The Second Renaissance
     
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 Dottor Sottile

 Giornale di viaggio. 1769



Francesco Saba Sardi
Dottor Sottile

Collana: Romanzi

pp 412   15,49 €
Anno pubblicazione: 1984
ISBN: 8877701226

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Romanzo di Francesco Saba Sardi.
 
Scheda
Il fine divertissement di uno scrittore vulcanico, unico per inventiva e creatività

Traduttore da cinque lingue di Thomas Mann, Wilde, Hugo, Fromm, Melville e tanti altri, Saba Sardi è un poliglotta dalla fine genialità e in questo libro ci offre la summa di quindici anni di lavoro letterario tradotti in scrittura, umorismo e gioco. Un romanzo colto, erudito, di finissima ricerca letteraria, dove il lazzo si sposa con la citazione colta, il latino con il dialetto.
Un'opera titanica accostata dalla critica ai migliori lavori di Joyce e Gadda.
 
Abstract
Il romanzo è una miscela assurda, vuol essere azione e pietrifica ogni gesto e detto come se a recitarli fosse Medusa in persona, ma non desiste, il maledetto, dalla prova, non si sa bene se iniziatica o sportiva, di farne un mosaico di polverami e granelli, e il Dottor Sottile, sottile cercatore dell'anima galileiana, si involge in prospettive cangianti di racconti dentro racconti, sebbene l'autore (che per tutta la durata della fabbricazione, seguendo il saggio consiglio di Joyce, è rimasto a limarsi le unghie e a baloccarsi, mentre l'Opera si faceva a sua insaputa) ignori il senso e lo scopo di quest'arrogante definizione. Orbene, il Dottor Sottile, ridottosi a sostanze fuori dell'azione, cioè a nomi, nonostante il sintattico organarsi del suo percorso, secondo un antico vizio anche suo, in un indispensabile Prologo, un Corpo e una Cauda, incappa nell'estatica, incoerente contemplazione di Mania, dopo averla a lungo e scolasticamente perseguitata. Insomma, rinuncia a essere persona e alla categoria di tempo, scomparendo travolto dal festum fatuorum conclusivo. Inutile soggiungere che, partito da presupposti sintattici e fotografici, perde di vista, sedotto dall'incompetenza della parola a farsi lettura del mondo, il ben dell'intelletto. Lo ritroviamo, a quanto pare, mischiato alle fibre di un albero, tessuto egli stesso, ovviamente paratattico, scoordinato, galgenbumorico, disaffine, prolattico, atonale, carnevalesco, demenziale, quaresimale, scomposito, traumatizzante, sconcio, fittizio, falso, obliquo, tenebroso, angelico, illeggibile, e chi più ne ha più ne metta. Sicché, questo non è un romanzo: è una lingua. Nulla di simile esiste nella letteratura mondiale dacché gli etruschi hanno inventato l'italiano. E soprattutto sia chiaro: non è un libro per tutti. Sulla soglia vigilano incorruttibili guardiani. Il prezzo? Farsi lettoratori.
 

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