The Second Renaissance
     
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Francesco Saba Sardi
Il traduttore libertino. Parola. Scrittura. Città

Collana: l'alingua

pp 226   15,49 €
Anno pubblicazione: 1997
ISBN: 9788877704641

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Saggio di Francesco Saba Sardi.
 
Abstract
Libertino, come a dire spregiatore di dogmi, secondo l'accezione attribuita al termine dal Seicento in poi prima che venisse piegato a tutt'altro significare. Tolleranza, insomma. E in questo "dialogo non filosofico" si scontrano infatti un Giocoso, attuale assertore della libera fecondità della Parola (parlante, scrivente, dipingente, danzante, cantante…) e un Semantico, altrettanto attuale, accademico, assertore della alquanto metafisica riduzione della parola a un sapere fondantesi sul biologismo delle circonvoluzioni cerebrali. Un dialogo che, prendendo le mosse dalla microcosmica eppure importantissima vexata quaestio della traduzione, attraversa la Scrittà, intendendo la città come fondazione e sede della scrittura, la felicità del narrare che nega, contesta, esalta, e si conclude con un Elogio dell'oscurità, infera e paradisiaca patria della póiesis contrapposta all'aridità della téchne.
 

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Indice
I
Dove Semantico si erge a paladino della linguistica, e Giocoso la fa oggetto di beffe

II
Dove Giocoso si diletta con giochi di parole sulla parola, ritenendoli piン proficui dell' affannosa ricerca della Verità, non senza un excursus sul mito della fondazione della città

III
Dove Giocoso proclama l'universalità e la perenne banale presenza della traduzione e come le sia stato imposto il cilicio della sintattizzazione

IV
In cui le posizioni dei duellanti sembrano proprio inconciliabili, entrambi incapaci di mollare l'osso

V
In cui si ripropongono le stesse, inconciliate posizioni, il contenzioso riguardando tutt'intero il nostro vivere, checché supponga il paziente Semantico

VI
Dove Giocoso invita ancora a ritrarsi nella più intima alchimia della parola, nella polifonia, e Semantico esalta l'utilità dei commenti: per capire, dice, cos'è la forma

VII
Dove si discetta di menzogna e verità, senza venirne a capo; e dove ci si chiede: a che serve la traduzione? E più ancora: come si può e si deve tradurre?

VIII
Riusciranno i nostri due contendenti a mettersi d'accordo almeno nel dare qualche utile consiglio a chi vuole dedicarsi al mestiere, dice uno, all'arte, dice l'altro, della traduzione?

IX
Macché. Non erano riusciti a trovare un terreno d'intesa. Chiacchiere inutili, dunque, senza costrutto, le loro? E per chi si aspetta da essi un'idea, un consiglio, una speranza?

Elogio dell'oscurità. In guisa di appendice
 
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