove, le cose gli vengono incontro. Tutte queste cose nascono e vengono verso di noi, sono ad ventura, nella misura in cui noi andiamo verso l'ignoto e cerchiamo di renderlo noto. L'avventura della scienza, dal punto di vista cronologico, è, forse, l'ultima avventura. Incomincia già prima, ma è quella che rimane più a lungo e che permane tuttora. In qualche modo, è quella che si è davvero estesa a tutto il mondo. Infatti, non esiste altra scienza oltre la scienza europea. È sempre la scienza europea che va all'avventura. (Vittorio Mathieu)
     
40)
Lo stato e il cittadino. Quali diritti? Quali valori?
Raccolta di interventi di Antonio Baldassarre.
 
La mia più grande preoccupazione è stata sempre quella di cercare di elaborare una teoria del diritto costituzionale conforme ai principi democratici di libertà e di uguaglianza, di fronte a una realtà che vede gran parte dei giuristi italiani – non tutti, per fortuna – seguire acriticamente una teoria del diritto pubblico che non è più presente in nessun altro paese del mondo e che, da noi, per pigrizia culturale, per provincialismo, o non so per quale altro motivo, risulta addirittura la teoria del diritto pubblico, anzi il diritto pubblico o il diritto costituzionale. Nasce da questa constatazione il modo di vedere nella Costituzione qualcosa di diverso.
     
41)
Medicina di vita. La scienza e la conquista della salute
Saggio di Giancarlo Comeri.
 
La scommessa di un medico scienziato: un'esperienza che non esclude il miracolo. Giancarlo Comeri è uno scienziato e un medico, uno scienziato perché medico e un medico perché scienziato. Scienziato dell'esperienza, nell'itinerario della sua vita, non cessa d'interrogarsi sulla rotta e sulla bussola in direzione della qualità. Da questa apertura intellettuale procedono le particolarità, i modi, le tecniche e le invenzioni dell'esperienza, nella battaglia e nella scommessa per la salute. L'approccio medico risulta approccio intellettuale: e, ciascuna volta, la novità poggia sull'humanitas, terreno dell'Altro, nonché dell'ospite. Quest'ospitalità secondo la medicina di vita, medicina di qualità, è distante da ogni apparato medicolegale o psicofarmacologico. (Armando Verdiglione)
     
42)
Medicina e umanità. Atti del congresso internazionale. Milano, 28-30 novembre 2003
Raccolta di interventi di autori vari.
 
La prevenzione si attua in base a chissà quale principio platonico di ereditarietà e, in fin dei conti, in base al principio della predestinazione. Infatti, la genetica, non in quanto tale ma in quanto ideologia, si prospetta come una dottrina della predestinazione, dottrina della gnosi applicata alla medicina e alla cura. E ognuno, quindi, nascerebbe predestinato [...]. Può capitare, a chi si trova in ospedale per un esame o per una cura, d'instaurare un'interlocuzione con il medico. Altre volte, regna il rapporto medico paziente, la dicotomia sociale circolare, come tra Prometeo e il fratello Epimeteo. Senza dispositivo intellettuale, gli officianti della medicina diventano intermediari, mediatori con una delega, ossia delegano tutto al farmaco, allo psicofarmaco o all'apparato. Come può avvenire una cura senza la parola? Sarebbe stato assurdo alla Scuola medica di Crotone nella Magna Grecia, e sarebbe assurdo oggi. (Armando Verdiglione)
     
43)
Milano, la città più città d'Italia
Saggio di Gianni Verga.
 
Lo scrittore Giovanni Verga, nel 1881, in occasione dell'Esposizione Universale, ha scritto su Milano e i suoi dintorni. Racconta di Milano, delle colline, degli agglomerati, dei laghi meravigliosi e poi, quasi con noncuranza, dice: 'Tutto ciò infine prova che Milano è la Città più Città d'Italia. Tutte le sue bellezze, tutte le sue attrattive sono nella sua vita gaia ed operosa, nel risultato della sua attività industre. Il più bel fiore di quella campagna ricca ma monotona è Milano; un prodotto in cui l'uomo ha fatto più della natura'. In quattro parole definisce Milano. La Città più Città d'Italia. Noi dovremmo riprendere oggi l'ambizione di far diventare Milano la prima città quanto meno nel Mediterraneo e poi rilanciare la grande sfida, che era nel dopoguerra, di Milano prima città d'Europa. (Gianni Verga)
     
44)
Modernitas. Atti del Festival della modernità Milano 22-25 giugno 2006
Raccolta di saggi pubblicati da Spirali.
 
La festa della parola è festa della scrittura dell'esperienza. Esperienza originaria. Senza l'idea di ritorno. Scrittura del viaggio intellettuale, mai circolare. E la memoria — ricerca e impresa — si capitalizza, si qualifica, si valorizza. La modernità è il modo della parola. Modo della logica. Modo del viaggio. Modo della scrittura. E la città moderna è la città dell'ospite, la città con la sua politica del tempo nella sua eternità e nel suo infinito. E si cifra secondo l'aritmetica. (Armando Verdiglione)
     
45)
Questione cancro
Saggio di Georges Mathé, Elisabetta Pontiggia e Paolo Pontiggia.
 
Abbiamo sviluppato – e l'amico e maestro Georges Mathé è stato sicuramente un precursore – terapie di tipo biologico (ipertermia, stimolazione immunitaria, trattamenti ormonali, interventi di tipo metabolico) che, con costi contenibili, possono essere proseguite molto a lungo, anche per diversi anni, o possono essere ripetute a distanza di tempo, in quanto quasi prive di effetti collaterali. Nella stragrande maggioranza dei tumori, una terapia dolce è possibile e può essere integrata con le terapie tradizionali. Così è possibile modificare gli schemi di trattamento in rapporto alla situazione clinica del paziente, con risultati sicuramente apprezzabili sia per l'attività antitumorale diretta sia per la qualità di vita. "Come gestire il cancro? La questione cancro è una questione intellettuale? E, gestire, che cosa implica? Capire e intendere, e intervenire. L'intervento, per quanti farmaci e terapie ci siano, è nella parola. È intervento intellettuale". (Armando Verdiglione)
     
46)
Quodlibet. Briciole del mio mulino
Saggio di Roberto Busa S.J. pubblicato da Spirali nella collana "Università internazionale del secondo rinascimento"
 
Padre Roberto Busa, nella sua presentazione, chiama queste briciole “fiorellini sbucati da una muraglia”. La muraglia di cui parla non sono mura antiche, ma impianti di strade di cultura proiettate verso il futuro. Da cinquant’anni, infatti, la stampa internazionale riconosce a padre Busa la funzione di pioniere nell’uso del computer per elaborazioni automatiche di testi, chiamata anche informatica linguistica o “computational linguistics” o “computer and humanities”. La vita e l’opera di padre Busa segnano quindi un momento di alcuni trend, ossia di direzioni attualmente in corso nella evoluzione delle attività di diffusione del sapere. Esse sono anzitutto un riavvicinamento tra scienze della natura e scienze esatte da una parte, e scienze umane dall’altra: infatti, quando con il libro di Norbert Wiener nel 1948 nacque la cibernetica, i computer per alcuni anni erano stati giornalisticamente presentati come rivali e soppiantatori del pensiero. Inoltre, da almeno un secolo e mezzo in Italia le due culture, ecclesiastica e civile, si comportavano come reparti stagni, per storiche allergie e frizioni tra anticlericali e clericali. Ma è già da qualche anno, o forse decenni, che se ne profila una osmosi reciproca e fruttifera. (S.E.R. Mons. Giuseppe Pittau S.J.)
     
47)
Scritture della rivoluzione cifrematica. Forum mondiale del secondo rinascimento, 3-5 dicembre 2004
Atti del Forum mondiale del secondo rinascimento. Villa San Carlo Borromeo, Senago-Milano
 
La rivoluzione di cui in questo congresso discutiamo è la rivoluzione della parola, per cui le cose si rivolgono alla qualità. Perchè si rivolgono alla qualità? Perché procedono per integrazione e dall'apertura originaria, e secondo il loro idioma, secondo la loro particolarità. Qui, abbiamo prospettato un'altra accezione di rivoluzione che non è quella circolare, è una rivoluzione senza più cerchio, senza più unità e senza più linea, la spirale, quella che Leonardo chiama la forza intellettuale, e Machiavelli la virtù intellettuale. Questa è la rivoluzione. Le cose si rivolgono alla cifra, alla qualità intellettuale, al valore assoluto. Senza più soggetto. Senza più la negativa del tempo e dell'Altro. (Armando Verdiglione)
     
48)
Sì, logo
Libro di Ferdinando Cionti.
 
Avvocato e giurista, ricercatore e giornalista, Ferdinando Cionti espone qui il marchio e la sua storia, che è la storia della globalizzazione economica, e non solo. La sua è una risposta alle tesi sostenute nel libro di Naomi Klein, dal titolo No logo. Due giorni di laboratorio editoriale, di conversazione con intellettuali ed esperti di comunicazione sull'istituto giuridico più rilevante e controverso dell'ultimo secolo per esplorare dall'interno i meccanismi dell'economia globale, i suoi presupposti anche politici e le sue conseguenze. Insomma una conversazione che interessa certamente il giurista, il semiologo, l'imprenditore, ma che, rifuggendo da tecnicismi, interessa chiunque voglia seguire più consapevolmente il tumultuoso sviluppo della globalizzazione che coinvolge tutti noi.
     
49)
Università internazionale del secondo rinascimento
Collana del secondo rinascimento
 
In questa collana sono raccolti gli interventi, le lezioni e gli atti degli incontri tenuti presso l'università del secondo rinascimento, Senago, Villa san Carlo Borromeo
     
50)
Vivere il monumento. Conservazione e novità
Saggio di Lorenzo Jurina.
 
Questo libro contiene commenti, riflessioni e aneddoti sulle mie esperienze professionali e di ricerca, raccontate in modo sintetico e colloquiale. Rispetto al monumento, il mio approccio è quello dell'intervento conservativo, il tentativo cioè di conservare e di valorizzare non soltanto l'aspetto apparente e la fruibilità dell'opera, ma anche i materiali di cui essa è composta e le tecnologie con cui è stata realizzata, quali testimonianze di una storia, anche tecnologica e materiale. una storia irripetibile, rispetto alla quale io credo sia legittimo aggiungere, piuttosto che sostituire o eliminare". Nel CD-ROM allegato ci sono la versione digitale del testo e numerosi articoli sul tema del restauro e del consolidamento strutturale, presentati a convegni e pubblicati su importanti riviste specializzate.
     











 
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