L'arte non è impegnata entro i confini del mondo, già definito e già interpretato come lo sguardo se lo rappresenta. L'arte in generale e la pittura in particolare non si lasciano assorbire nella routine, nell'applicazione pratica e funzionale, non si lasciano ridurre alla "logica di mercato" o alle "strategie di potere". Per questo, la partecipazione artistica alla vita è una forma di responsabilità ben più ampia di quella che si limita a vivere la vita dal di dentro. L'arte sovverte la "visione realistica" del mondo. L'arte raffigura l'alterità della vita, la sua ambivalenza, perturbando l'ordine costituito, le abitudini, i pregiudizi, gli stereotipi. L'arte e la vita sono reciprocamente coinvolte; la vita deve guardare all'arte non come ornamento e decorazione - l'uso dei colori come cosmetici (Malevic) - ma come ricerca, attività critica del "mondo degli oggetti". Per essere effettivamente vita, e non inerte ripetizione e mantenimento dell'ordine convenuto, la vita deve rinnovarsi attraverso l'arte. Artisti come Kazimir Malevic, cui questo libro è fondamentalmente dedicato, hanno cercato con la loro opera di costruire una teoria per uscire dallo sguardo dominante. Il titolo del libro, Lo squarcio di Kazi1l1ir Malevic, indica l'approdo di questa ricerca. |