Durante una gita con la famiglia, un ragazzo di dieci anni si getta da un dirupo di Les Baux de Provence. Subito, si mette in moto un'articolata macchina investigativa, che sollecita le più svariate ipotesi e interpretazioni. Nessun motivo apparente. Ma via via emergono piccoli indizi: gli ambiziosi progetti del padre per il figlio, intelligentissimo e precoce; l'ostentata indifferenza dinanzi ai suoi sforzi; la relazione della madre con il capitano di polizia che conduce le indagini e che dieci anni prima aveva indagato sul marito, sospettato di spionaggio: l'idea, improvvisa, di non essere figlio di suo padre. Sullo sfondo, una balla casa finemente arredata, affollata di domestici, di ospiti, di quadri, fra i quotidiani silenzi crudeli intorno alla tavola e le miriadi assordanti di parole smozzicate nei party offerti dalla bellissima padrona di casa, Mercedes lucenti che vanno e vengono, nel cuore di una labirintica Manhattan. Una Babele di lingue s'intreccia e si dipana nelle conversazioni a strati e su differenti registri, a ritmo serrato. Dall'inquadratura di un dettaglio la macchina da presa insegue i campi lunghi, e dal racconto principale si diramano altri racconti (un romanzo sudamericano, scene d'amore in una camera da letto, una festa di compleanno, un assassinio sulla spiaggia, una donna che s'incammina nell'Oceano). Romanzo di Edipo metropolitano. Romanzo epico. Un padre e un figlio. Quale padre e quale figlio? Ciascuno parla nella sua lingua. Il figlio si uccide. Ma a questo punto... |