The Second Renaissance
     
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1)
1999. L'uomo che voleva essere guarito

Romanzo di Georges Mathé.

 

Nel 1999, Bensmith, che ha successo negli affari in Yankia, viene a sapere di essere colpito da un male strano, il male globale. A dire il vero, siccome non soffre nulla, non si preoccuperebbe se la sua compagna Ruth e, sopra tutto, la sua M.A.M.A. (Mutuelle Assurance Maladia Accidents) non l'obbligassero a farsi curare.
Il guaio è che nel 1999, in Yankia, la medicina, diventata collettiva, è pazza. Il cancro è scomparso con la maggior parte delle malattie, ma le macchine diagnostiche hanno inventato altri mali e i malati vengono curati solo per "randomizzazione", cioè tirando a sorte il loro trattamento.
In Europa, forse...
E l'uomo che voleva essere guarito si avventura in una pazza odissea che, attraverso un mondo supertecnicizzato e gadgetizzato, lo condurrà fino all'ultimo vero medico del mondo, che esercita clandestinamente, nonché illegalmente, in rue Lepic, la medicina tradizionale.

     
2)
Abraham

Romanzo di Marek Halter.

 

La storia incomincia dall'anno 70 d.C., quando lo scriba Abraham fugge da Gerusalemme in fiamme, per arrivare a quel giorno del 1943 in cui il tipografo Abraham Halter muore tra le rovine del ghetto di Varsavia.
Attraverso i secoli e le tribolazioni e gli eccidi e la gioia di vivere e l'intelligenza e l'umorismo, cento generazioni, dal Medioriente al Nordafrica e attraverso tutta l'Europa, si sono trasmesse il "libro di famiglia", memoria dell'esilio. Fino a Marek Halter, ultimo "scriba", che oggi riscrive la grande avventura.

     
3)
Addio da nessun dove
Romanzo di Vladimir Maksimov.
 
Addio a chi? Addio al bambino che Vlad Samsonov è stato. Addio ai suoi che ha perso, morti o espatriati. Addio da nessun luogo e da ogni luogo, come si vuole: è un addio gridato dal giovane Maksimov in tono profetico e per anni e anni in questo romanzo interamente autobiografico. Sballottato fra genitori in disaccordo mentre infuria la guerra, in preda ai tormenti dello stalinismo e ai disordini dell'esodo, commettendo furtarelli che lo porteranno di prigione in prigione attraverso la Russia, la Siberia, il Caucaso, l'Asia orientale, un vagabondo s'incammina verso la propria vocazione di scrittore. Il vasto quadro delle tribolazioni, l'infinità dei microcosmi che attraversa, la rapidità dei cambiamenti di scena valgono a rendere la lettura di questo romanzo avvincente e mobilissima, e a questo contribuisce il linguaggio che trova la sua più ricca gamma nella parlata delle campagne e nel gergo delle galere e nella lingua stessa dell'autore, assai bella.
     
4)
Angelica o l'incanto
Romanzo di Robbe-Grillet.
 
Questo volume a guisa di romanzo è di Alain Robbe-Grillet è, in una certa misura, il seguito dello Specchio che ritorna. L'autore prosegue la sua avventurosa ricerca attraverso i ricordi dell’infanzia e dell'adolescenza, che hanno lasciato tracce, trasformate, embricate, ricorrenti, nell'opera dello scrittore o del cineasta. Questa volta, sono sopra tutto le immaginazioni erotiche del ragazzino a occupare la poltrona in prima fila, insieme con le riflessioni dell'adulto intorno alla parte che hanno il sadismo e il crimine sessuale nella fantasmatica maschile. Ma, ben presto, la "graziosa fanciulla" appare il contrario di una semplice vittima, risplendendo di una luce che è una trappola abbacinante: il fascino mortale della strega. Così, la grande guerra perde il suo volto di fango, per svolgersi ormai in una foresta incantata, dove dragoni francesi e ulani prussiani sono alle prese con le fate e con i loro torbidi sortilegi, e si ha il diritto di chiedersi se non siano tutt'altro che giovani spie suscitate dal nemico.
     
5)
Anni di passione
Romanzo di Dominique Desanti.
 
Ariane, divenuta celebre fotografa, rievoca cinquant'anni di tumultuoso passato a partire dall'anteguerra, passando per i paesi dell'Europa dell'Est al tempo dei processi di regime, e nella Francia tormentata dalla questione algerina, poi tra la gioventù americana travagliata dalla guerra del Vietnam, e ancora nella Parigi del sessantotto. Passioni e passione politica si sono intrecciati per lei e per gli uomini più importanti della sua vita, il marito Sébastien e Xavier de Keroualen. Sébastien, architetto, attraversa le utopie dell'urbanistica di quei decenni, illudendosi di costruire un mondo vivibile. Ariane, chiamata a fotografare cerimonie e avvenimenti ufficiali, oscilla fra il dovere di riprodurre i momenti storici – dove l'ideologia dell'epoca dà l'illusione che si svolga qualcosa di essenziale – e il piacere di fotografare dettagli di paesaggi o particolari di volti e corpi, dove qualcosa d'insolito si scrive per lei come enigma. Xavier, nobiluomo bretone, che in gioventù aveva scelto l'azione, deluso dalle ipocrisie del Partito, lo abbandona per andare incontro, suo malgrado, ai successi dell'epoca, fino a diventare un personaggio mediatico. Mai Dominique Desanti aveva così intensamente mescolato il reale e l'immaginario, lo storico e il quotidiano, il pubblico e il privato.
     
6)
Apoteosi di un libertino
Romanzo di Francesco Burdin.
 
"La carriera del libertino, vivace, allegra, dissipatrice, s'interrompe il pomeriggio in cui egli si corica al fianco della moglie da poche ore passata ai più; sciagurata imprudenza. Non riuscirà più a svegliarsi: è la catalessi. Da quel momento la sua possibilità di partecipare a quella che chiamiamo sbrigativamente la 'continuità dell'essere' si limita a una percezione del quotidiano puramente auditiva. A confortarlo della sua minorazione resta al catalettico l'intatta capacità d'intendere e, non gran che più utile ma almeno più consolante, una felice facoltà di ricordare. I viaggi nella memoria divengono così l'alternarsi naturale a una presenza o vitale o irrimediabilmente passiva, e i capitoli del libro registrano gli uni e l'altra con la puntuale cadenza di un rondò. Le avventure gaie e luminose della spudorata giovinezza s'intrecciano volta per volta con le inamabili disavventure di quest'epoca ormai chiaramente votata alla sofferenza. Una via d'uscita tuttavia si aprirà: sarà alla fine l'Apoteosi. Nel mio nono romanzo – che vuol essere insieme interpretazione, parodia e metafora dell'esistenza umana e del mondo – ironia, talvolta sfacciata talaltra impercettibile, ma anche tenerezza e, perché no?, pietà guidano instancabili la pagina per accendere un fuoco d'invenzioni, di personaggi provocanti e insopprimibili, di episodi enigmatici, di burleschi espedienti narrativi. Cervantes e Poe, Sterne e Voltaire sono gli amati e invocati suggeritori di un'operetta a lungo trattenuta dall'autore, fra le mani, che conclude una trilogia incominciata con Antropomorfo e Davenport". (Francesco Burdin)
     
7)
Argentina Argentina
Romanzo di Marek Halter.
 
Accade in Argentina ma potrebbe accadere altrove. Marco Mahler pittore francese e ebreo è minacciato di morte a Buenos Aires, la città che ama e dove ha vissuto a lungo. Buenos Aires: piove, sull'asfalto lucido delle avenidas le pattuglie si muovono a ritmo di tango, i terroristi uccidono... L'intrigo? Un paese che sotto la duplice pressione del terrorismo di destra e di sinistra scivola man mano verso il fascismo. Una società in fondo così vicina alla nostra e in cui la popolazione è costituita in maggioranza da immigrati italiani che vedono il tessuto democratico disfarsi lentamente. In mezzo a questo naufragio, un uomo tenta disperatamente di opporre alla brutalità dell'ambiente la pratica della morale, la pratica della legge, la pratica della parola... Argentina Argentina è un romanzo politico. È un romanzo poliziesco. È forse anche un romanzo autobiografico. Marco Mahler il protagonista risulta quasi un sosia di Marek Halter. Le sue conversazioni con i brigatisti argentini sorgono dall'urto tra il vecchio umanesimo ebraico e la moderna violenza. Da questa storia di lacrime, di sangue e di tenerezza esce un presentimento dell'impossibile incontro tra l'ultimo dei giusti e il capo delle brigate rosse. È anzitutto un bel libro che la critica ha accostato a Dos Passos o a Malraux.
     
8)
Avventura a Capri

Romanzo di Fausto Tapergi.

 

Due giovani sposi, Francesco e Betti, sono in viaggio turistico a Capri. Il caso li fa incontrare con una coppia facoltosa che possiede una lussuosa villa a Anacapri, il commendatore Carlo Rinaldi e la bella moglie Vittorina. Sono invitati ad alloggiare alla villa e a vivere per alcuni giorni nella lussuosa ospitalità e nello splendido panorama.
Comincia per loro un'avventura fra il galante e il proibito. Le virtù e i sani principi della coppia giovane sono continuamente insidiati dalla coppia più anziana e dai loro amici, inclini a promiscuità sessuali. La tentazione corre lungo il piacevolissimo racconto, ma qualcosa d'inaspettato interviene: Francesco si fa apprezzare per le competenze economico‑finanziarie e il commendatore gli offre un importante ruolo nella sua azienda; Betti si fa notare per la sua bellezza da un agente di spettacolo che le propone una carriera di attrice. Le ombre sembrano dissiparsi, ma resta l'equivoco, che non è qualcosa di morale, ma risulta strutturale nel vivere.

     
9)
Buonasera, buonasera
Romanzo di Enzo Nasso.
 
Buonasera, buonasera racconta la vicenda di un giovane meridionale che trascorre gli anni dall'infanzia alla giovinezza in un paese dominato dall'antica mafia (quella che non aveva ancora scoperto l'arma da fuoco), con i suoi riti iperbolici e la sua spagnolesca, ora comica ora drammatica, irregolarità dei costumi. dopo crude esperienze, deluso dai rapporti sociali e familiari e da quelli di sesso, il protagonista emigra in un'Italia separata alla ricerca di un nuovo tipo di società. Ma qui ritrova, sia pure sotto altre apparenze, le stesse convenzioni e le stesse credenze arcaiche del paese, tra donne di strada, contrabbandieri di sigarette e librai lussuriosi. S'inventa, allora, una professione: quella del raccontatore di favole, avviando un commercio redditizio che, nell'allegoria, allude all'industria dei media. Questo è un racconto di vicende fantasiose, imitate dalla vita. Ma vuol essere anche l'allegoria delle cose che non si concludono mai in questo paese, né in pubblico né in privato. Vivete tutti, calabresi e italiani, ricchi e poveri, galantuomini e camorristi, dominanti e dominati, in un groviglio di problemi irrisolti, consolati (o avvertiti della realtà) da fabulatori insipidi. Che Dio vi benedica, paesani miei!. (Enzo Nasso)
     
10)
C'era una volta la filosofia
Romanzo di Silvio Ceccato.
 
C'è "il Vecchio", sulla panca di un giardino con i suoi amici, i peripatetici della Guastalla, impegnato nelle più sottili dissertazioni sulle varie correnti filosofiche, alla ricerca degli "originari"; e c'è lui, Silvio Ceccato, che di "quelle cose" si è fatto "burlone, saltimbanco, libertino della mente". Ellissi, iperboli e parabole, senza le regole ufficiali della grammatica e dell'algebra, raccontano l'esperienza di un ricercatore. La scrittura è incalzante, come il ritmo della vita. E il racconto è semplice, come gli scarabocchi dei bambini. Questo libro è la straordinaria testimonianza di un uomo che ha messo in gioco la sua vita, per trovare qualcosa, per lasciare qualcosa, perché qualcosa resti.
     
11)
Caccia all'uomo
Romanzo di Vasilij Bykov.
 
Nella primavera del 1930, in Bielorussia, in seguito alla collettivizzazione della terra, i contadini "ricchi" o presunti tali, i kulak, sono spogliati di tutto e, insieme con le famiglie, vengono mandati nei campi di concentramento o confinati in impervie e remote regioni. Chvedor, nella lunga deportazione, prima vedrà morire di stenti la moglie Hanul'ka, poi la piccola Olja e, infine, verrà a sapere, per caso, che il figlio Mikolka, divenuto funzionario del soviet, lo ha rinnegato per opportunismo. Ormai spogliato di tutto, Chvedor fugge dal campo, e dopo avere percorso a piedi migliaia di chilometri, spinto dalla forza straziante della nostalgia per la sua terra, arriva al suo villaggio. Ma sarà costretto a nascondersi, braccato come una bestia: l'invidia e la collera della sua gente gli daranno la caccia.
     
12)
Caroselli
Romanzo di Jacques Henric.
 
L'Italia. Il mattino. Il rosa delle pietre e del cielo. Il battito d'ali dei colombi. Dopo una notte d'intenso frastuono interiore. Emergendo da una stanchezza tenace e antica. Spossato e tuttavia stranamente dotato di un'energia nuova. Caroselli si apre su questo risveglio, sul come di questa nascita. Uno di questi momenti di acuta lucidità che si provano dopo una depressione, o un abuso di tossici, in cui la storia del mondo e la tua storia singolare ti appaiono all'improvviso tra urti fantastici di forme, colori, suoni, parole. Ai ricordi personali e alle immagini di un intimo crollo si mescolano volti e eventi della storia antica o contemporanea. Il romanzo, che è insieme autobiografia, saggio, taccuino di viaggio, poesia, racconto storico, diario intimo, è costruito intorno a tre assi: tre viaggi intrapresi a breve distanza di tempo l'uno dall'altro in Grecia, a Gerusalemme e in Italia. Stabilito un legame fra la caduta di uno solo (costante è il riferimento all'affresco della Cacciata dei progenitori di Masaccio) e lo sfascio di tutti, il romanzo costituisce un invito a seguire il filo di una verità – di una crudeltà – che corre di catastrofe in catastrofe. Ai colori delle pietre e del cielo d'Italia si aggiunge un altro rosa: quello delle braci su cui camminiamo e che a volte, come suggeriva Sade, ci danno un'aria bizzarra come in un ballo.
     
13)
Celebrazione hassidica. Ritratti e leggende
Romanzo di Elie Wiesel.
 
Il hassidismo, movimento sorto nel Settecento fra il popolo ebraico disperso ai confini dell'Europa centrale e orientale, non ha costituito una dottrina né un'ideologia. È stato anzitutto un modo di essere, di vedere e di vivere. Al principio un visionario solitario: Israel Baal Shem‑Tov, il maestro del buon nome. Agli ebrei oppressi da secoli di persecuzione lancia un sorprendente appello alla gioia. E i suoi discepoli, il gran Maghid, Levi‑Itshak di Berdicĕv, Israel di Ružin o Rabbi Nahman di Bratslav, attraverso una strana rete di comunicazioni e di successioni, sorgeranno qua e là, susciteranno gli entusiasmi, animeranno le comunità.
     
14)
Cieli d'Italia
Romanzo di Anacleto Verrecchia.
 
Tipi curiosi e bizzarri s'incontrano nei cieli d'Italia: Amilcare, così stravagante, che avrebbe dato filo da torcere a dieci psicologi messi insieme. Bastiano, tracagnotto ma agile come una faina che, quando non aveva niente da fare, e accadeva per la maggior parte dell'anno, saliva sull'altura e si metteva a contemplare l'Etna, perdendosi in sogni e fantasticherie senza fine. Pietro, lungo e diritto come un abete bianco. Giovanni, che quando a passi lenti e con una pertica in mano compariva sulle sponde del lago, faceva pensare a una specie di dio marino, ma quando si aggirava in mezzo ai larici, con uno stranissimo berretto sulle ventitré tutto tempestato di variopinte penne d'uccelli, sembrava un fauno. E ancora nietzscheani e wagneriani a duello in una Bayreuth dove "l'atmosfera è germanica, ma la gazzarra italiana", come scrive Vittorio Mathieu nella prefazione.
     
15)
Contro la malinconia. Celebrazione hassidica II
Romanzo di Elie Wiesel.
 
Che cos'è il movimento hassidico se non una protesta contro l'isolamento? Nell'Europa centrale del diciottesimo secolo, dove la miseria e l'angoscia fiaccano il popolo ebraico, i maestri hassidici lanciano un grande appello alla speranza, alla felicità, all'amicizia, insegnando agli emarginati la storia e la memoria ebraica. La testimonianza dei maestri, i loro atti e le loro parole sono un invito alla celebrazione, e ciascuno di loro dispone di armi particolari: in uno saggezza, in un altro preghiera, in altri ancora umiltà, compassione, riso e perfino silenzio. In questo secondo tomo di Celebrazione hassidica, Elie Wiesel ci rivela le circostanze e insieme il senso della lotta contro la malinconia condotta da nove maestri hassidici. La gioia, la fede, la speranza sono possibili quando trionfa la morte? Risponde Rabbi Moshè-Leb di Sasovo: "Volete trovare il fuoco? Cercate nella cenere".
     
16)
Daimon
Romanzo di Furio Sampoli.
 
Non era un uomo come gli altri, e neppure soltanto un comandante di eserciti o soltanto un dittatore. Quando nel Foro con i suoi legionari schierati ai piedi della basilica si proclamò l'invincibile, e pareva un dio nelle sembianze di Lucio Cornelio Silla, svegliò il sospetto e l'ira degli dei. Silio, così simile a Silla da perdere il limite dell'identità, ne scrive le memorie, i segreti, le perversioni. Controfigura di Silla negli amori notturni di una Roma affascinante, anche Silio vive l'avventura capricciosa di quel Daimon, che lo prende nel gioco della complicità, poi lo trascina nella sua rovinosa invidia.
     
17)
Davenport. Il trionfo di una esistenza postuma
Romanzo di Francesco Burdin.
 
Allo scrittore triestino non interessa tanto "la spiegazione reale degli avvenimenti" quanto "lo spiritualmente tipico... l'aspetto fantomatico di essi", operando una sorta di rimpasto delle cose, una loro lievitazione onirica.
     
18)
Donne di Calabria
Romanzo di Luigi Condemi di Fragastò.
 
Bettina era figlia del massaro Stefano Nocita, mezzedro del medico Alì. Il massaro gliel'aveva dovuta dare la sua Bettina: come rifiutare a Carmine Lunìa la richiesta del matrimonio? E poi, don Ilario Caminiti avrebbe fatto da compare d'anello. Era gente di rispetto, quella, e l'aceto, se c'era, doveva essere custodito dentro. Miele, solo miele fuori... Dall'antica terra di Calabria, novelle sempre raccontate e mai scritte, trasmesse di padre in figlio, rimaste custodite fra le pietraie assolate, nei boschi inattraversabili, negli anfratti di mare: la loro eco finalmente risuona dalla collina, una delle tante in quella regione. Bettina, Giuditta, Teresa, Catuzza, Luana, Concetta arrivano a noi con le loro storie intricate e semplici che si combinano e s'intrecciano in una lingua immemoriale e nuova.
     
19)
Dottor Sottile
Romanzo di Francesco Saba Sardi.
 
Il romanzo è una miscela assurda, vuol essere azione e pietrifica ogni gesto e detto come se a recitarli fosse Medusa in persona, ma non desiste, il maledetto, dalla prova, non si sa bene se iniziatica o sportiva, di farne un mosaico di polverami e granelli, e il Dottor Sottile, sottile cercatore dell'anima galileiana, si involge in prospettive cangianti di racconti dentro racconti, sebbene l'autore (che per tutta la durata della fabbricazione, seguendo il saggio consiglio di Joyce, è rimasto a limarsi le unghie e a baloccarsi, mentre l'Opera si faceva a sua insaputa) ignori il senso e lo scopo di quest'arrogante definizione. Orbene, il Dottor Sottile, ridottosi a sostanze fuori dell'azione, cioè a nomi, nonostante il sintattico organarsi del suo percorso, secondo un antico vizio anche suo, in un indispensabile Prologo, un Corpo e una Cauda, incappa nell'estatica, incoerente contemplazione di Mania, dopo averla a lungo e scolasticamente perseguitata. Insomma, rinuncia a essere persona e alla categoria di tempo, scomparendo travolto dal festum fatuorum conclusivo. Inutile soggiungere che, partito da presupposti sintattici e fotografici, perde di vista, sedotto dall'incompetenza della parola a farsi lettura del mondo, il ben dell'intelletto. Lo ritroviamo, a quanto pare, mischiato alle fibre di un albero, tessuto egli stesso, ovviamente paratattico, scoordinato, galgenbumorico, disaffine, prolattico, atonale, carnevalesco, demenziale, quaresimale, scomposito, traumatizzante, sconcio, fittizio, falso, obliquo, tenebroso, angelico, illeggibile, e chi più ne ha più ne metta. Sicché, questo non è un romanzo: è una lingua. Nulla di simile esiste nella letteratura mondiale dacché gli etruschi hanno inventato l'italiano. E soprattutto sia chiaro: non è un libro per tutti. Sulla soglia vigilano incorruttibili guardiani. Il prezzo? Farsi lettoratori.
     
20)
Dove
Romanzo di Stelio Mattioni.
 
Cinque uomini si trovano per caso sul bordo di un fosso in una pianura sconosciuta e deserta. Tutti vestono la stessa divisa di una brigata che da poco è stata sciolta. C'è stata una guerra, vinta, ma il nemico, ricacciato al di là della linea di frontiera, continua a essere al di qua, invisibile e presente nei segni luttuosi che lascia al suo passaggio. I cinque si mettono in cammino, per ritornare ognuno al posto da cui è partito, prima di arruolarsi, ma in un paese ormai in cui tutti si sono mossi dalle loro case e stanno vagando. Chi dei cinque verrà ucciso e chi si smarrirà. Alla fine non ne resterà che uno, il più ambiguo, un po' maschio e un po' femmina, un po' male e un po' bene, un po' amico e un po' nemico. Scritto nello stile piano, quasi trasparente, tipico dell'autore, il racconto, pieno d'imprevisti, è una parabola che adombra il dramma della nostra condizione attuale in un mondo in cui è stato messo in forse tutto: chi siamo, da dove veniamo, dove andremo, dove addirittura ci troviamo.
     
21)
Eccellenze laiche
Romanzo di Luigi Condemi di Fragastò.
 
Un self‑made man: viene dal profondo sud, è passato attraverso intensi studi e viaggi e teneri amori, è giunto alla più alta carica della magistratura, è il protagonista del romanzo. Lo rapiscono e nella cantina in cui lo tengono sequestrato intesse un'analisi della società italiana dell'ultimo cinquantennio e della propria vita. Una trama di racconto dove il diritto gareggia con la poesia. Verrà liberato con una soluzione a sorpresa che sfiora il romanzo poliziesco.
     
22)
Fine del secolo
Romanzo di Jean-Edern Hallier.
 
Il 13 agosto 1979 un aereo carico di medicinali di soccorso, proveniente dall'Irlanda, entra in collisione sull'aeroporto di Bangkok con un jumbo di trecento profughi vietnamiti in partenza per l'Europa. Muoiono tutti carbonizzati. Ecco l'antefatto di questo romanzo della nostra modernità. Opera metafisica, libro scandaloso, racconto di un amore folle. I nostri contemporanei avevano dimenticato che non si fa buona letteratura con i buoni sentimenti. Occorreva Jean‑Edern Hallier, occorreva questo suo capolavoro per restituire all'attualità la dimensione del mito.
     
23)
Fulmini
Romanzo di Barbara Alberti.
 
Fulmini. Un bel dio col fuoco in mano, qualcosa che guizza, brucia. Prendere un libro – essere fulminati. Resuscitàti. Ogni pagina metta in gioco l'universo, scateni quel riso “che una volta riso ha fine ogni miseria” – o non si scriva. (lo piango). Fulmini perché mi piace l'esagerazione, la festa (anche se forse, poi, tre fiammiferi in mano a una bambina nuda nel gelo). Fulmini come comete (come te!) fuochi d’artificio (ma il godimento è vero). Storie accanto al fuoco. Nevica, bambino! riprenditi il tuo sogno. Vanifica il ricatto. La scommessa di questi fulmini è la felicità. Messaggio di salute. Nonna di me stessa, mi racconto una favola improfanabile. Narro lo splendore dei margini. "Tavola di storpi di mostri di gobbi sotto le ruote di tutti gli eccessi" – froci ladri madri ingiustificabili, sconfinato magazzino di dolore (dietro, balena il cielo). Voglio prenderti per mano. Fisicamente. Vieni. Io non ho paura. Pratico gli assassini, conosco tutte le tenerezze. Scrivo per farmi innamorare. È giorno. Il primo.
     
24)
Giornale di bordo. Gli ebrei, i comunisti, le trappole della violenza
Romanzo di Jean d'Ormesson.
 
Jean d'Ormesson, membro dell'Académie Française e autore di alcuni fra i romanzi più importanti scritti in Europa nell'ultimo quarto di secolo, propone qui, con stile, con arte, con verità, nonché con l'umorismo e con l'ironia che gli appartengono, questo Giornale di bordo un vero e proprio romanzo dell'Europa alla vigilia del terzo millennio, dove ciascun evento offre, di un itinerario, l'apologo nonché la cifra. E nulla sfugge a questa poesia, a questi affreschi, a questa scrittura, che tanto dibattito ha provocato e provoca non solo in Europa. L'editore saluta nello scrittore la scommessa dell'intelligenza per un altro tempo, per un'era intellettuale.
     
25)
Gli amanti del lago. Sotto il sole di Mao
Romanzo di Shen Dali.
 
Nella primavera del 1960, una giovane francese, Sabine Rolland, arriva a Pechino per insegnare francese nella Scuola di lingue straniere. Yi Mong, suo collega, è colpito dalla sua bellezza vivace, mentre Sabine è attratta dalla malinconia e dalla riservatezza del giovane, che si sottrae alla sua curiosità... Sabine non lo sa, ma Yi Mong è un "intoccabile", è politicamente sospetto: ha appena terminato di scontare tre anni di carcere perché– lui che è uno studioso di poesia e letteratura, interessato alla musica, sognatore – è stato giudicato dal partito un controrivoluzionario. Amarsi è rischioso per entrambi... Lo scoppio della "rivoluzione culturale" divide i due giovani, ma la morte di Mao li fa ritrovare a Parigi. Eppure la vicenda prende un verso inatteso... La vita di Yi Mong è una storia vera nella Cina del ventesimo secolo. La sua vicenda con Sabine, qui, si allarga a quella di tutta una generazione che ebbe la giovinezza marcata dagli eventi storici. Questo romanzo, oltre al piacere che offre al lettore per la poesia della sua lingua e la suspense della trama, solleva interrogativi che toccano anche la vita dell'autore. Fino a che punto la storia può condizionare gli individui? Due persone possono amarsi senza comprendersi? Un cinese lascia davvero la Cina quando si trasferisce all'estero? L'incontro che oggi avviene fra le culture del pianeta non è forse l'antico sogno di Confucio?
     
26)
Gli Stagni puri
Racconti di Jurij Naghibin.
 
Questi racconti costruiscono una vita quasi più che un romanzo. L'apparenza autobiografica si dilegua in una trasposizione filmica. Questa scrittura procede da un varco spalancato nell'impossibile quotidiano. Scrittore rinascimentale, Naghibin scrive un testo passando fra sceneggiature, affreschi, polifonie, note e trovate di regia, squarci di teatro e di storia. Gli Stagni puri trattano dell'originario della narrazione, di ciò che per nulla si può riportare alle teocrazie. Censurato per vent'anni, dissidente non polemico, ha scritto libri che ormai vengono tradotti in moltissime lingue. nell'ultimo periodo si reca frequentemente nell'Europa occidentale (in particolare in Italia), in America e in Giappone. È anche regista di teatro e di cinema, e ultimamente ha scritto un saggio sui musicisti. A lui fanno riferimento scrittori, dissidenti e no, giovani poeti, artisti noti. Promotore e testimone di una scrittura nascente e rinascente, con Spirali ha già pubblicato il romanzo Pazienza (1984) e sta per pubblicare il suo prossimo libro.
     
27)
I bambini di Yan'an
Romanzo di Suzanne Bernard e Shen Dali.
 
Meno nota della lunga marcia di Mao del 1934, ma altrettanto drammatica è la lunga marcia dei trecento bambini cinesi che, nel 1946, furono costretti dall'incalzare delle truppe di Chiang Kai‑shek a lasciare la loro città di Yan'an. Accompagnati solo dai loro insegnanti, si misero in cammino in direzione di Pechino e in due anni e mezzo percorsero a piedi migliaia di chilometri, guadarono fiumi e valicarono montagne, spesso sotto il fuoco nemico. Questo libro è la storia vera di quella straordinaria avventura, raccontata in prima persona dall'autore che vi prese parte all'età di otto anni. È la storia delle privazioni e degli stenti, della fame e delle grandi paure, ma è anche la storia della forza degli ideali che consentì loro di superare le prove più ardue. Shen Dali, che ha scritto questo libro in collaborazione con Suzanne Bernard, sa ritrovare la sorpresa e la poesia di quand'era bambino e riesce a darci un romanzo di una freschezza poetica inimitabile dove, sullo sfondo dei paesaggi cinesi sempre evocati, appaiono e scompaiono personaggi, scene e leggende. E in mezzo agli orrori della guerra prendono risalto l'umorismo, la gioia, l'amore, la speranza.
     
28)
I buffoni
Romanzo di Alberto Lecco.
 
Sul palcoscenico di un night‑club di Brooklyn, un ventriloquo muove i nuovi pupazzi del suo repertorio: li fa parlare, piangere, ridere, gridare. In sala, fra il pubblico, sono presenti sua moglie, che quei pupazzi li costruisce, e l'amico ebreo, autore del copione dello spettacolo: l'anomalo sodalizio a tre li ha portati al successo. Quella sera, però, fra la sorpresa dei suoi soci e lo sconcerto del pubblico, abituato a lazzi e barzellette, il ventriloquo va "fuori copione": ai suoi buffoni fa raccontare la storia del casuale incontro a New York di quattro giovani, dei loro progetti e dei loro sogni. Si tratta, in realtà, della sua storia: la storia di Walter, il ventriloquo, di sua moglie Omette, dell'amico ebreo, io narrante del romanzo, e di Caterina, la moglie di questi. I quattro, sollecitati dall'ebreo, l'intellettuale del gruppo, lavorando allo spettacolo con i buffoni, sognano di realizzare fra loro quella "famiglia aperta" che era stata un'utopia della generazione anni settanta. Ma qualcosa non va per il verso fantasticato: antichi ricordi affiorano, odi e amori intralciano il macchinismo dell'immaginazione, e il tentativo, per uno dei quattro, ha un esito tragico. Davanti ai "reali" protagonisti di quella storia che non avevano mai "parlato" davvero, i buffoni "parlano", sconvolgendo le loro idee e le loro credenze, fin quando realtà e fantasia diventano realtà fantastica.
     
29)
I mattini del Nuovo Mondo
Romanzo di Yves Berger.
 
Come divenire contemporaneo di Fenimore Cooper e del generale Lee? Come respirare il profumo di Scarlett nell'incendio di Atlanta o seguire con il batticuore le imprese gloriose di Muro di Pietra Jackson e quelle degli eroi di Jack London? Sopra tutto, come rivivere nel presente l'immensa leggenda americana, a partire dal giorno in cui tre caravelle lasciarono la vecchia Europa e fino al momento, tra tutti benedetto, in cui un giovane francese scopre, alla fine dell'ultima guerra, che gli eroi dei suoi sogni liberano il suo paese? Tali, a grandi tratti, sono le questioni che, come temi di un'opera favolosa, abitano I mattini del Nuovo Mondo. Vi si scoprirà, attraverso i sogni intensi di un adolescente di Avignone, l'intreccio di due storie: la sua, quella della sua famiglia nel momento in cui l'esercito tedesco invade la Francia calpestandola; e l'altra, quella del Nuovo Mondo, i cui miti e simboli furono il suo primo respiro. Si passa così dalla disfatta di Gettysburg a quella del 1940, dalla caduta di Richmond all’eterno tracollo del Sud di fronte ai barbari che da millenni dilagano dal Nord. Gloria del Sud vinto, umiliato ma raggiante di splendore imperituro... In questo libro di parole incantate e fiammanti, attraversato dal maestrale di un'ispirazione visionaria, la bellezza delle immagini, la potenza del respiro, la ricchezza del dizionario redigono la realtà di un altro mondo, anche se i cammini che portano a esso sono da sempre quelli dell'immaginario.
     
30)
I moralisti
Romanzo di Elio Giunta.
 
Un ancor giovane docente e scrittore, deluso dall'ipocrisia dell'ambiente in cui lavora, in cerca di solitudine e di anonimato, lascia il liceo di Palermo, dove insegna, per accettare l'incarico in un paese del Centro‑nord. Piccolo paese: al professore basta scendere dal pullman nella piazza per trovarsi al centro dell'attenzione. E anche del pettegolezzo. Prende contatto così con un mondo minimo ma non privo di personaggi significativi, entrando nella loro routine ma anche in vicende che gli sfuggono. Invece della quiete interiore agognata, il professore si troverà in un viluppo inestricabile. Moralista il professore che si accorge del cerchio della propria mentalità o moralisti i paesani invischiati in una routine di cui non si accorgono più? Un cerchio o un circo? Di Elio Giunta, il poeta Mario Luzi ha lodato "la scrittura discretissima e insieme da intellettuale pugnace, estremamente esigente con sé e, certo, anche con gli altri", scrittura saggia per disincanto più che per l'illusione del dialogo con gli altri. In questo libro, Giunta utilizza una prosa che filtra scioltamente tra ambienti e situazioni, realizzando con accattivanti dialoghi una varietà scenica tanto ampia quanto amara, ironicamente allusiva.
     
31)
Il castello e i suoi amanti
Romanzo scritto da Massimo Baistrocchi.
 
Con una scrittura agile e leggera, viene qui ricostruita, a partire da fatti realmente avvenuti, una vicenda coinvolgente ricca di colpi di scena, di amori travolgenti e di vite avventurose. Schwerinsburg è un vecchio castello dei primi del Novecento costruito in Namibia dalle truppe tedesche, giunte dalla madrepatria per difendere le colonie dagli attacchi delle tribù locali. Ottant'anni dopo, un archeologo italiano è chiamato a dipanare i misteri dell'antico maniero, ormai ampliato e rinnovato dai successivi proprietari, e a scovare un ipotetico passaggio segreto. Al romanzo è allegata un'appendice con i dettagli tecnici e storici del castello. Dopo un'interminabile ricerca che porterà alla luce cose e persone dimenticate, gli eventi prenderanno una piega inimmaginabile.
     
32)
Il cielo d'America. La pietra e il saguaro
Romanzo di Yves Berger.
 
Adolescente, mi aveva colpito una frase di André Breton: la bellezza assoluta, scriveva, è indescrivibile. Da lì, invece di descrivere le meraviglie, le riproduceva in fotografia. Allora, avevo provato un disagio. Questo disagio è perdurato in me e, nel corso degli anni, mi dicevo: come si può dubitare della lingua? Nel Cielo d'America. La pietra e il saguaro ho voluto descrivere la bellezza assoluta: il deserto americano. Quello del sud‑ovest, ricco di due elementi emblematici: uno, la pietra i cui luoghi memorabili sono il Gran Canyon, il Bruce Canyon e quella Monument Valley che ho visto quattordici volte; ogni volta scoprendola e riscoprendola, sono caduto in ginocchio…; l'altro, il saguaro, detto anche cactus a candelabro, gigante incredibile per aspetto, forza, splendore, l'albero sovrano del deserto di Sonora. (Yves Berger) Attraverso questi due simboli, la pietra e il saguaro, Yves Berger ha concepito un libro come tessuto d'immagini. Romanzo minerale, cantico vegetale, tutto, qui, celebra la felicità di vedere e di perdersi su un territorio che è, per sempre, quello dei sogni e della letteratura.
     
33)
Il convoglio d'oro
Romanzo con interventi di Vladimir Bukovskij, Igor' Gerascenko, Michael Ledin, Irina Ratusinskaja, Viktor Suvorov.
 
Accade in Russia che un container arrivato dall'America, carico di una misteriosa merce, attiri, per il suo strano nome, l'attenzione dei funzionari del Kgb e dei politici del Politbjuro. "Sapone" è il nome usato da due affaristi americani per questa merce da vendere ai russi in cambio di antiche icone. Imprevisti e contrattempi lungo il viaggio del convoglio, allestito per trasportare da Odessa a Mosca il... sapone, scombinano i piani architettati per i loro giochi di potere dai politici, con il concorso di ridicoli esperti di psicologia americana, spie che giocano la loro vana partita per la sopravvivenza, militari arroccati in un tragicomico militarismo, allegre fanciulle al loro seguito, doganieri ricettatori, falsari espertissimi, governatori di regioni lontane da Mosca. E mille e mille altri personaggi, ciascuno nella sua indimenticabile particolarità. Nel frattempo, lungo il viaggio, il sapone viene sottratto da un'invisibile mano. Il vagone arriverà, vuoto come il cavallo di Troia, nel bunker del Cremlino. Con conseguenze imprevedibili. E intanto, per alcuni dei protagonisti, accadono cose bellissime e insperate; mentre altri si attarderanno in un garbuglio di vicende inestricabile. Gli uni e gli altri contribuiscono a questo romanzo dell'enigma Russia.
     
34)
Il corpo
Romanzo di Stelio Mattioni.
 
Quattro racconti dove l'assurdo arriva al suo culmine e l'allucinazione investe scenari che avremmo creduto domestici, familiari. Ciascuno è preso in un romanzo in cui la sorpresa, l'umorismo, l'orrore, l'assurdo, la verità e l'assoluto sono tutt'altro che eccezionali, tutt'altro che quotidiani. L'abitudine non esiste più quando non esiste più la certezza. Il corpo è certamente l'opera più coerente e più emblematica di questo scrittore triestino. Dopo Svevo e oltre, Beckett, Ionesco.
     
35)
Il fiore di Mnemosine
Romanzo di Enzo Fontana.
 
Pesante è il retaggio dell'uccisione del padre, tanto da richiedere, nelle società dotate di memoria, il pasto totemico come appagamento delle inquietudini. Da noi, presso cui la memoria è ridotta a fuggevoli immagini, è permessa solo la nausea: nausea di chi la violenza l'ha vissuta e nausea per chi la violenza la sa solo parlare. Quanto ho detto finora potrebbe avere generato l'idea che ci si trovi di fronte a un testo, l'ennesimo, sulla lotta armata. No, non è un libro sulla lotta armata, anche se nasce dentro il suo cuore. È un romanzo esistenziale, la cui trama si dipana attraverso miti vissuti nella loro attualità. Scrutati da una grata, i tramonti sulle Eolie hanno portato Enzo sulla rotta di Odisseo e nel cuore della tragedia: nelle pagine di questo libro scorre una poesia aspra e malinconica, segnata dalla presenza, allo stesso tempo materica e intangibile, del Fato. Si tratta di un'opera di qualità: al lettore potrà piacere o dare fastidio, non certo lasciarlo indifferente. Enzo, infatti, al contrario di molti brigatisti che si sono improvvisati scrittori di un giorno, è scrittore vero: anche in questo, senza dubbio, è originale. (Cecco Bellosi)
     
36)
Il folle e i re
Romanzo di Marek Halter.
 
Messaggero di pace Marek Halter? In un certo senso. E inconfondibile. Profeta? Il suo racconto non ha nulla di apocalittico. Messianico? Il suo progetto non ha nulla dell'intellettuale organico. Sacerdote dei diritti dell'uomo? La sua parola non ha nulla di sacrale. Cronista del male o suo economo? Il suo programma va oltre le dottrine dell'ottimismo e del pessimismo, con cui si è fatta la morale dei regimi totalitari e di quelli normalizzanti nel ventesimo secolo in Europa. E allora: il folle dei re? Nessun gruppo potrebbe averlo tra i suoi componenti. Non c'è chi non possa divenire suo interlocutore: nessuno dei potenti. I suoi mezzi stanno nella parola. Artista dei media. Poeta, fra l'istanza della legge della parola e la sua etica. Halter fa e scrive. Scrive facendo. E fa raccontando. Il folle e i re è un romanzo attualissimo, quasi una parabola della nostra era. Senza rinuncia a pensare. Con appello al pensiero e all'etica. E la pace mediterranea è l'altra pace, la pace planetaria, una pace per la prima volta non fondata sul principio dell'ultimo come minimo comune. Lavoro della memoria quello di Halter: tra la sua storia e la storia di questi giorni.
     
37)
Il Messia
Romanzo di Marek Halter.
 
Venezia, 1524. David Reubeni espone il suo progetto davanti al Consiglio degli ebrei della città. Dice di essere il generale di un esercito del deserto, inviato dal fratello Joseph, che regna sulla misteriosa terra di Shabor... Espone il suo folle progetto: radunare in Europa un esercito ebraico per creare un regno nella terra d'Israele, allora in mano ai turchi. Va a Roma per ottenere l'appoggio del papa, cui promette, se l'impresa riuscisse, il controllo dei Luoghi santi di Gerusalemme. Per sette anni, quest'uomo sorto dal nulla segnò la politica delle corti d'Europa e nutrì i sogni di un popolo. Dal papa Clemente VII a Giovanni re del Portogallo, da Francesco I a Carlo V, in ogni corte David Reubeni sventò gli intrighi, aggirò con diplomazia gli ostacoli – dall'ostilità al semplice scetticismo – per convincere i potenti che il suo piano poteva rendere giustizia al suo popolo, ma anche preservare i loro regni dalla minacciosa espansione dell'Islam. Ci riuscì, quasi. Per i milioni di ebrei d'Europa, cacciati dalla Spagna, convertiti a forza in Portogallo, perseguitati altrove, David Reubeni diventa il Messia. Dappertutto le folle lo seguono o lo aspettano, dappertutto esaltazioni mistiche che fanno più grande la sua leggenda. Il suo piano è ben congegnato e non altera gli equilibri politici, eppure qualcosa cede sotto lo slancio di quelle stesse forze che egli ha contribuito a creare. Dopo avere resistito per sette anni alle tentazioni della passione e della gloria, David Reubeni si ritrova nelle prigioni dell'Inquisizione...
     
38)
Il mondo di Celso
Romanzo di Stelio Mattioni.
 
Come Sisina e il Lupo, il romanzo che la critica ha segnalato fra i migliori del 1993, Il mondo di Celso ha per protagonista un'indimenticabile figura. E non per gesta eroiche o travolgenti avventure, ma per la traccia indelebile che lasciano nella scrittura le cose che non vanno per via retta o comune, che non accadono secondo la mitologia dell'azione. Celso, inerte figlio di un attivissimo e avarissimo mediatore agrario di paese, va a studiare medicina in città. Mantenuto dal padre agli studi con un sussidio minimo, egli risparmia su tutto. Niente iniziative, niente desideri, nessun empito: è lì per studiare e non dà neanche un esame, vorrebbe affrancarsi dal padre e non cerca lavoro, va a donne ma con loro non vuole storie o fantasie. Finché un giorno il padre arriva in città a chiedere conto dei suoi soldi e del tempo. Le cose precipitano... E Celso che credeva di tenere in scacco tempo e soldi, sogni e avvenire, si trova senza più soluzioni, senza più rimedi. Riuscirà a percorrere il labirinto in cui la costrizione lo ha immesso? E a trovare una lingua della comunicazione senza mentalità e senza naturalismo? Con un colpo di scena finale, in una circostanza imprevedibile, Mattioni mette in mano a Celso, che non aveva mai letto nulla, un romanzo di Jack London. E forse per lui un'altra storia può incominciare.
     
39)
Il nome del padre

Romanzo di Serge Gavronsky.

 

Durante una gita con la famiglia, un ragazzo di dieci anni si getta da un dirupo di Les Baux de Provence. Subito, si mette in moto un'articolata macchina investigativa, che sollecita le più svariate ipotesi e interpretazioni.
Nessun motivo apparente. Ma via via emergono piccoli indizi: gli ambiziosi progetti del padre per il figlio, intelligentissimo e precoce; l'ostentata indifferenza dinanzi ai suoi sforzi; la relazione della madre con il capitano di polizia che conduce le indagini e che dieci anni prima aveva indagato sul marito, sospettato di spionaggio: l'idea, improvvisa, di non essere figlio di suo padre. Sullo sfondo, una balla casa finemente arredata, affollata di domestici, di ospiti, di quadri, fra i quotidiani silenzi crudeli intorno alla tavola e le miriadi assordanti di parole smozzicate nei party offerti dalla bellissima padrona di casa, Mercedes lucenti che vanno e vengono, nel cuore di una labirintica Manhattan.
Una Babele di lingue s'intreccia e si dipana nelle conversazioni a strati e su differenti registri, a ritmo serrato. Dall'inquadratura di un dettaglio la macchina da presa insegue i campi lunghi, e dal racconto principale si diramano altri racconti (un romanzo sudamericano, scene d'amore in una camera da letto, una festa di compleanno, un assassinio sulla spiaggia, una donna che s'incammina nell'Oceano).
Romanzo di Edipo metropolitano. Romanzo epico. Un padre e un figlio. Quale padre e quale figlio? Ciascuno parla nella sua lingua. Il figlio si uccide. Ma a questo punto...

     
40)
Il primo giorno dopo me
Romanzo di Jacques Attali.
 
"... il destino di un ministro è di essere un ex ministro; il destino di uno scrittore è di essere uno scrittore". (Jacques Attali)
     
41)
Il principe della musica
Romanzo di Jurij Naghibin.
 
Jurka Golicyn apparteneva a una delle migliori famiglie russe. La sua aristocrazia muoveva dal più profondo dei secoli, da tenebre leggendarie. Qualsiasi fosse il nome che gli attribuivano, "ultimo dei moicani della nobiltà russa", "relitto di tutte le Russie", non trovando posto nei comuni parametri, egli colpiva i contemporanei per le sfumature del suo originalissimo carattere, generato dagli spazi della Russia, dalle tempeste e dai venti, dalle tormente e dalle burrasche, dalla tristezza di una terra sconfinata e dall'audacia illimitata. Golicyn fondò e fu maestro di cappella, dapprima di un coro di servi della gleba e, in seguito, dopo la liberazione dei servi della gleba, di un coro di artisti con cui percorse la Russia, l'Europa e gli Stati Uniti. Opera di straordinaria forza narrativa, questo bellissimo romanzo di Jurij Naghibin ha il ritmo incalzante della musica impetuosa e travolgente che spinge il protagonista a attraversare la Russia del diciannovesimo secolo, sconvolgendone, senza messianismi o utopie, le abitudini, le credenze e l'eternità delle divisioni sociali. Ciascun elemento della storia, la vita dei palazzi e delle campagne, i duelli, le congiure, gli amori e, sopra tutto, i paesaggi, la luce, gli alberi, i fiumi, l'erba, la neve, ha qui la precisione e la bellezza delle note di una partitura musicale.
     
42)
Il puritano
Romanzo di Liam O'Flaherty.
 
Questa opera di uno dei più famosi scrittori irlandesi è più di un thriller. All'inizio del romanzo, si assiste all'assassinio di una donna di malaffare, giovane e bellissima. L'effetto di suspense corre in tutto il libro. L'assassino sarà scoperto dall'astuto commissario? Cattolico rigoroso e estremista, si ravvederà? Capirà le ragioni del proprio gesto? Il movente risulterà l'affermazione di una morale puritana? o la voglia di protagonismo? o la frustrazione? o la gelosia? Sullo sfondo, un periodo tormentato della storia irlandese, quello dei primi decenni del novecento, con l'Irlanda in bilico tra feudalesimo e modernità, già presa in un conflitto in cui si sarebbe dibattuta per tutti i decenni successivi.
     
43)
Il radioso avvenire
Romanzo di Aleksandr Zinov'ev.
 
"Descrivere un formicaio, non una formica isolata...". Già in Cime abissali il genio di Zinov'ev stava nell'essere il primo scrittore sovietico a offrire una visione totale di un mondo totalitario. Nel Radioso avvenire affronta la stessa sfinge, ma se il primo libro evocava l'URSS simbolica, iperbolica nella sua assurdità, il secondo ci immerge nel cuore di Mosca, all'inizio degli anni '70, in una normale famiglia sovietica, con un banale professore come eroe principale. Quel regime misterioso, ideocrazia terrificante e distruttrice, eccolo adesso nel quotidiano più piatto e meno romantico che si possa immaginare. Come dice uno dei personaggi, "Bisogna pur vivere".
     
44)
Il regalo del padre. Lettere dall'Europa  alle mie tre figlie in Giappone
Raccolta di scritti di Nada Inada (alias Shigeru Horiuchi).
 
È il 1953 quando Shigeru Horiuchi, giovane studente di medicina di Tokyo, arriva a Parigi per completare i suoi studi. I giapponesi, appena usciti dalla tutela postbellica degli Usa, rivolgono all'Europa un interesse culturale, artistico, imprenditoriale che sarà determinante per la loro riuscita. Horiuchi torna in Giappone con due decisioni che rivoluzionano la sua vita: divenire poeta e sposare una francese dagli occhi verdi. Da allora, ecco le poesie, i racconti, i saggi, pubblicati con il nome "Nada Inada", e la pratica di medico e psichiatra, integrando tradizione orientale e formazione europea, in uno stile nuovo e particolarissimo. E nascono, una dopo l'altra, tre bambine vivacissime. Poi, nel 1963, un nuovo viaggio in Europa. Ancora rari i giapponesi che percorrono il vecchio continente e, intanto, mille novità da annotare, confronti da fare, contrasti da registrare. Horiuchi appunta le trasformazioni intervenute, gli aneddoti, i paradossi. Vi aggiunge ricordi e riflessioni: sull'educazione dei figli, sull'amore, sulla letteratura, sulla medicina, sulla psicanalisi. E ne scrive in varie lettere alle sue tre figlie. Semplicità, umorismo, ironia s'integrano in una scrittura che nel 1965 porterà a Horiuchi il suo più grande successo editoriale: Papa no okurimono, Il regalo del padre. Un altro Giappone e un'altra Europa si leggono e si ascoltano in questo libro, ancora oggi, a trent'anni di distanza. Sulla base di una famiglia linguistica dove saggezza e tolleranza, riso e ironia sorprenderanno il lettore.
     
45)
Il regno doloroso
Romanzo di Paolo Valesio.
 
Questo non è un romanzo sperimentale, ma un esperimento concretato in romanzo. Tre personaggi vivono la loro quotidianità come tanti altri, in quello che è divenuto un cosmopolitismo domestico abituato agli spostamenti continui, tra Vecchio e Nuovo Mondo. Vi è, nel vivere di costoro, una sola ma significativa differenza: l'acuità (che arriva ad essere dolorosa) con cui essi osservano le cose e gli eventi anche minimi. Ogni prolungata e acuminata contemplazione delle cose del mondo nei loro particolari dettagli dà un misto di piacere e dolore. "Doloroso", dunque, non nel senso di un'assenza o aridità, ma al contrario: nel senso di un mondo gremito, affollato – che trasmette un affanno, e insieme una specie particolare di gioia. Il sacro si manifesta nel mondo d'oggi solo in modo frammentario e in forma degradata. Questo romanzo – che è stato definito come una serie di epifanie soffocate – descrive la miseria e l'inseparabile bellezza (la peculiare nobiltà disperata) di questa presenza del sacro. Che è indissolubilmente legato alla materia, alla fenomenologia della carne e dei sensi. Si narra che (nel 1600) la visione estatica decisiva per la vita del mistico tedesco Jakob Bòhme nascesse dall'osservazione di cosa in sé banalissima: un piatto di peltro – che, percosso dai raggi del sole, risvegliò in lui un'interna luce violenta che parve introdurlo ai misteri delle cose. Nel Regno doloroso agisce l'interrogazione costante, accanita, dei piccoli oggetti ed episodi da cui può scaturire la scintilla. Un grande narratore del primo Ottocento scrive, parlando di uno dei suoi personaggi, questa frase: "Qui egli notò una circostanza che, a seconda dell'interpretazione che egli poteva darle, era o troppo banale per esser perfino menzionata, oppure così misteriosamente significativa che egli quasi non credeva ai suoi occhi". Il regno doloroso segue il filo di questa discriminante, che percorre tutti i nostri giorni, le nostre esperienze.
     
46)
Il romanzo di Tommaso Campanella
Romanzo di Dante Maffia.
 
"Ho letto questo racconto di Dante Maffia sulla vita di Campanella con la più intensa partecipazione e ammirazione. Non avevo più volto il mio pensiero a Campanella da tanto tempo: nel leggere queste pagine mi sono ancora una volta trovato di fronte a un uomo eccezionale per rigore, coraggio, intelligenza, tanto straordinario da essere indimenticabile. Maffia riesce a suscitare nel lettore un senso di meraviglia insistendo sull'infanzia e l'adolescenza del filosofo, sulla miseria della sua terra, sull'apprendimento senza maestri, sulla memoria favolosa... Difficile dare una risposta alla domanda: 'Chi è stato veramente fra' Tommaso?'. Ma non credo sia stato il proposito di Maffia dare una risposta a questa domanda. Egli ha ricostruito (trascegliendo episodi salienti) la vita di un personaggio portentoso fino alla gloria finale, per mostrare la grandezza di uno spirito indomito, la potenza di una mente che non esita a penetrare nei meandri e nei misteri dell'universo, la forza morale di chi resiste alla malvagità altrui, e alla fine ne esce vittorioso. Il romanzo di Tommaso Campanella è opera in cui l'erudizione, la cultura e la filosofia hanno saputo sciogliersi in racconto lucido e compatto, opera che finalmente dà il giusto rilievo a uno dei personaggi più affascinanti e inquietanti di tutti i tempi". (Norberto Bobbio) "Un romanzo di grande pregio, sul quale bisognerà riflettere a lungo per poter meglio comprendere il nostro tempo e anche il nostro futuro; un romanzo scritto con impeto, forza, leggerezza". (Claudio Magris)
     
47)
Il secondo giorno di primavera. Milano 1584
Romanzo di Nino Majellaro.
 
Un giovane notaio e un gruppo di vagabondi sono i personaggi principali di questo romanzo, ambientato nella Milano del cinquecento. La storia ha inizio nel 1584, anno della morte di San Carlo Borromeo, e si conclude sulle coste d'Irlanda dopo la sconfitta dell'Invincibile Armada. Si tratta di un romanzo d'azione, ricco di colpi di scena e di avventure, che dalla Milano impoverita dallo spagnolismo della nobiltà e pressata dall'attività riformatrice della Chiesa passa alle rive ancora selvagge del Ticino e del Po e alle città di Pavia, Cremona e Genova. Romanzo storico‑picaresco ma anche racconto di un'epoca in cui lotte sociali, politiche, religiose e militari cominciano a definire il nuovo volto dell'Europa dopo lo splendore rinascimentale, il testo offre uno spaccato del tessuto culturale del tempo attraverso una storia che guarda dal basso gli avvenimenti e i mutamenti della storia.
     
48)
Il tempo che resta
Romanzo di Jean Daniel.
 
Di nuovo io assumo oggi l'integralità di questo mio libro, il più consono a me fra tutti i miei libri, quello che meglio mi esprime. Lo dico senza compiacimento ma solo per solerte omaggio al nuovo lettore perché sappia, scoprendo questo racconto, che non è mutato lo sguardo dell'autore sugli avvenimenti riportati con tutte le loro implicazioni. Non potrei dire altrettanto degli altri miei scritti, sopra tutto di quelli giornalistici. La constatazione più attuale è che quanto abbiamo vissuto negli ultimi decenni trae origine dalle idee, dagli eventi e dagli uomini che hanno fatto la nostra storia dopo la seconda guerra. E per capire il nostro tempo, attraverso il "vissuto" che è l'unico a valere agli occhi dei nuovi storici, una chiave sicura sta nelle cronache e nelle testimonianze che costellano quegli anni.
     
49)
Il tempo dei lupi
Romanzo di Francesco Amato.
 
Un ex ufficiale dei servizi di sicurezza muore in circostanze misteriose nella sede del suo ufficio di copertura. Suicidio oppure omicidio? È romanzo o è cronaca vera e attuale di avvenimenti dai tratti singolarmente simili, accaduti troppo spesso negli ultimi anni? Questo giallo giudiziario ha uno scenario tutto italiano, nell'intrico fra magistratura, servizi segreti (italiani, americani, israeliani...), stampa, politica e industria. Reticenze, slealtà, connivenze, conflitti tra corpi militari e tra colleghi di uno stesso corpo, la stampa che stravolge le notizie, testimoni intimoriti, una magistratura che si vorrebbe al di sopra delle leggi: in tutto ciò e in altro ancora s'imbatte il giudice Vannini, onesto sostituto procuratore incaricato dell'indagine, che tutti vorrebbero archiviata al più presto. In uno stile nuovissimo da "romanzo televisivo", si susseguono imprevedibili immagini, storie, personaggi, fino a una conclusione "all'italiana", fra speranza e disperazione.
     
50)
In attesa di reato
Romanzo di Giuliano Naria.
 
Il caso Naria è esemplare della lunghezza della carcerazione preventiva: per oltre dodici anni imputato in attesa di giudizio o, meglio, in attesa di reato. Per Naria fu promulgata la prima legge speciale — chiamata legge Cossiga — che allungava i termini della carcerazione preventiva con valore retroattivo: incominciava così l'emergenza. Caso i cui primi elementi si pongono nel 1974, quando le Brigate rosse sequestrarono il magistrato Mario Sossi: uno degli identikit somigliava, del tutto casualmente, a Giuliano Naria, assolutamente estraneo al sequestro Sossi, alle Brigate rosse e a qualunque forma di lotta politica organizzata. Nel 1975, le Brigate rosse sequestrano Luigi Casabona, capo del personale dell'Ansaldo, dove Giuliano Naria lavorava come operaio. Proprio Casabona lo aveva licenziato alcuni mesi prima per assenteismo. Nel 1976, le Brigate rosse uccidono il procuratore generale di Genova Francesco Coco, Giuliano Naria viene sospettato di essere uno dei componenti del commando: da questa imputazione verrà assolto con formula piena. Duecentocinquanta, fra poliziotti e carabinieri, vengono inviati per arrestarlo: inizia così la costruzione del personaggio, con l'usuale complicità di tribunale, carcere e mass media: il brigatista, l'Altro di cui avere paura, il "duro", la "belva", il "killer". Saranno i brigatisti pentiti a scagionarlo completamente. Assolto dalle imputazioni riguardanti i sequestri, verrà accusato di avere capeggiato le rivolte in carcere: anche da questa imputazione verrà assolto con formula piena. Giuliano Naria trascorre dieci anni nelle carceri speciali e nelle celle d'isolamento: gli anni delle prime insurrezioni carcerarie dei detenuti e delle violentissime repressioni dei carcerieri. Mai vittima delle circostanze, in questo romanzo Giuliano Naria dipinge anche l'affresco di un'epoca: dal sessantotto ai cosiddetti "anni di piombo", all'uccisione di Aldo Moro fino all'inizio degli anni ottanta.
     
51)
Io, Monna Lisa
Romanzo di Donatella Pecci-Blunt.
 
L'incredibile storia di Lisa Gherardini del Giocondo, modella di Leonardo da Vinci: da borghese fiorentina a cortigiana del re di Francia, sulle tracce del quadro, La Gioconda,che ha rivoluzionato la sua vita e l'arte del pianeta.
     
52)
Katastrojka. La perestrojka nel culo della Russia
Romanzo di Aleksandr Zinov'ev.
 
Sul cervello, sul cuore e sull'anima della Russia si è già scritto molto. Molto poco, invece, si è scritto sul suo culo, benché quella parte del corpo non sia meno importante delle rimanenti. Comunque, tutti coloro che l'hanno fatto si sono vergognati di chiamarlo con il suo vero nome, preferendo usare espressioni più colte, tipo "viscere", "recessi", "fondo". Ciò non ha contribuito, tuttavia, a rendere i "recessi" russi più nobili, mentre è stata la verità a risentirne. E quella parte dell'organismo sociale non ha cessato di esistere per il fatto che la chiamavano con nomi impropri. Esiste, invece, eccome, e, non più tardi di ieri, il suo ruolo in Russia era svolto da Partitograd.
     
53)
L’amante di Granada

Romanzo di Nadine Shenkar.

 

Nadine Shenkar, con questo libro, ci fa ritrovare nell'attualità del romanzo storico e politico, narrando le vicende che coinvolsero arabi, ebrei e cristiani al tempo della riconquista, da parte dei cristiani, della Spagna occupata dai mori.
Protagonista è il medico e scrittore Giuda Levita, vissuto fra l'XI e il XII secolo. Altri personaggi sono Avicebron e Moshè ibn Ezra, e poi ci sono le donne, Ophira e Sindara.
La narrazione è scandita da poesie d'amore e di meditazione, che fanno sentire il fremito degli anni giovanili, la complicità delle amicizie spirituali, l'appagamento degli affetti familiari, il dolore della perdita.
Si snoda, in una prosa vivace e intrigante, il percorso intellettuale del protagonista, preso nella determinazione di portare a compimento un sogno: raggiungere Gerusalemme, a cui è "incatenato per sempre da fili d'azzurro".
Nel romanzo spicca il racconto della conversione, avvenuta intorno all'anno 1000, del re dei cazari, popolo barbaro del Volga stanziatosi tra il mar Nero e il mar Caspio. Questo re, curioso e inquieto, chiama un filosofo, un cristiano, un musulmano e per ultimo anche un rabbino, perché gli illustrino le particolarità della loro religione e le qualità del loro dio.

     
54)
L'affaire Verdiglione
Romanzo di Alice Granger.
 
Il mio romanzo costituisce la prima testimonianza a proposito del processo a Armando Verdiglione. Ho seguito il processo e ho letto minuziosamente tutti i documenti, come pure gli articoli dei giornali. Il mio è un libro d'indignazione, che racconta il processo nei suoi aspetti giornalistici, politici, giuridici, teorici e clinici. Esso dice come il processo prima di ogni processo potesse leggersi interamente sulla stampa, come se i giochi fossero già fatti dall'inizio. Il tribunale si è basato su una teoria semplicistica dell'inconscio e sul presupposto del candore delle cosiddette vittime. Ma qui ciascun caso è raccontato nella sua particolarità, nel suo contesto familiare, nei suoi aspetti clinici, nonché nelle sue astuzie, non è mai compreso in una maniera generale e collettiva. In mancanza di fatti e di prove, le requisitorie, le sentenze e le perizie psichiatriche si sono fondate su arcaismi molto sospetti per la giustizia di un paese libero. In un affaire che riguarda la psicanalisi, ho stimato indispensabile tenere conto della lettura dell'opera di Verdiglione per intendere la novità e la portata della sua esperienza. Ma il tribunale lo ha condannato dando a sua volta una definizione della psicanalisi, come se ci fosse un accordo generale e universale a proposito di tale pratica. Il mio romanzo è anche un gesto di provocazione e di umiltà, affinché quest'affaire non possa essere ridotta a un incubo che minacci sempre di ritornare e che occorra arginare con la normalizzazione e l'archiviazione.
     
55)
L'amica tedesca
Romanzo di Serge Gavronsky.
 
L'amica tedesca è inquietante e attualissimo romanzo su ciò che mai altrimenti sarebbe stato manifesto nel terrorismo. Un bellissimo affresco dell'era contemporanea. Racconta d'intrighi, di macchinazioni politiche e di attività terroristiche nel cuore di una tipica famiglia della media borghesia francese. Attraverso il ritmo serrato della narrazione e un incalzante intreccio di dialoghi e avvenimenti non descritti ma parlati, i protagonisti inquietanti di questa storia si stagliano sullo sfondo di una tranquilla e benestante vita quotidiana. Prima per gioco e poi per una serie di abbagli e di malintesi e nella totale sordità da parte dei genitori, essi si trovano presi via via in una logica che non ammette differenze né sfumature, scagliati verso gesti che hanno come unico scopo la distruzione e si avviano verso la conclusione delle loro brevi vite senza scampo, appigliandosi fino all'ultimo alle parole. La ragazza, fermata a causa della sua amicizia casuale con una giovane terrorista tedesca, viene sottoposta alla tortura d'interminabili esercizi di recita degl'interrogatori da parte dei suoi carcerieri che, a turno, con l'aiuto di un registratore, le fanno violenza con le parole e poi la stuprano... Il fratello incontrerà sulla sua strada uno psichiatra desideroso di aiutarlo strappandogli parole e pensieri...
     
56)
L'Arca Ciliegio
Romanzo di Abe Kobo.
 
Può immaginarsi, ai nostri giorni, la fine del mondo sotto una forma diversa dalla guerra nucleare? Quest'Arca sarebbe un rifugio antiatomico, in fondo a una cava abbandonata. Forse perché i compagni di ventura del narratore sono un venditore ambulante d'insetti immaginari, simbolizzanti il tempo e una coppia di comparse, quest'Arca è uno specchietto per le allodole? Può dirsi altrettanto dell'ultima catastrofe? Con una fantasia mordace, Kobo Abe mette in scena una curiosa parabola, minuziosamente descritta in uno stile a un tempo estremamente realista e straordinariamente poetico, dove si ritrovano i temi che gli sono cari: l’animalità dell’uomo, l’ossessione del sesso, la mostruosità labirintica della vita sociale, la sparizione del genere umano. A volte parodistico e a volte onirico, questo romanzo, di grande audacia stilistica, scritto dopo sette anni di silenzio, arriva quando l'autore è candidato al Premio Nobel.
     
57)
L'enciclopedia dell'anima russa
Romanzo di Viktor Erofeev.
 
La cosa più difficile in Russia è intendersi sulla morale. Tutte le risorse intellettuali del paese sono state impegnate alla giustificazione del bene, ma inutilmente. In linea di principio, il russo è un ammiratore della moralità. Ma solo in linea di principio. In realtà, il russo è un essere profondamente immorale. Pensa di essere buono e che, in genere, si debba essere buoni. La morale per il russo non ha alcun fondamento. È una morale mobile e si adatta alle circostanze.
     
58)
L'eternità
Romanzo di Sergio Rados.
 
Come incomincia l'esperienza e dove approda: la strada è lunga, stretta e senza scorciatoie, cioè senza facilità, dice Sergio Rados in questo libro. E ciascuno trova la sua procedendo dall'ironia, incontrando l'ostacolo e dissolvendo il tabù della morte. Questo romanzo, il cui ritmo segue i suoi protagonisti nel labirinto, imposta la narrazione su strati differenti e infiniti. Nella simultaneità. Jacopo e Gioas possono così compiere la loro missione secondo la logica dell'esperienza.
     
59)
L'eternità dell'istante
Romanzo di Brunello Maffei.
 
Un grande narratore ci offre lo scenario della Roma degli anni cinquanta e sessanta. Storie paradossali di sagace e sorridente ironia. In questi undici racconti emergono questioni attualissime, che hanno nel linguaggio il loro elemento di forza. Maffei coglie solo alcuni attimi dei personaggi, che a volte si cacciano in situazioni estreme. Sono istanti di vita che valgono il caso. Con brevi tratti l'autore disegna il carattere di ciascuno e introduce quegli elementi per cui ogni racconto non potrà concludersi se non in quel modo. E resta l'enigma.
     
60)
L'eternità dell'istante
Romanzo di Brunello Maffei.
 
Un grande narratore ci offre lo scenario della Roma degli anni cinquanta e sessanta. Storie paradossali di sagace e sorridente ironia. In questi undici racconti emergono questioni attualissime, che hanno nel linguaggio il loro elemento di forza. Maffei coglie solo alcuni attimi dei personaggi, che a volte si cacciano in situazioni estreme. Sono istanti di vita che valgono il caso. Con brevi tratti l'autore disegna il carattere di ciascuno e introduce quegli elementi per cui ogni racconto non potrà concludersi se non in quel modo. E resta l'enigma.
     
61)
L'identità
Romanzo di Serge Gavronsky.
 
"Credo che lui combatta in perpetuo. Prevedo che, se arriva al nocciolo di se stesso, la 'definizione' che ne darà sarà sorprendente". Così scrive in una lettera ai genitori Isabeau de Frontveau de Vielleville, temeraria studentessa francese in visita studio a New York, sedicente marxista e figlia di un capitalista di successo. Nella lettera sta parlando di Jean‑Pierre Lévy, professore di economia alla Columbia University, che lei ha conosciuto a un congresso, per caso. Un incontro travolgente. Francese trapiantato negli Stati Uniti, fecondo intellettuale, apprezzato docente coinvolto nella ribellione del ’68, Jean‑Pierre nel privato è un uomo che ha perso la memoria storica. Gli eventi provocheranno in lui emozioni forti: un amore passionale, un episodio di violenza, una festa, l’incontro con Marty, un ebreo che lo porta a ricordare. Il romanzo, che si snoda come un film, fatto di dialoghi e attraversato da flashback e da sogni a occhi aperti, apre una finestra su aspetti di vita newyorkese: un campus universitario, i vicoli di Harlem, le camere dell’albergo Hilton, i locali dove si beve e si parla fino all’alba.
     
62)
L'incarcerato di Montacuto
Romanzo di Franco Bartolomei.
 
Se avete dimenticato quanto assoluto sia il bisogno di aria e di giustizia, di niente e di superfluo, il bisogno di parola, ecco una storia che ve lo restituisce integralmente. Se pensavate che l'epoca avesse ammorbidito e stemperato definitivamente nella morte bianca il dolore e il dispiacere, l'amarezza e l'offesa, questa vicenda li affronta senza paura. E se credevate che il luogo comune avesse ridotto a una rappresentazione psicosomatica ciascun atto di vita, il respiro e il battito del cuore, il pulsare delle arterie e il passo, e avesse reso sentimentali il sole e le nuvole, l'alba e la notte, ecco un libro che di tutto questo restituisce il va e vieni, la punta e il precipizio, l'onda e l'approdo. Con la forza della disperazione e dell'ironia. Il protagonista del romanzo entra in carcere. Gli viene ingiustamente applicata la custodia cautelare senza che sia stato ascoltato, passando da testimone a incarcerato: sperano che faccia i nomi di politici e magistrati da screditare e colpire. Leggete i capitoli dei rituali d'ingresso: le foto segnaletiche, le impronte, la denudazione, la cella, la visita medica, il colloquio. Nessun gesto viene accettato, nessuna pena viene assunta. Ciascuna cosa entra nella parola con la sua dignità e la sua integrità. Leggete i capitoli sull'infarto in cella e in ospedale. Nessuna menomazione. Epopea della lotta della vita. Nulla e nessuno possono essere imprigionati. Forte è la voce dal carcere di Montacuto, alta si leva la preghiera oltre le mura. In una rara ricchezza di lessico, in uno stile di antica bellezza, il romanzo è la risposta cattolica a un'epoca di medio, iatro e giustanasia.
     
63)
L'isola della ribellione e L'altra vita
Romanzo di Jurij Naghibin.
 
Il racconto di uno scrittore russo, diffuso in una trasmissione della "Voce dell'America", ha fatto conoscere al mondo il destino dell’isola di Bogojar sul lago Ladoga, a nord-est dell'allora Leningrado: confino dei mutilati della seconda guerra mondiale. L'isola perde la sua pace apparente: le autorità sovietiche vogliono evacuarla. Pavel, l'indomito capo della rivolta dei mutilati, vi si oppone. Non vuole lasciare l'isola anche perché spera che si ripeta il miracolo di qualche anno prima: rivedere Anna, il suo primo amore, capitata per caso nell'isola, con il marito e i due figli, trent'anni dopo il loro ultimo incontro, prima che la guerra li dividesse. Speranza assurda: Pavel non vuol credere che Anna, come dicono, sia morta in un misterioso incidente alla partenza da Bogojar. Tutte le settimane si reca sulla banchina ad attendere la nave. Neppure Tanja, la figlia ventenne di Anna, vuole credere alla scomparsa della madre. Ne ricostruisce la vita, ripercorrendo conversazioni, letture, testimonianze, fino all’ultimo e sconcertante gesto avvenuto nell'isola di Bogojar. Un'idea folle spinge Tanja a tornare nell’isola... Là nascerà per lei, per Pavel... l'altra vita.
     
64)
L'Italia
Romanzo di Guy Scarpetta.
 
Giornale di viaggio, immerso nell'Italia di ieri e di oggi, con le sue città, con i suoi paesaggi, con la sua musica, con la sua luce; discesa agl'Inferi; "remake" del mito di Orfeo; racconto di fantascienza; meditazione metafisica e religiosa; serie di avventure sessuali; autobiografia trasposta: questo libro è tutto ciò e molto di più. Visionario, apocalittico, è il vero romanzo del nostro mondo, continuamente attraversato da onde e riflessi. In principio era il ritmo. Quattro pulsioni, quattro parti che compongono questa sinfonia infernale, divina. Venezia: allegro, allusività, polverio di sensazioni; Toscana: moderato, ondate narrative, meditazioni; Napoli: andante, aneddoti, isolamento dei tyemi; Sicilia: adagio, soffio di agonia, lento seppellimento del tragitto nella febbre. In principio era anche l'elaboratore. E la sua memoria gigantesca, universale, che un bel giorno esplode. Memoria folle, disseminata, diventata delirio. Vertigine elettronica dove la proliferazione finisce con il dissolvere la realtà. Qui i personaggi si chiamano Dante O Mozart, Pound o Piero della Francesca – e, anche, punto di fuga del racconto, Eva Democracy. Equivalente moderno del “viaggio d'oltretomba” (Eneide, Divina Commedia, L'Orfeo di Monteverdi), il romanzo di Guy Scarpetta brilla, in tutta la sua originalità e in tutta la sua forza, dei mille fuochi del sole nero della vita.
     
65)
L'umanaio globale
Romanzo di Aleksandr Zinov'ev.
 
C'era una volta l'Umanità... inventata dagli stoici, spiritualizzata dal cristianesimo, secolarizzata dall'illuminismo, l'Umanità, non come specie biologica classificata tra i mammiferi, ma come entità culturale inclassificabile tra gli organismi, è giunta al suo più alto grado di sviluppo o, meglio, di progresso che ne segna però un tramonto, già iniziato in questa fine di secolo [...]. Iniziato con la lieta novella che il nostro è forse "l'ultimo secolo umano", cui seguiranno secoli di "storia superumana o postumana", questo "romanzo sociofuturologico" non è tenebroso, poiché a rischiararlo qua e là intervengono squarci di nostalgiche rievocazioni del comunismo sovietico che Zinov'ev criticò non per abbatterlo ma per salvarlo. Un comunismo che egli, in una variante mostruosamente peggiorata perché totalmente razionalizzata, ritrova proprio nell'umanaio occidentale, del quale la Russia, dice crucciato Zinov'ev, è diventata una colonia. Non resta che scrivere romanzi utopico‑antiutopici, oltre Huxley e Orwell, romanzi che ora Zinov'ev può pubblicare anche in Russia, ma alla cui pubblicazione questo sconsolato satirico del dopofuturo, sradicato dal suo terreno ideale, dice che rinuncerebbe volentieri, se questo fosse il prezzo per restituire il radioso passato delle "cime abissali", cioè dell'antimondo sovietico. (Vittorio Strada, Corriere della Sera, 30 dicembre 1997)
     
66)
L'uomo provvisorio
Romanzo di Antonio Saccà.
 
Un ragazzo, Cesio Maresca, terminati gli studi liceali, perde i ritmi che lo facevano vivere appoggiato alla consuetudine. L'interruzione della quotidianità lo disorienta, si chiede "che fare?", "come vivere?", tenta di costruire una ragione di esistenza consapevole. Il conflitto con la famiglia inizia la ribellione, la conoscenza dei "pensatori" diviene lo strumento per trovare concezioni che gli forniscano regole di condotta. Inevitabilmente, canonicamente, scopre il marxismo. È un breve periodo di "senso". Gli eventi dell'epoca (anni cinquanta), lo sradicamento dalla Sicilia, l'amore come salvezza possibile, quella privata, il ritorno nei luoghi antichi a reperirvi l'origine risultano paradigmi di estraneità più che certezze conquistate. Fugge di nuovo. È lui a distruggere ogni ipotesi di vita o nella vita non sono reperibili i valori? Scegliere è sbagliare? Con queste perplessità si apre una vicenda, in cui gl'ideali dei nostri tempi sono annientati da un'arsura di vivere che tanto meno sa determinare scopi, massimamente s'appassiona a vivere per desolato amore della vita.
     
67)
La ballata del Moro Canossa
Romanzo di Maria Antonietta Viero.
 
In questi racconti si narra della vita e dei suoi valori presso il paese natìo, Breganze. È un viaggio nella tradizione familiare, con una scrittura a tratti aspra, a tratti solenne ma sempre forte e tranquilla, scrittura dell'esperienza analitica. I personaggi della storia, il Moro, detto Canossa, la Femena, sua moglie, e la Piccola sono restituiti dalla traversata narrativa, lungo il racconto, al loro statuto di nomi. E lungo il testo tracciato dalla memoria si dipinge uno scorcio di paradiso.
     
68)
La bella alla finestra e la bella alla porta
Romanzo di Luigi Condemi di Fragastò.
 
In un gelido mattino d’inverno, sul sagrato della cattedrale di Notre‑Dame, viene trovato il cadavere di un clochard, le braccia incrociate sul petto nudo. Accanto a lui, abiti accuratamente ripiegati, un violino e due libri sul medioevo. Il romanzo incomincia con questa notizia, riportata nella cronaca cittadina di "Le Monde". Chi è il clochard colto e amante della musica? Le donne di Nicola Campanella, il protagonista del libro, si affacciano, come su un palcoscenico, a narrare dell’amore e dell’odio. I racconti s’intrecciano in una combinatoria imprevedibile. La bella è alla finestra quando le cose incominciano, la bella è alla porta quando s’instaura la differenza sessuale. Nicola è un giovane del sud, un bel ragazzo, bruno, occhi verdi, che piace, e non solo alle ragazze: il gioco di seduzione gli vale anche un diploma di liceo a pieni voti. Ma è pure un ragazzo tenace, e ben presto diviene un bravo magistrato, scrittore di successo e musicista, nonché marito e padre. A sessant’anni, lo troviamo docente di diritto medievale, e qui torna, rovesciata, l’antica seduzione: un’allieva bella e audace lo attira, travolgendolo in una sciarada che trasformerà la sua vita e quella di altri. Nicola parte… Questo romanzo di Luigi Condemi ha il tessuto di un film. Il tempo irrompe a dissolvere ogni genealogia familiare e sociale, a fugare ogni immagine di sé e dell’Altro. E la pagina di Condemi indica che il corpo e la scena, senza il negativo dinanzi, si combinano nella qualità.
     
69)
La bella d'Egitto
Romanzo di Edelio Tomasi.
 
Un archeologo americano, Robert Gramm, giunge a Il Cairo per decifrare un disco d'oro ricoperto di un'enigmatica scrittura, ritrovato per caso sul luogo dov'è vissuta, 3350 anni prima, la più bella donna dell'antico Egitto, la regina Nefertiti, intorno a cui il giovane a lungo ha ricercato e sognato. E, proprio in Egitto, l'archeologo incontra un'altra Nefertiti, una giovane straordinariamente somigliante all'antica regina. Robert decifra l'enigma del disco d'oro: quelle parole lui le ha già sentite. Quando? Dove? In una bottega d'artista a Tell‑El‑Amarna, a 300 chilometri da Tebe, nella città che il faraone Amenofi IV (1367-1350 a.C.) ha eretto al culto monoteistico del dio Aton, fra il sommo sacerdote Merira e il suo allievo prediletto Thutmosi si svolge una conversazione inaudita. Il giovane, divenuto il più grande scultore dell'Egitto, sta scolpendo il busto della regina Nefertiti, la più splendida statua mai vista in Egitto, che darà alla donna l'immortalità cui lei aspira. Ma la statua, forse, non vedrà mai la luce: Nefertiti, bellissima e malvagia, amata da Thutmosi ma sprezzante di lui, lo ha condannato a essere sepolto vivo. Il sacerdote sottopone Thutmosi alla "prova delle mille vite". E gli dice: "Ascolta, figlio prediletto, tu ritornerai in vita in un altro tempo. Ti sveglierai dal sonno quando sulla terra vi sarà un uomo con i tuoi stessi anni, che avrà conoscenza della tua esistenza e abbia con sé una donna con le stesse sembianze della regina. Poiché ella è la causa, ora, della tua rovina, ella sarà, allora, la forza trainante della tua rinascita". Questo romanzo narra del compimento della profezia: Robert e Thutmosi, la stessa età, la stessa sembianza, lo stesso innamoramento per Nefertiti. Ma Robert sarà tentato dall'idea di essere l'altro? Qual è l'altro tempo cui accenna la profezia? Apologo dell'affacciarsi della necessità di una vita senza più gli istituti della vendetta, della colpa e della pena, annuncio di un tempo senza corruzione e senza contaminazione, questo romanzo risulta anche un eccezionale materiale clinico e un avvincente contributo all'analisi dell'epoca attuale e dello gnosticismo che la pervade.
     
70)
La casa dei due fanali. Cronaca di una passione
Romanzo di Alberto Lecco.
 
New York, aprile 1966, l'anno della guerra in Vietnam. In una New York già irrorata dalla luce della primavera, quasi fosse l'annuncio di una resurrezione, ma ancora invasa dai miasmi dell'inverno come da un'apocalisse sempre minacciata, Matteo Viterbi, uno scrittore italiano ebreo di quarant'anni, incontra, per un enigmatico e previsto appuntamento, una ragazza di New York, ebrea come lui, la bellissima Judith Liedermann, a vent'anni già madre di una bambina, che sta uscendo da un matrimonio ambiguo e infelice. Fin dal primo istante, è un appassionato incontro d'amore. Per più di un mese i due amanti si inseguono, nell'altalena del desiderio e del rifiuto, dall'una all'altra delle loro case a Manhattan, per le strade di New York, dove gli echi e le ombre della guerra lontana sembrano emettere segnali di un destino tragico. Circondati da una folla di amici‑nemici, benevoli e invidiosi, Matteo e Judy affondano sempre più nel vortice della loro passione e nell'inferno della loro memoria di ebrei sopravvissuti allo sterminio, "comunque e nonostante le loro giovani età li esonerino da un ricordo diretto". Questa memoria li innamora, li lega, ma inevitabilmente li provoca a percorrere tutte le stazioni esilaranti e dolorose della consapevolezza e impedisce loro di vivere quel disperato amore.
     
71)
La città moderna
Romanzo di Erik Battiston.
 
Anselmo Delacroix lavora da anni nei reparti della Pragmalux Empirical. Un giorno accade qualcosa di imprevisto e non partecipa più all'affacendamento, alla quotidianità conformistica che accomuna operai, sindacalisti, dirigenti. Annota a poco a poco le cose che accadono e incomincia a incontrare quanti, tra sindacalisti e dirigenti e operai, possano interessarsi a un suo progetto. Nel suo viaggio incontra le donne, e di Lidia e di Josephine s'innamora. Inizia le conversazioni dell'absolutio con Anelise Serin. E tra Milano e Portofluviale s'imbatte in un'impresa culturale senza precedenti che specifica il suo progetto iniziale. In questa avventura entrano anche le vicende di un'artista, la signora Haistulf, così esuberante che finisce per indispettire i vicini, i medici e le istituzioni comunali, tutti preoccupati di salvaguardare la calma nella cittadina di Cassano Nono.
     
72)
La clinica della vita
Romanzo di André Krauer.
 
Questo romanzo è chiaro e semplice. Un bellissimo apologo. Una parabola splendida. Ciascuno può leggerlo agevolmente, alle prime ore felici del mattino: e l'impressione resta sempre. Integrità di un tessuto magnifico e nobile, volto alla qualità. La clinica della vita è la clinica della parola. La clinica è compimento della scrittura delle cose che si fanno secondo l'occorrenza: cultura della piegatura e arte della piegatura, strategia. I dispositivi narrativi investono il romanzo storico e il romanzo politico, la ricerca e il fare. Dispositivi di scrittura della parola.
     
73)
La coppa dell'ira
Romanzo di Vladimir Maksimov.
 
Libro di amore e di odio, d'ira e di pietà, di maledizione e di ringraziamento, questo bellissimo romanzo biografico si svolge nell'arco di vent'anni, dall’inverno del 1954, quando il protagonista, Vlad Samsonov, torna a Mosca doppo un vagabondaggio che gli ha fatto trovare la sua vocazione di scrittore, all’inverno del 1974, quando è costretto a emigrare in Francia. Tratto incessantemente dalle pieghe della memoria a un viaggio che lo porta dalle albe violette della capitale ai cieli screziati di stelle del Caucaso, ai boschi resinosi degli Urali, il protagonista si accorge che c'è un’altra Russia che ama, odia, sogna, pensa, scrive senza trovare posto nella letteratura ufficiale. Maksimov ce ne offre una straordinaria testimonianza attraverso aneddoti, favole, ritratti, canzoni, conversazioni con gente semplice e con protagonisti della cultura e dell’arte russe di questi anni (Sacharov, Solženicyn, Ljubimov, Tvardovskij, Bukovskij, Rostropovič, Nekrasov e moltissimi altri ancora). E ha l'occasione d'inventare una lingua bellissima che trova la sua gamma più ricca nella parlata delle campagne e nei dialetti delle città e dei villaggi e che porta con sé la poesia di Puškin, la violenza di Mandel'štam, l'ironia della Achmatova, le immagini di Pasternak.
     
74)
La creazione del mondo
Romanzo scritto da Jean d'Ormesson.
 
Quattro amici trascorrono otto giorni di vacanza in un'isola del Mediterraneo. Uno di loro ha portato un manoscritto, inviato da un certo Simon Laquedem. La lettura provoca nel gruppo reazioni contraddittorie. Un angelo annuncia a Simon che è il nuovo Abramo, il nuovo Mosè, il nuovo Maometto, e che Dio insiste per parlargli. Dio gli appare e gli racconte con semplicità e chiarezza, talora con allegria, le origini dell'universo, il big bang, lo spazio e il tempo, l'acqua, l'aria, la luce, la vita così tragicamente passeggera degli uomini, il loro pensiero e la loro storia, le drammaturgie del sapere, dell'ambizione, dell'amore e del sesso. Questa allegra odissea dello spirito universale, fra Bibbia e fumetto, fra testo sacro e burla, avrà il vantaggio di sostituire tutte le biblioteche reali e immaginarie.
     
75)
La disfatta
Raccolta di quattro racconti di Vasyl' Bykov.
 
"Nei quattro racconti brevi di questo libro sono delineati i momenti cruciali della vicenda storica e morale della Bielorussia. Le tappe di tale vicenda sono drammatiche alle loro radici, colme di speranze irrealizzate e grondanti del sangue del popolo. Quanto è avvenuto in terra bielorussa nel ventesimo secolo basterebbe per scrivere l'intera storia di un altro popolo e gli guadagnerebbe per secoli l'autodeterminazione e la sovranità. Per i bielorussi non è stato così, nonostante la loro ferma devozione alle cause della libertà e dell'indipendenza, nonostante la loro antica cultura e la secolare appartenenza alla famiglia dei popoli europei. I loro nemici, in occidente come in oriente, si sono sempre dimostrati più forti, più scaltri e più cinici, e tutto si è sempre risolto in un disastro e in un bagno di sangue. Tale è stato l'esito della rivolta antibolscevica di Sluck del 1920, una disfatta che ha reso possibili settant'anni di dominio bolscevico su un territorio pari a un sesto della terra, abitato prevalentemente da 'povera gente' di ogni età e di ogni ceto, irrigidita dalla paura di repressioni senza fine da parte del regime forse più repressivo del mondo. Allorché quel regime, saziatosi di sangue umano, cominciò a farsi decrepito e a perdere vigore, s'innescarono le sue fatali conseguenze, la più spaventosa delle quali fu la catastrofe nucleare di Černobyl' del 1986. [...] Il vento di sudovest spinse sulla Bielorussia la nube radioattiva, che scaricò su decine di province stronzio, cesio e plutonio. Quindi l'enorme nube tossica si diresse verso Mosca e le autorità fecero levare in volo l'aeronautica militare. Gli aerei dispersero nell'aria sostanze speciali per difendere la capitale, e la nube tossica andò a scaricare la sua pioggia radioattiva sulle regioni orientali della Bielorussia, distruggendone di fatto la vita. Mosca venne salvata al prezzo della salute e della vita di migliaia di bielorussi [...]" (Vasil' Bykov)
     
76)
La donna di pietra
Romanzo di Edelio Tomasi.
 
Da Baghdad al Cairo, attraverso Aleppo, si snoda il viaggio, irto di prove e di ostacoli, intrapreso dal giovane arabo Gia'far, figlio di un filosofo, per andare incontro al proprio destino, spinto da un presagio d'amore per la Donna di pietra, che gli farà perdere il senno. L'enigma del viaggio è custodito nelle pagine di un antico manoscritto, che narra la fine del regno di Atlantide e il tragico amore di Elc'ea, ultima sua regina, per il comandante Aphères. Per evitare la scomparsa del popolo, la regina deve offrirsi in sacrificio agli dei ma, undicimila anni dopo, il suo amore incompiuto reclamerà nuova vita, incarnandosi in Gia'far. Ullaya, A'isha, Elc'ea, la Sfinge: cangianti le maschere del femminile nell'avventura di Gia'far; vagabondi i nomi che gli consentono questo amore custodito nel silenzio dei millenni. Nel romanzo, maschere, donne, nomi immortali: senza più le Parche che diano filo alla vita, per poi reciderla. Ricco di materiale clinico, questo romanzo esplora l'amore e la sessualità, senza colpa e senza pena, e conclude che le cose ambiscono a compiersi in modo originario. Mille e diecimila anni diventano l'istante di luce eterno in cui le cose s'intendono e non finiscono.
     
77)
La foto del colonnello
Raccolta di racconti di Eugène Ionesco.
 
"Discutevamo tranquillamente del più e del meno io e il mio amico Jean, sulla terrazza del bar, quando scorgemmo sul marciapiede di fronte un enorme, possente rinoceronte che sfiorava le vetrine sbuffando rumorosamente". Incomincia così Rinoceronte, il racconto inedito di Ionesco qui pubblicato da cui l'omonima, celeberrima pièce. A Ionesco piace scrivere racconti. Li preferisce al teatro. Non unicamente realistico, non unicamente immaginario, un po' l'uno un po' l'altro, Ionesco pensa di giungere molto vicino al vero. In questo volume sono raccolti inoltre Orifiamma; La foto del colonnello; Il pedone dell'aria; Una vittima del dovere; Primavera 1939; La melma (con la versione in sceneggiatura); L'ira (video-clip ante litteram per il film I sette peccati capitali).
     
78)
La guerra
Romanzo di Francesco Saverio Alonzo.
 
Donne bellissime, capitani coraggiosi, generali paciocconi, partigiani scalcinati e gerarchi gonfi di boria girano in un carosello esilarante in questo romanzo che fa scrutare i capitoli più oscuri della storia alla luce folgorante della satira. Mussolini, Hitler, fantomatici comandanti di reparti inesistenti e dame maliarde tessono intrighi la cui soluzione lascia sempre stupefatto chi li segue sulla scrittura di Alonzo. Il fronte italiano, bloccato a Montecassino durante la seconda guerra mondiale, fa da sfondo a una serie di storie inverosimili e divertenti che cominciano a dipanarsi quando il generale americano Asinover regala, sotto i fumi della sbornia, un corredo di mazze da golf al tenente Piero, inviato dalla brigata partigiana "Fumo" per fargli la pelle. Mentre c'è chi si fa a pezzi, in nome d'ideologie folli o umane, c'è anche chi si arricchisce, approfittando della situazione, instaurando commerci che vanno dalle uova false ai cannoni antiaerei. Muovendosi con incredibile disinvoltura in Europa e in America, frugando nei meandri della mafia, delle amministrazioni militari, delle organizzazioni spionistiche e arrivando a violare luoghi segreti quali la Casa Bianca o la dimora del Duce, Alonzo fa esplodere, una dopo l'altra, le situazioni più assurde, spargendo una patina di ridicolo su tutti i mostri sacri, ivi inclusi gli "intoccabili" della resistenza.
     
79)
La guerra e l'amore
Romanzo di Jean Daniel.
 
Ho scritto questo libro per il solo piacere di raccontare alcune storie. Per parlare della paura e dell'amore, della guerra e dell'amore, della morte e dell'amore. Sono alcune fra le storie che da tempo mi accompagnano, con personaggi che da sempre frequento nella mia mente. Quando le ho scritte, mi sono accorto che erano un romanzo e due novelle. Tre storie inseparabili. I personaggi del romanzo possono infatti spiegarsi anche con le avventure che danno la trama alle novelle. Questi giovani, già tentati dalla guerra di Spagna ma allora troppo giovani per combatterla, hanno attraversato il secolo segnati dalla loro guerra contro i nazisti e dalle loro lotte contro il colonialismo. Per loro amare era, sopra ogni altra cosa, il grande evento della vita. Ma non lo sapevano. (Jean Daniel)
     
80)
La lingua del paradiso
Romanzo di Roberto Giardina.
 
Il romanzo della classe borghese italiana dall'inizio degli anni trenta ad oggi, dal fascismo al terrorismo, visto attraverso la dinamica della vita di un uomo. Il protagonista possiede tutti i simboli immaginari e materiali della felicità. È ricco, intelligente, affascinante, ed è molto amato ma va alla ricerca con ostinazione di una sua personale, diversa, felicità, che si realizza in una inconscia, morbosa autodistruzione. Ultimo erede di una famiglia a cui tutto è concesso, per ribellione sposa un'operaia, si iscrive al Partito Comunista da cui sarà espulso. Lascia la moglie, si unisce a una giovane intellettuale di Amburgo, entra in contatto con il primo gruppo eversivo tedesco e lo finanzia. L'uso del denaro gli consente di partecipare alla vita e alla lotta di un gruppo opposto alla classe sociale a cui per nascita appartiene, ma non riesce a condurre questo gioco fino in fondo e l'evolversi della sua storia, di errore in errore, lo condurrà nella trappola che lui stesso ha costruito. Un romanzo politico costruito attraverso un montaggio rivelatore di fatti e personaggi autentici della storia europea degli ultimi anni.
     
81)
La luna di marzo
Romanzo di Luigi Condemi di Fragastò.
 
Accanto alle storie d’amore di una giovane donna – la contessa Isabella Sirleti di Torre Galea – con un nobile feudatario e un intellettuale della Carboneria napoletana, questo romanzo ha come protagonista la società del Regno borbonico di metà Ottocento. Una società dai tanti contrasti politici e sociali, alla continua ricerca delle proprie radici culturali e storiche. L’Autore la rappresenta attraverso le vicende di una nobile famiglia, che assiste inconsapevole al proprio declino provocato dalle leggi "eversive" del 1806, dai dispendi della vita intorno alla Corte del re di Napoli e dall’incapacità dei latifondisti del Mezzogiorno di adeguarsi al mutato corso della storia. L’estinzione della famiglia Sirleti segna anche la fine del feudalesimo, o di ciò che ne rimane, mentre sulle sue rovine nasce il nuovo mondo: con tante speranze e con struggente malinconia.
     
82)
La morte di Dostoevskij ovvero La morte della tragedia (Quel giorno di dicembre di sette anni fa)
Romanzo di Alberto Lecco.
 
Pietroburgo, dicembre 1871. Da pochi giorni è uscito in tutta la Russia il terzo grande romanzo di Dostoevskij, I demoni. Ed è subito scandalo. Slavisti e occidentalisti, destra e sinistra culturali e politiche, che fino a quel momento sembravano avere accettato la polifonia drammatica e dialogica dello scrittore, adesso intuiscono, in questo suo nuovo romanzo, assai più che un attacco ideologico alla società del tempo e una dissacrazione del bon ton e dei buoni sentimenti tardo‑romantici, la rinascita improvvisa e inaspettata della tragedia antica, classica, greca, sepolta da duemila anni, con l'eccezione del sommo Shakespeare, in un nuovo Eschilo‑Sofocle; Dostoevskij appunto. Ed ecco accade il consesso processuale dei "dodici", in una sorta di "Ultima cena" di cui Fëdor Michailovič Dostoevskij è al centro, accusato, imputato e nuovo profeta tragico. Fra gli undici giudici di Dostoevskij vi sono tutti i rappresentanti di quella società russa di fine Ottocento che, nella sua sostanza, appare così analoga alla nostra di oggi, almeno nel mondo occidentale. Fra questi, le sue due donne, la seconda moglie Anna Grigorevna, la ex amante Apollinaria Suslova con il marito e mancato narratore Rozanov, il famoso romanziere Turgenev, il terrorista rivoluzionario Sergeij Nečaev e, alla fine, il grande Leone Tolstoj, e, con una capriola temporale e "carnevalesca", perfino Sigmund Freud. Il processo degli undici a Dostoevskij si rivela apocalittico fin dalle prime battute. Ma la conclusione, inaspettata e liberatoria, capovolgerà il pathos tragico in un gioco catartico‑rabelaisiano.
     
83)
La musica della vita. Storia di una famiglia di ebrei italiani
Romanzo di Silvia Kramar.
 
– Ma che bel sorriso hai, bella ebreina! Da quella frase, che, ragazzina, si era sentita rivolgere un giorno, sulla spiaggia, da un vecchio francese, prende il via il racconto della protagonista, Manuela, che ripercorre la sua storia, la storia di una famiglia ebrea convertita. Il racconto, ricco di vicende narrate con finezza di sguardo e attenzione ai dettagli e alle sfumature, tocca questioni fondamentali per ciascuno: il nome, il padre, il viaggio, il sesso. In un’epoca dove riesplodono le tentazioni dell’odio, della violenza e dell’irrazionalità, la lettura di questo romanzo offre uno spunto originale a quanti avvertono che è possibile proseguire il cammino soltanto sulla base della fiducia e della speranza. "Anche mio padre guardava il rabbino, che si piegava in avanti nella preghiera: – Non lasciate che la morte vi tolga il gusto della vita. Il lutto non deve diventare disperazione. Dio è ovunque e, se qualche volta sembra che si sia nascosto, è perché non abbiamo ancora imparato a cercarlo. Lo zio mi aveva già insegnato queste cose: – Noi non siamo diversi dagli altri, non sopravviviamo ai disastri invocando semplicemente le potenze invisibili, siamo facili a degradarci né più né meno di qualsiasi popolo. Ma per secoli hanno cercato di rubarci la vita, e quindi la sentiamo più di chiunque altro. E io ti chiedo d’insegnare a tuo figlio ad ascoltarla, la musica della vita…"
     
84)
La nave del paradiso

Romanzo di Giorgio Antonucci.

 

Questo libro, unico nel suo genere, cerca di ristabilire un dialogo da lungo tempo interrotto. La leggenda dice che Arianna permise a Teseo di ritornare donandogli un gomitolo di filo che lo guidava attraverso i sentieri del labirinto.
Così, questi testi,come conversazione con gli internati delle istituzioni totali, sono un ritorno di pensieri "perduti", di esperienze "negate".
La parola ritrova la sua struttura di comunicazione.
La navicella del discorso alza le sue vele nei mari più solitari.

     
85)
La novella d'Israele. Narratori israeliani contemporanei

Raccolta di novelle di Almog, Amichai, Appenfeld, Ben-Ner, Birstein, Kahana-Carmon, Orpaz, Oz, Shahar, Yehoshua.

 

Sono qui raccolti gli esiti più felici della narrativa nata dalla particolare esperienza culturale israeliana negli anni settanta e ottanta.
Il lettore italiano, che già conosce bene Amos Oz (Michael mio, Bompiani) e Aharon Appelfeld (Badenheim 1939, Mondadori) troverà, in queste undici novelle e romanzi brevi, temi e invenzioni stilistiche straordinari. Dall'epica amara e inquieta delle storie di guerra all'umorismo bizzarro, dalle memorie dell'Europa ai sogni e alle invenzioni della più giovane e più antica fra le letterature.

     
86)
La primavera della morte
Romanzo di Andrej Platonov.
 
Andrej Platonov non può essere paragonato agli scrittori suoi contemporanei. Il suo posto è accanto a Dostoevskij. (Jurij Naghibin)
     
87)
La regina di Saba
Romanzo di Marek Halter.
 
Era nera. Era bella. Lo attestano tanto l'Antico e il Nuovo Testamento quanto il Corano. Grazie a lei il mito dell'uomo africano si accosta a quello dell'uomo bianco. Contrariamente alle regine greche che sfidavano i loro pretendenti sui campi di battaglia, la regina di Saba sfida re Salomone sul campo dell'intelligenza. La leggenda vuole che dal loro breve amore sia nato un figlio, Menelik, che nella lingua ge'ez significa "figlio del re". La regina di Saba, a cui Marek Halter restituisce tutto lo splendore e l'interesse storico, è sempre più presente nella nostra attualità. Negli studi archeologici, grazie agli ultimi scavi ad Axum, in Etiopia, nella nuova espressione poetico-erotica che si ispira al Cantico dei Cantici e sul piano politico: nella maggior parte dei paesi dell'Africa i gruppi che vantano la propria discendenza dalla regina di Saba e dal re Salomone cominciano a organizzarsi in associazioni e sinagoghe. Marek Halter, basandosi sulle recenti ricerche storiche, traccia i confini del regno di Saba, racconta la vita movimentata di questa regina, fa luce sulle guerre da lei condotte nello Yemen, sull'altra costa del mar Rosso, e sulla sua alleanza con il regno d'Israele del saggio Salomone.
     
88)
La rivolta dei paggi o l'arte di prosternarsi davanti al sovrano

Romanzo di Grigorij Prjachin.

 

In questo racconto due sono le voci narranti, una femminile e l'altra maschile: da un lato, l'epoca di Alessandro Magno raccontata da una prigioniera egizia; dall'altro,  la Russia degli ultimi decenni raccontata da un giornalista, voce dell'autore. I due personaggi si alternano nella narrazione, offrendo due modi differenti di leggere la storia. Se la donna fa rivivere l'antico impero di Alessandro restituendolo con una scrittura vivace e attuale, il protagonista maschile ripercorre gli eventi del tardo impero sovietico e gl'inizi della nuova Russia, con riferimenti a noti fatti di cronaca come il  tragico attacco terroristico al teatro della Dubrovka a Mosca e i conflitti nel Caucaso.
Il libro si snoda lungo un suggestivo e inquietante parallelo fra due mondi che, sebbene divisi da millenni, mostrano analogie sorprendenti.

     
89)
La scala e La settima dimensione
Raccolta di racconti e novelle scritti da Aleksandr Zhitinskij.
 
La scala. "Era come se Pirošnikov – il giovane protagonista – aspettasse in continuazione qualcosa: ora l’istruzione, ora l’età adulta, la compagnia, l’occasione e, a volte, semplicemente la voglia. Era come se si preparasse continuamente a entrare nella vita, senza sapere da che lato avvicinarsi, in quali porte sbattere, anche se sentiva che era ora d’entrare". Ma, dopo una notte d’angoscia e di vino, una scala senza inizio e senza fine lo intrappola. Apparentemente, perché questa scala incredibile eppure così vera, gli fa incontrare cose sorprendenti: muri di specchi, stanze con la porta al terzo piano e la finestra nel seminterrato, dispense che diventano navi fantastiche; ma sopra tutto gli dà l'occasione di trovare la sua storia e un progetto di vita. La settima dimensione è una raccolta di novelle e racconti surreali, di miniature fantastiche e satiriche, che, negli anni settanta, erano diffusissimi attraverso i samizdat. Storie di solitudine, paradossi, difficoltà e semplicità della vita, ironia e umorismo. E, in ciascuna storia, l'assurdo – in cui sfocia anche il "sistema" – è il modo di sperare e di sognare.
     
90)
La signora dei lupi
Romanzo di Michele Serio.
 
Favola sessuale, senza il puritanesimo dei fratelli Grimm e di Andersen, nella tradizione di Boccaccio ma anche di Basile, novelliere del Cinquecento – napoletano come Michele Serio – La signora dei lupi riscrive in modo irrispettoso, spregiudicato e umoristico, secondo lo spirito della commedia, i temi classici della favola. Come accade nelle favole, il padre muore e Rosa, la protagonista, viene scacciata di casa dalla mamma cattiva. Poi, entra nella foresta e incontra l'animale: il lupo. Ma, come non accade nelle favole, Rosa, nana e gobba, con ululati bestiali, lancia il suo richiamo sessuale al branco che risponde dando inizio a un festino notturno in una sfrenata danza che nemmeno il giorno può placare...
     
91)
La strada di Viareggio
Romanzo di Brunello Maffei.
 
Brunello Maffei racconta una storia che attraversa il tempo sotto il cielo di Viareggio. I personaggi sembrano raccolti qua e là sulla strada dei ricordi e della storia, immersi in un ambiente straripante di vita umana, animale e onirica.
     
92)
La vera storia dell'Aids
Romanzo di David Rasnick.
 
Qui, all'Ospedale di San Francisco, c'è un gruppo di malati di Aids che vengono considerati sopravvissuti oltre ogni previsione. I medici stessi ammettono che si tratta di malati che, a un certo punto, hanno deciso di cambiare stile di vita, modificando il loro modo di pensare e di sentire. Queste persone non danno retta ai consigli dei medici. Si rifiutano di restare sdraiati e morire solo perché così esige, da loro, la teoria dell'Hiv. Ma lo sa cos'ha dichiarato pubblicamente un medico dell'ospedale? Che se consigliasse ai malati di Aids di assumere la direzione della propria vita per vivere, sarebbe accusato di ciarlataneria". Questo e altro ancora ascolta, incredula, Core Fletcher, bellissima giornalista di "Science Week", quando, dopo il suicidio della sua più cara amica sopraffatta dalla vergogna di scoprirsi sieropositiva, decide di compiere la traversata delle istituzioni sanitarie, governative e mediatiche, cui il pubblico delega la gestione della questione Aids. Indagando anche in incognito, ripercorrendo tutto ciò che si sa sulla causa dell'Aids, Core trova il bandolo di una matassa aggrovigliata da paure, tabù, mitologie, avidità, brama di potere, privilegi di casta. Sempre più incuriosita, la svolge per scoprire che il famoso Hiv non è causa dell'Aids e per accostarsi a chi, fra mille ostacoli, propone ipotesi differenti sulle malattie da riduzione dell'immunità. Intanto, seguendo le sue indagini, Core s'imbatte in cose nuove: pensieri, incontri, un uomo, Alan… Una storia di amore e di verità, raccontata brillantemente da uno scienziato anomalo per formazione e per programma di vita.
     
93)
La via di Trieste
Romanzo di Roberto Morelli.
 
A svolgere le missioni diplomatiche più ostiche dell'ufficio milanese del ministero degli Esteri arriva da Roma uno strano funzionario: solitario lettore di Bergson e, al tempo stesso, astuto analista dei bilanci degli stati che intrattengono con l'Europa scambi commerciali. Di casa a Trieste, innamorato della bellezza di Grado e del Carso, il giovane diplomatico si dibatte fra l'innegabile piacere di stilare relazioni di viaggi, tanto apprezzate da fargli compiere una rapidissima carriera verso incarichi europei, e la forte nostalgia di un ideale isolamento dal mondo, cercato sui litorali deserti del golfo di Trieste. E, ancora, fra la lettura disincantata degli eventi politici internazionali e l'incanto del paesaggio di Trieste e dintorni, fra la donna della metropoli e quella dell'altopiano. Fino a credere di potere scegliere fra l'artificio e la genuinità, fra il disordine e l'armonia, fra la parola e il silenzio. Ma invano il protagonista del romanzo trasforma in un'isola di rifugio momenti, luoghi e incontri. La parola, che non si lascia chiudere in convenzioni e codici, irrompe con i suoi mirabili artifici. Metafore e metonimie inconsuete costellano il testo. Dell'animismo, dell'antropo e zoomorfismo resta l'ossimoro. Nella traversata del naturalismo, la natura stessa risulta estremo artificio. Così, a una narrazione venata di riflessioni e di analisi s'intreccia lo straordinario rilievo dell'ipotiposi. E la scrittura di Roberto Morelli innova la tradizione della letteratura triestina e mitteleuropea.
     
94)
La vita estrema. Palinsesto
Romanzo di Ferruccio Masini.
 
"Questo libro ha la forma di un palinsesto. La Scrittura cancellata si riferisce allo stato più profondo che temporalmente può essere collocato negli ultimi anni della guerra fascista; la soprascrittura riguarda invece i giorni che diciamo nostri e che forse non lo sono neppure più". Come Hans Castorp nella Montagna incantata di Thomas Mann, questo romanzo ci conduce all'incontro con alcuni grandi personaggi in un singolare ospedale: i termini della vita e della morte, del possibile e dell’impossibile sono straordinariamente qui, a portata di mano.
     
95)
La vita eterna
Romanzo di Jacques Attali.
 
Perché di loro rimanga una traccia perenne, gli uomini decidono la costruzione di un ponte che solchi i cieli, collegando Cana – il cervello dell'universo, terra antichissima, culla delle civiltà – con il Cuore – isolotto dove sono raggruppate tutte le fonti di energia. "Porta del cielo", così sarà chiamato. Ma la costruzione del ponte scatena interessi contrastanti, fino all'annuncio di una guerra che con la distruzione del Cuore porterà alla distruzione dell'universo. Un embriologo, per salvare il patrimonio di cultura e di arte dell'umanità, fabbrica un popolo di chimere: uomini e donne dalla vita eterna, nel cui patrimonio genetico sono iscritti i ricordi e le caratteristiche dei personaggi della Novella, l'antico testo sacro del popolo di Cana. Perché la Novella sottenda nuovamente la vicenda dei popoli fino alla pace e alla prosperità. Che ciascuno trovi il suo posto nella leggenda, che ciascuno faccia della sua vita un'opera d'arte: questo il messaggio di pace che Attali ci propone all'alba del terzo millennio.
     
96)
Le donne. Controcanto
Romanzo di Silvano Zoi.
 
È il romanzo di una donna scritto da un uomo? È il romanzo intorno all'enigma della differenza sessuale.
     
97)
Le lacrime di Iside
Romanzo di Edelio Tomasi.
 
Siamo nel terzo millennio a.C., al tempo del saggio faraone Geser. Protagonista della storia è il grande Imhotep, architetto inventore delle piramidi in pietra, medico, astrologo, divenuto notissimo nella sua epoca e nei secoli seguenti. Nel romanzo, gli enigmi della cultura egizia s'intersecano con la leggenda di Atlantide. Imhotep era al fianco di Elc'ea, l'ultima regina, quando gli atlantidi dovettero abbandonare la terra che s'inabissava. Per volere di lei, ritorna in vita: custode della memoria, è chiamato a sconfiggere la barbarie e a portare in Egitto i valori della civiltà.
     
98)
Le mani sporche di Dio
Romanzo di Ayako Sono.
 
Nella clinica di ostetricia e ginecologia del dottor Nobeij Sadaharu, nei pressi di Shonan, in Giappone, si avvicendano casi tragici, drammatici, comici, apparentemente quotidiani, come il miracolo dei coniugi Masanori, il caso di ermafroditismo di Mayuko, il caso strabiliante di Kikuko, l'anoressia di Asano Chisa, il parto a sorpresa di Ninomiya Yoshie, l'aborto mancato di Kumiko, la storia della piccola Miyako, abbandonata e poi adottata dai Lorry, quella di Eiko Nakanishi, toccata dal miracolo, seppure doloroso, la vicenda del piccolo Megumu, nato deforme e costretto a morire come Cristo. Quel Cristo che, nel grande quadro della chiesa di padre Munechika, ha il volto di Dio e le mani sporche di un semplice falegname. Tradotto per la prima volta in Occidente, questo grande romanzo tocca i temi della vita e della morte, dell'amore e del sesso, della fecondazione artificiale, della sterilità, dell'aborto, dell'eugenia, talvolta traendo spunto da fatti realmente accaduti.
     
99)
Le onde della nostra vita
Romanzo di Alessandra Tamburini.
 
Le onde seguono il loro ritmo verso il piacere, vero e proprio approdo alla qualità. La vita è la parola stessa, dove nulla si chiude, tanto meno un discorso. E i personaggi non rincorrono nessuna mitologia né servono l'idea di padronanza. L'absolutio è un teorema, per cui ciò che si narra si scrive. E importa il valore della memoria. Valore intellettuale quanto immemoriale. (Armando Verdiglione)
     
100)
Liturgia di amore e di governi
Romanzo di Giuseppe Grieco.
 
"C'era sempre stato quel cavallo bianco nella sua vita...": così comincia questo romanzo in cui i riti pubblici del Potere e i riti privati dell'amore s'incontrano e si scontrano nel tessuto di un'Italia che vive il dramma e la commedia del fascismo e della democrazia. Così, in un impasto che non ha precedenti nella nostra letteratura, cronaca e fantasia si sposano per dar vita a un racconto in cui i morti, i vivi e i falsi vivi portano avanti il balletto‑avventura dell'esistenza sotto lo sguardo di un giudice partecipe: il Cristo "coronato di rose" uscito dalla fantasia del poeta Alexandr Blok. Romanzo che è anche la resa dei conti di un uomo sullo spartiacque della morte, là dove ogni possibile menzogna è bruciata, Liturgia di amore e di governi segna il ritorno alla narrativa dell'autore di Casa Vanacore, che Eugenio Montale definì "i Malavoglia del nostro tempo": un ritorno che è anche un arricchimento per la complessità e l'attualità dei molti temi affrontati nel libro con un impegno umano e civile che ne fa un'opera che ci riguarda tutti, perché tutti dobbiamo rispondere alla domanda: "Che cosa abbiamo fatto della nostra vita?". Grieco non lancia "messaggi". Racconta col cuore di chi "c'è stato" e coinvolge nella sua vicenda, a cavallo tra fascismo e democrazia, i giovani che hanno vissuto i giorni da non dimenticare dell'ultima illusione rivoluzionaria in un'Italia di tromboni, di politicanti e di disperante routine. Per lui, è un dovere esistenziale non uccidere la speranza: ecco perché ha scritto Liturgia di amore e di governi.
     
101)
Lo spaccio della Malabestia
Raccolta di racconti scritti da Piero Colle.
 
È indifferentemente Vienna o San Francisco, la laguna di Grado o la malia delle foreste del Grande Nord, la dimora di ninfe metropolitane che, divinità minimali dell'epoca moderna, restituiscono al gesto sessuale una straordinaria potenza evocatrice. Estranei allo sguardo fustigante e perverso della morale, la masturbazione, la prostituzione, l'incesto, la commistione dei corpi e dei generi si spogliano delle lugubri uniformi cui le ha costrette la cultura regolatrice e dell'ordine, e ritrovano nella scrittura di Piero Colle i fasti sontuosamente orgiastici del mito greco. Questi racconti emergono da una prospettiva abissale, la cui connotazione più intellettualmente stimolante è la rappresentazione di una spietata "fisicità", tanto intensa e incombente quanto più filtrata attraverso il labirinto dell'intelligenza. Prive di gerarchie sentimentali, le quattordici ragazze, dai nomi tutti sorprendentemente terminanti con la stessa desinenza, "agiscono" e, a un tempo, "sono agite", fino a raggiungere una sorta di distacco, coinvolgendoci in un itinerario senza ritorno: il piacere unico e irripetibile, gridato da tutta la materia di cui sono fatti i sogni e la stessa vita. (Elena Guerra)
     
102)
Lo specchio che ritorna
Romanzo di Robbe-Grillet pubblicato da Spirali (riproduzione anastatica: settembre 2005. Prima edizione italiana: giugno 1985)
 
Un romanzo? Un'autobiografia? Il linguaggio del romanzo, si sa, non è quello che lo scrittore usa nel quotidiano. E siccome qui è l'uomo Robbe‑Grillet a parlare (di sé romanziere, di sé bambino), la sua scrittura sembrerà meno austera di quella a cui ci ha abituati. Ma la tessitura avventurosa dei frammenti rubati ai territori o ai piaceri erotici del ragazzino, tratti dalla pittoresca cronaca del clan familiare, lasciati dagli anni della guerra o dell'orrore nazista, tutto l'intreccio di piccole cose, di pacata iconografia, di lacune e di eventi smisurati condurrà il lettore, a sua insaputa, a identificare il funzionamento incerto di un'esistenza in quello di tutta la letteratura moderna.
     
103)
Lupa bassa. Non è la parola a fare la guerra, è la morte
Romanzo di Denis Roche.
 
"Ed una lupa, che di tutte brame / sembiava carca ne la sua magrezza, / e molte genti fè già viver grame, / ... / ella mi fa tremar le vene e i polsi". (Dante Alighieri, Inferno, I, vv. 49 sgg.) "Qual de le cose create è la più degna? Se tu vorrai rispondere saviamente, tu dirai: l'huomo; che sai che la sacra e la prophana scrittura vuol così. Hora sta forte: qual dunque è la più degna parte della Philosophia? Di necessità segue che sia quella parte che cerca le più degne cose, e così quella è posta intorno a la cognizione de l'huomo: conciosia dunque che questo huomo non possa essere senza il cazzo, come chiaro è, a forza bisogna mettere il cazzo per chiuder la potta e 'l culo esser le prime cose che si denno imparare. Del mescolamento poi de la potta, del cazzo e del culo, ne segue la cognizione del fottere e del bugerare; e così si viene allargando la scienza". (Antonio Vignali, La cazzaria, Siena 1521) "Lupa bassa è un libro come non capita spesso di leggerne: scatenato". (Jacqueline Piatier, Le Monde) "Denis Roche si mette a nudo, dice, vomita i propri desideri, fantasmi, terrori, con un vigore verbale dimenticato dopo Dada e Lautréamont. Tutto il libro è un ballo selvaggio, superbo, doloroso". (Claude Bonnefoy, Les nouvelles littéraires) "Il romanzo moderno è questo". (Philippe Sollers, Le Nouvelle Observateur) "La più esatta rappresentazione che sia mai stata data del lavoro dello scrittore" (Bernard Noël, La Quinzane littéraire)
     
104)
Madri e figlie

Romanzo di Elena Bonner.

 

"... Tutti avevano i loro arrestati, deportati e fucilati. E quando oggi capita di sentire che qualcuno non sapeva, o qualcuno che dice 'Dio, ma davvero questo è potuto succedere?', oppure, più raramente: 'Non può essere successo', viene voglia di urlare: 'Non credetegli!'. Significa che non voleva vedere, che non voleva sapere. Ma significa, anzitutto, che il suo cuore non ha mai avuto un balzo, che egli non ha mai aiutato, con un pacco, con una lettera, con la compassione, con una parola, con un sorriso, con un'occhiata, nemmeno con un pensiero. Quello non è un uomo..."

     
105)
Magistrati del malefizio
Romanzo di Franco Bartolomei.
 
"Non sono più io la mia immagine, ma quella che il potere, quel potere impersonato dalle Erinni, ha inventato per me. […] Non sono più reali i cinquant'anni di uomo e di giurista; le centinaia di processi difesi, l'insegnamento a migliaia di giovani e gli articoli scritti… Nell'Enciclopedia del diritto il nome del millantatore… Tutto inghiottito nel nulla. ‘Quei' magistrati hanno creato un altro individuo. Una nuova concezione, una nuova forma di potere circonda l'uomo contemporaneo: l'imagologia. Un brutto neologismo. Vivrò, finché pulseranno le arterie infiammate dalla scintilla nel seno del cuore, tra quegli imagologici magistrati; sarò per loro un millantatore. […] Vivrò, millantatore, per scrutare ancora, nelle serate future d'agosto, il precipitare delle stelle nella volta celeste. Dal colmo delle alte e dolci colline marchigiane, sulle ampie terrazze aperte all'aurora, vedrò affogare nel mare il pulviscolo di tutte le parole pronunciate; vedrò bruciare nel nucleo di comete incandescenti mucchi di carte scritte da scribi sotto dettatura di farisei. Giocolieri di simboli. Come una cometa la vita attorno al sole, in un'ellisse senza fine…". (Franco Bartolomei)
     
106)
Malalali
Romanzo di Paolo Barbaro (alias Ennio Gallo).
 
Malalali è il diario di un tecnico italiano abituato a lavorare all'estero, che a un tratto si trova sbattuto in Sudafrica. Era dall'altra parte del globo terrestre, vicino, quasi, al Polo Nord e in poche ore raggiunge l'altro capo di un meridiano portando con sé miti e valori che non servono a rendergli più facile l'inserimento in quel mondo nuovo. L'ingegnere-scrittore a un certo punto della sua esistenza sente il bisogno di ricordare quella esperienza e di riflettere sullo scontro di culture e civiltà che ha vissuto, di capire perché talvolta è tanto difficile intendersi. Quell'episodio di un'esistenza avventurosa diventa il luogo ideale di una resa dei conti ideologica, psicologica e sentimentale; l'ingegnere-scrittore riscopre il fascino e la forza dei miti e degli ideali, ma anche la loro vanità e impotenza, rivisita i luoghi e le persone e scopre la distanza che ormai lo separa da quei luoghi e da quelle esperienze. Quell'aereo che attraversa tutt'intera la sfera terrestre e rende vicino anche il paese più lontano è il segnale concreto di una possibilità straordinaria che ci sovrasta e ci opprime, perché al di là di ogni volo, resistono caparbie le radici della nostra esistenza e insuperabili i limiti della nostra vita.
     
107)
Malfarà
Romanzo di Enrico Panunzio.
 
Per averlo seguito a passo di beduino nelle Puglie dietro un tamburo, non so chi sia Malfarà in compagnia di un unico bagaglio di portenti nel vasto mondo, sicofante e coreuta di maschere e di finzioni dipinte sulle ocre di un vaso magnogreco. Sarà la Murgia sommersa e stregonesca il suo teatro. Nei panni di un eterno Briccone l'oriundo rianimerà nella masseria‑colonia tra le pietre la trama sofoclea di Oreste e Elettra, sonnambuli e troppo inetti nel nostro secolo per meritare la torcia di un delitto. Considero di avere qui perseguito il mio idolo cavalleresco sotto l'ala di un Arcangelo al Gargano. Se rimane una traccia di vissuto, una morchia di memoria, non mi basteranno cento vite per espiare questa colpa degenere e plebea.
     
108)
Memoria al presente
Romanzo di Jean Daniel.
 
La singolarità, e in un certo senso l'audacia, di questo romanzo consistono nel fatto che non è un libro di ricordi ma un libro della memoria. Come avviene quasi sempre quando si è soggiogati da un ricordo d'amore, nella trama del testo emergono questioni umane, o, più precisamente, la questione stessa dell'umanità, della memoria che rende uomini. Il libro di Jean Daniel non è politico e, rispetto all'immagine abituale, forse semplicistica, di un uomo impegnato a scrivere riflessioni d'attualità, costituisce un blocco enigmatico, irradiando qualcosa che sfiora la politica, un supplemento di utopia che anima a volte la riflessione politica, quando non si pone esclusivamente come analisi arrogante del reale. Semplicità, esattezza, tenerezza, umorismo, insomma una lingua deliberatamente scritta, sono le caratteristiche della scrittura di Daniel.
     
109)
Nomade fino alla morte
Romanzo autobiografico, prima edizione mondiale integrale dell'opera di Vladimir Maksimov.
 
Un mese prima della sua morte, Vladimir Maksimov venne a Milano a consegnarmi un manoscritto. Questo gesto vale un compito, che io assolvo ora. Il libro risulta una sorpresa assoluta: testamento e cifra dell'intera opera di Maksimov. Con i suoi scritti, con i convegni, con la rivista "Kontinent", egli esercitò, nella sua vita, un'influenza enorme nel panorama intellettuale planetario e nel contesto della dissidenza, non solo russa: e qui porta a compimento la sua missione. (Armando Verdiglione)
     
110)
Non vestitemi di bianco
Romanzo di Franco Scaglia.
 
Immaginate un grande fantastico viaggio. immaginate due vecchi che alla fine della vita s'incontrano per caso in una rassicurante e mite campagna dove hanno deciso di trascorrere, nella sertenità che offre il silenzio, il tempo che gli resta da vivere. Immaginate che uno dei due spieghi all'altro che solo quando si è vecchi, se le forze ti reggono, si possono avere le più strabilianti avventure. Immaginate che l'altro si convinca. Immaginate dunque un grande fantastico viaggio...
     
111)
Note non casuali
Romazo di Boris Lunin.
 
Scrivo il pazzo flusso dei pensieri, dei sentimenti, degli umori, della rabbia, della compassione, dell'offesa, della disperazione! Non posso curare troppo ogni parola! Era facile ai Tolstoj, ai Turgenev e agli altri perdere tempo con la calligrafia, era facile al tedesco Goethe, così ben pasciuto, raccontare fandonie sui fiori nella stanza di Nettuno. Ma qui, in quest'angustia, mentre scoppietta il telefono e ticchetta la macchina da scrivere, mentre la povera moglie fatica sui quadretti e sotto la finestra scoreggia la Moskvic spingendo nella stanza la puzza di benzina, mentre al di là della parete urla Gmyria... Che ordine, che armonia! Scrivo come posso, butto fuori in un mucchio la spazzatura dell’anima. Trascorreranno cento anni, si raccapezzeranno i posteri, se a quel tempo questo grido dell'anima non sarà finito nel water! Cercate di capire, per amor di Dio, che io non ho tempo, non ho, tempo! Tra poco mi fasceranno, tra poco mi getteranno nella fossa, mi ricopriranno di terra, ficcheranno una croce nella tomba, metteranno un corvo sulla gobba… crrr... crrr... crr…
     
112)
Odèo, e altri racconti

Romanzo di Marco Muzzarelli.

 

Entrare con il protagonista nel paradiso di Odèo, seguirlo passo passo nei boschi, lungo fiumi, sentire intensamente con lui i colori, i profumi, i suoni, e avere sete e fame, timori e slanci, ma non cedere alla tentazione di mangiare il frutto dell’albero della conoscenza... Incomincia così il racconto che dà il titolo a questa raccolta di sedici ritratti di un giovane scrittore alla sua opera prima.
Sorprendenti le vicende cui andranno incontro altri protagonisti della raccolta: un granello di sabbia sbalzato dal fondale marino, una monetina da un centesimo che ha smarrito il suo valore, un signore chiamato Nessuno che incappa nei paradossi del suo nome. E corriamo con il cuore in gola insieme con il protagonista del racconto Ombra per uscire dall’oscurità di via dell’Inferno a Bologna...
La lingua di questo nuovo scrittore è avvolta nello sfumato di paesaggi di sogno. La misura corta dei racconti lascia stagliati nella memoria, con una felice brevità, i ritratti dei protagonisti e le loro vicende. Con il desiderio di rileggere ancora le pagine.

In copertina: Alfonso Frasnedi, Ascoltami, 1966, pennarello e tempera su carta. 

     
113)
Orellana
Romanzo scritto da Francesco Saba Sardi.
 
Il nuovo, singolare romanzo di Francesco Saba Sardi narra le imprese del nobilissimo conquistador spagnolo Francisco de Orellana che verso la metà del cinquecento per primo percorse e rivelò all'Occidente l'immensa fiumana del Rio delle Amazzoni, dalle sorgenti andine alla foce sull'oceano Atlantico. Personaggio storico, che risulta di assoluta carnalità e ferocia, traditore, formidabile e celeberrimo guerriero, qui trasfigurato in un eroe leggendario che nella sua navigazione affronta favolosi mostri, ittiche ninfe fluviali, le amazzoni cannibali, e con un pugno di manigoldi suoi pari trionfa di mille subdole creature uscite dalle profondità di acque in perenne metamorfosi. Al "sempremorto" sovrano, nella cupa Madrid dell'Inquisizione, don Francisco fa dono dell'enorme conquista, fingendo umiltà e dedizione, per ottenere in cambio il titolo di Adelantado, governatore assoluto dell'immensa Amazzonia, dove brama d'inventarsi un regno che non risponda a nessuna legge e a nessuna virtù: "Tornerò dove cantano gli arara nelle foreste natali, dove ragni giganti intessono la luce, là non ci sono torri, là non ci sono chiese, le lacrime sono inutili, mai vi fu il peccato, mai vi fu il perdono". Gli sarà concesso?
     
114)
Paradis
Romanzo di Philippe Sollers.
 
Perché non una punteggiatura visibile? Perché vive dentro le frasi profonda, più efficace e precisa, flessuosa; più leggera del grosso macchinario dozzinale di punti virgole parentesi virgolette trattini. Qui si punteggia più che mai ma altrimenti, a voce, a respiro, a cifra, all'orecchio; qui si dispiega il volume dell’eloquenza leggibile! Perché non gli spazi bianchi, i paragrafi, i capitoli? Perché tutto si racconta e insieme si ritma ora, non nell’ordine angusto della vecchia e ingarbugliata logica terrestre ma in quell'altra logica meravigliosamente chiara e continua, a eclissi, delle onde e dei satelliti. Rotazione nell'essere umano intorno a che? Ai mille e un modo d’illudersi sul potere e sul valore del sesso. Salve al piccolo pianeta rotante e pensante nella sua galassia delle galassie! Perché non una storia ma cento mille storie? Perché non è più tempo di simulazione e di quadri. Perché dilaghi copiosa, minuziosa e rapida la narrazione con la sua memoria dall’orrore al comico, dall'iterata constatazione di morte allo stato mistico, dall'informazione critica alla meditazione catastrofica, dal biologico al metafisico passando cabalisticamente attraverso la derisione, l'oscenità e, sempre, il tragico. Ecco il romanzo. Perché Paradis? Perché anche se fossi all'inferno sarebbe questa la mia maniera d'essere. Perché ho l'impressione di essere capitato per caso dentro l'immenso umorismo del non essere. Che ancora prova la necessità inaudita di essere detto. (Philippe Sollers)
     
115)
Parole e sangue
Romanzo di Pier Francesco Paolini.
 
Sullo sfondo degli anni di piombo, la storia di una lenta, sofferta conquista della "Felicità Coniugale" – che va in crisi quando, dieci anni dopo, compaiono fantasmi del passato. Un giovane aspirante suicida, coinvolto quasi per gioco in attività terroristiche, ritrova la forza di vivere – e quella di redimersi – grazie a un breve incontro d'amore. Sanguinosi episodi di cronaca e oscure trame politiche s'intrecciano, inestricabilmente, con le vicende sentimentali dei protagonisti.
     
116)
Pazienza

Romanzo di Jurij Naghibin.

 

In un romanzo che in Unione Sovietica non si poteva leggere, rivelata la vita privata di una famiglia russa. I vizi, i sogni, i rimpianti e le speranze di due generazioni.
I figli adolescenti, troppo deboli per resistere alle tentazioni che vengono dall'Occidente. I genitori, troppo sensibili per superare il passato. La madre, Anna, non ha dimenticato il primo amore, l'uomo e l'eroe scomparso al fronte. Lo ritroverà per una bizzarria della sorte, durante una breve vacanza su un'isola trasformata in rifugio e ghetto per gli invalidi di guerra. La realtà prevarrà sul sogno di amore cui è stata sacrificata la sua vita e quella del marito?
La risposta, amara e dolce, fornisce ironicamente la chiave per capire la Russia di oggi.

     
117)
Qualcosa rimane sempre
Romanzo di Carlo Dessy.
 
– Ma tu che cosa cerchi? – Nulla, anzi molte cose. Volevo rivedere i luoghi della mia adolescenza, ma non trovo niente di quello che ho lasciato. – Non è vero, qualcosa rimane sempre. Pensaci: qualcosa rimane sempre...
     
118)
Quartetto e Sotto le luci
Romanzo di Nada Inada (alias Shigeru Horiuchi).
 
La questione del sesso vista come una partitura musicale. Il chirurgo viene processato quando un uomo ha voluto cambiare sesso. La donna è chiamata come teste. Il pubblico ministero sfoglia il codice. Lo psichiatra indaga oltre lo spirito della legge. La sensibilità e la cultura giapponesi rovesciano il gioco dei sessi e il risultato è strabiliante e rivelatore per l’uomo e per la donna occidentali.
     
119)
Racconti intorno alla felicità ebraica

Raccolta di racconti di Anatolij Krym.

 

Una serie di racconti che narra la vita degli ebrei ucraini nella seconda metà del secolo scorso.
Situazioni tragicomiche ai limiti dell'assurdo con soluzioni inattese, colpi di scena e finali a sorpresa, con i più disparati personaggi: ebrei veri, presunti o non dichiarati, il "matto del villaggio", segretarie e esponenti dell’intellighenzia di provincia, direttori di fabbrica e ingegneri, star della tv, scrittori mancati, comunisti tesserati e aspiranti al tesseramento, nonni, genitori, figli, rabbini. Personaggi che sono espressione di quella "felicità ebraica" che tutti sanno cos'è, ma che in realtà nessuno sembra conoscere, nemmeno i diretti interessati.
Una narrazione piacevole, commovente, pervasa di arguzia, di umorismo e di genuina spiritualità, che porta a scoprire infine come la "felicità ebraica" appartenga a ciascuno, perché è nelle cose concrete e quotidiane, in ogni istante della vita.

     
120)
Ragioni di vita
Romanzo di Antonio Saccà.
 
Tre racconti. Pensieri sconclusionati dovuti all'insonnia narra, in prima persona, vicende, apparentemente lasciate in successione involontaria, in cui l'insonne scrivente, un professore, dice di sé e degli abitanti dell'edificio dove abita. Tutto e tutti infastidiscono il narratore, la vicina di porta, pazza e timorosa, la coppia accanto, sempre in cerca di novità, gli studenti della scuola nella quale insegna, la vita stessa e lui medesimo. Un sogno di quiete solitaria, nella mancanza di ogni presenza esterna o nella cessazione di ogni esistenza, insorge nella mente del narratore, unica soluzione all'impossibilità di rapporti non disturbati con la realtà. È attesa della distruzione, attesa e volontà di distruzione che fanno tollerare le giornate al rabbioso scrittore. Anche nell'Impossesso chi narra è un professore: egli s'innamora di una studentessa. Questo innamoramento è vissuto dal professore come una radicale perdita di essenza, che egli ripone nella fanciulla, Agnese. Avendo scoperto che Agnese contiene la ragione di vita del professore, costui cerca di farle capire che Agnese dovrebbe, deve sentire l'orgoglio di persona essenziale, di persona che risolve la vita: bella, giovane, amata. La ragazza non è disposta né a ricevere né a darsi importanza, vuole essere "come le altre", fuggirà l'insostenibile consapevolezza di scopi ardui che le impongono di valere. In Mal d'Europa è il narratore a fuggire dalla città in cui la donna amata, non credendo nel suo amore, gl'impedisce di vederla. Per non soffrire il quotidiano rifiuto, la fuga, appunto. Negli Stati Uniti. Per annientarsi in un Continente. Ma proprio l'annientamento della civiltà causa la ribellione: sia salva almeno la civiltà, se non possiamo salvarci dalla morte. Il ritorno in Europa avviene con questa determinazione.
     
121)
Ricordi del triangolo d'oro
Romanzo di Alain Robbe-Grillet.
 
Dopo la disastrosa guerra contro l'Uruguay, la città è minacciata da bande di adolescenti selvaggi insediati chi tra le rovine degli alberghi di lusso chi nelle fortificazioni, da dove vanno saccheggiando i quartieri ancora intatti, tanto che si è dovuto fare repulisti con l'intervento sistematico dell'esercito. Il prefetto di polizia ha chiesto di risparmiare tra le femmine le più belle, che così finiscono nella casa di piacere dove il dottor Morgan persegue certi suoi esperimenti criminali sui fantasmi femminili. Il narratore, un poliziotto preso nella trappola delle proprie manipolazioni fraudolente, ha avviato parallelamente la descrizione della sua stessa prigione, dalla cella tutta bianca alla sala dell'interrogatorio. E via via si chiede se non sia anche lui sottoposto a prove di condizionamento e a modificazioni strutturali. In ogni caso, assassinii e supplizi a non finire denunciano le relazioni sado‑erotiche che ha, lui, con il corpo del racconto.
     
122)
Ricordi di mia madre
Romanzo di Yasushi Inou.
 
Sono tre tempi: Sotto i fiori, Raggi di luna, Sulla neve. Protagonista dei tre racconti: la madre. Come sulla scena del teatro Nō, questa donna è una figura reale, arguta e vivace, ma è anche il simbolo della maternità e della senilità. Un teatro racconto costellato di riflessioni sorprendenti per il lettore occidentale.
     
123)
Romanzi
Collana di romanzi
 
Collana di romanzi pubblicati da Spirali
     
124)
Romanzo italiano
Romanzo di Valter Vecellio.
 
Giustizia, mafia, politica, terrorismo, maxi‑processi, diritti civili, intellettuali, gli errori della sinistra, l'ottusità della destra, la verità e la menzogna... le "lettere" che costituiscono il Romanzo italiano sono una sorta di pubblico diario, impegno e sdegno di un cittadino contro un'Italia dove ancora, come ai tempi di Gaetano Salvemini, il male si faceva bene, e il bene si faceva malissimo. "Lettere" contro i compromessi e le compromissioni, i giochi delle parti, i silenzi e le omertà; contro quel patto tra violenza e stupidità che ormai dominano incontrollate e incontrollabili. Una ribellione, una resistenza serena e senza troppe illusioni contro l'indifferenza e i luoghi comuni. L'intellettuale, come scriveva Nicola Chiaromonte sul "Mondo", non rappresenta nulla, se non rappresenta l'individuo e la sua libertà, se non mantiene a qualunque costo il principio stesso dell'individualità, il diritto al dubbio e alla critica, il rifiuto delle "menzogne utili", i criteri di giustizia e di verità. In questo, la sua funzione è "eminentemente sociale, eminentemente solidale dei diritti di ognuno e dei più umili, cioè dei più silenziosi e dei più facilmente ingannati". Anche a costo di venire annoverati tra coloro che un tempo erano definiti "pazzi malinconici". All'autore di questo romanzo piace fare polemiche, ma qualche volta si frena, e è frenato; dovesse seguire il suo primo istinto ne accenderebbe un paio al giorno, per fare quell'"opinione" da contrapporre alle "opinioni". Un lusso che gli ha procurato qualche fastidio, compreso un soggiorno (breve, per fortuna) in carcere, e la rottura di qualche amicizia. L'autore manifesta qui un vero talento per la scrittura.
     
125)
Romanzo russo
Romanzo di Eduard Kuznecov.
 
La vicenda si svolge negli anni '60 in una Mosca devastata dalla miseria, dall'alcolismo e dalla corruzione. Dmitrij, studente di filosofia, è al tempo stesso protagonista del romanzo e di un romanzo nel romanzo. Un personaggio fa da specchio all'altro fino a sovrapporsi. I ricordi dell'infanzia, gli amori, il lavoro, le discussioni politiche costituiscono il filo lungo cui avviene la ricerca di qualcosa in cui prestar fede, di qualcosa che non si fondi sulla sopraffazione. Affresco denso di eventi in cui sono evocati cento anni di storia: dalla rivoluzione di ottobre alla guerra di Spagna, dalle purghe staliniane alle riabilitazioni, dai campi di concentramento e di lavoro alla "linea di partito". In questo capolavoro ritroviamo il genio della migliore narrativa russa.
     
126)
Silente cavalleria di primavera
 
Cavalieri senza epicità galoppano fra storie inconsuete, costretti a imprese sempre nuove e sempre più difficili, cavalcando a pelo o a briglia sciolta, al ritmo di cadute plateali e d'inutili magie. Mamma Fiandra, vissuta fino all'adolescenza sugli alberi, ne discende portando impressa sul corpo una singolarissima geometria di ombre simile ai disegni tentacolari che i muschi producono sulla corteccia degli alberi. L'amore per gli indiani e per i cavalli degli indiani la porta al maneggio di Eldorado. Dove arrivano anche Franzel lo zingaro, il più grande cavallaro che Eldorado avesse mai conosciuto, che un giorno, fissando un bell'esemplare d'irlandese addestrato agli ostacoli, decise di sorridere alla morte; Ginetta che passò intere giornate nella cella frigorifera della macelleria dove lavorava intagliando nei quarti di bue e nelle stecche di lardo profili di arabo Asil, nei tipi Muniqi, Koheilan e Siqlavi. Con lei Forsizia, Antinea, Kiwi… E Patatòn il Mago che, a cavallo di Kailasa, parte all'inseguimento della primavera, dopo avere invano tentato di fermarla nei prati del Friuli.
     
127)
Sisina e il Lupo
Romanzo di Stelio Mattioni.
 
Lupo è un funzionario riservato, scrupoloso, impeccabile. Fino al giorno in cui le sue collaudatissime abitudini vengono messe alla prova. E alla porta si presenta la donna richiesta all'agenzia: è Sisina, una profuga istriana che ha abbandonato il suo paese lasciando tutto "dall'altra parte". Da questo momento, Lupo è costretto, suo malgrado, a rinascere: lungo impercettibili catastrofi in quell'affresco di quotidianità che ritroviamo simile in ogni angolo, fino ai confini, del nostro paese. Questo romanzo è la narrazione – particolarissima – di un mito della famiglia che egli stesso credeva d'ignorare. Sisina e il Lupo s'incontrano in questa parabola linguistica. L'uno non appartiene all'altra, la loro lingua è differente. E Lupo, straniero in casa propria, grazie alla profuga Sisina è ciascun giorno messo in discussione a proposito di tolleranza e di accoglimento. Ma sempre nel tranquillo silenzio della sua casa...
     
128)
Sopra la nebbia
Romanzo di Pier Carpi.
 
Un paese di montagna senza nome, che potrebbe essere in qualunque montagna del mondo, sopra la nebbia. Sopra la nebbia dei nostri conformismi, della nostra involuzione sociale e civile, della nostra falsa cultura, del futuro che ci stiamo costruendo. Nel paese senza nome arriva un ometto senza nome, che viene battezzato Rigoletto. Con lui, tutto cambia, in una atmosfera un po' magica, un po' satirica. Il paese rinuncia al denaro, alla posta, alla televisione, ai giornali, alla cultura convenzionale, come proposta alternativa alla nebbia del nostro quotidiano. È una lotta che vede la statua di un santo spodestato e privato della messa in dialetto, ubriacarsi per annegarsi nel fiume. Un vecchio solitario che vive da cinquant'anni solo grazie al mistero delle lettere di una donna vista una sola volta in gioventù. La fatica di Rigoletto di liberarsi dei fardelli della cultura, per tornare all'innocenza della cultura popolare. Storie poetiche, quasi fiabesche, nella costruzione di una leggenda possibile, dove hanno posto solo vedove che vestono di bianco e un cane più glorioso di un esercito, e dove c'è spazio solo per uomini e donne veri. È questo senza dubbio il romanzo più importante e più vero di Pier Carpi, che racconta queste storie con un linguaggio semplice e nuovo, quasi musicale, in una proposta narrativa che ci avvicina alla cultura popolare, e aggredisce con violenza la cultura del potere. Dopo aver letto questo romanzo, ci si sente diversi, più nuovi.
     
129)
Storie d'amore
Raccolta di racconti (o "romanzi brevi") di Elio Giunta.
 
Tre racconti. Tre storie d'amore. Per Giorgio, tre le donne incontrate in momenti diversi della sua inquieta vita di giornalista e scrittore: Luciana, la moglie, divenuta domestica e ostile; Manola, la giovane che gli ha riportato il sogno, quando questo sembrava svanito; la terza, Anna, che rinnova un enigma antico e mai risolto. Fino all'incubo. Qualcosa, vivendo, non va per il verso immaginato. Le donne, che gli uomini dei tre racconti incontrano sui sentieri dell'impossibile, non rispondono all'idea di una comunicazione naturale, di un'intesa piena. Contribuiscono al disagio della parola, alla sua impossessione, all'anoressia intellettuale. Così, per Andrea, tentare una conciliazione ideale fra Lidia, suo antico amore veemente e drammatico, e Marcella, odierno approdo dolce e soave, comporta un inghippo: e la storia si tinge di giallo... In modo irresolubile. Dei tre protagonisti è Giulio a fare il passo più lungo della gamba. Indagando su una cupa leggenda d'amore della Palermo borbonica, si accorge che Irene, viva e gioiosa al suo fianco, è bella perché è mobile come uno specchio, vera quanto un equivoco e sicura per via di malinteso. Tanto da consentirgli di proseguire l'itinerario: "E risero entrambi, con una timida felicità..." In una scrittura sobria e lucida, Elio Giunta dispiega la sua arte di poeta della vita. E lo fa al modo della Sicilia: con il disincanto e l'illusione che mai vengono meno, con l'amore del paradosso e il piacere della sorpresa, colti con intelligenza alle svolte impreviste della strada della vita.
     
130)
Una primavera come sempre
Romanzo di Seiji Tsutsumi.
 
Può un poeta e romanziere essere anche uno dei principali imprenditori dell'intero pianeta? Può un uomo «tratto dal demone degli affari», che nella vita si trova a dirigere e a sviluppare un centinaio di imprese economico‑finanziarie, continuare a pubblicare poesie e romanzi, a scrivere alcune fra le più belle pagine emerse dal Pacifico nel ventesimo secolo, e a ricevere riconoscimenti letterari e internazionali? Forse sì, se riesce a serbare l'interesse al particolare, al dettaglio, a lasciarsi attraversare dall'inquietudine e dalla curiosità intellettuale e a rimettersi in gioco ogni giorno. Esempio eminente è questo romanzo in cui l'autore, con grande umiltà, narra la sua vita sempre in bilico tra un consiglio di amministrazione e un'immagine lirica, tra un vertice internazionale e l'esplorazione della follia d'amore. Il ritmo del suo romanzo è il ritmo stesso della sua impresa.
     
131)
Uno schiavo chiamato Cervantes

Romanzo di Fernando Arrabal.

 

"Una nuova vita di Cervantes... ne è autore uno scrittore che gode di qualche fama nel mondo degli irregolari integrati, Arrabal. Dietro la sua figura, l'eterna figura di don Chisciotte e tutta una lunga teoria di questioni e di problemi... fra i temi più fascinosi e intriganti valga per tutti quello della supremazia fra il creatore e la sua creatura.
(Carlo Bo, Il Corriere della Sera):

     
132)
Uno sguardo nell'abisso
Romanzo di Vladimir Maksimov.
 
L'ammiraglio Kolcak: a sentire quel nome, si spaventavano i bambini e gli ubriachi fuggivano. Così era passato alla storia russa Aleksandr Vasil'evic Kolcak, il leggendario. Combattente nella guerra russo-giapponese, esploratore nel mar Glaciale Artico, al comando della flotta del mar Nero sotto lo zar Nicola II, allo scoppio della rivoluzione d'Ottobre, con l'aiuto delle potenze dell'Intesa e sopra tutto della Francia, si trovò in Siberia alla testa di un esercito controrivoluzionario. Venne sconfitto nel '19, fatto prigioniero e fucilato su ordine di Lenin nel '20. Magnanimo e severo, raffinato e ingenuo, appassionato degli oceani e cartografo, era lontanissimo dall'immagine sanguinaria tramandata dalla mitologia della rivoluzione. In lui, l'impetuosità orientale si univa alla dolcezza slava. Sulla scorta di documenti inediti dell'epoca, trovati dall'autore, i protagonisti del romanzo narrano la storia di Kolcak. Anna Timireva, bellissima, aristocratica e umile, s'innamora dell'Ammiraglio, abbandona il marito e il figlio per seguirlo al fronte, gli sta al fianco con la sua forza tranquilla, la sua intelligenza degli uomini e degli eventi. Kolcak riuscirà a salvarla ma non la rivedrà mai più. Udal'cov è il fedele capo delle guardie del corpo dell'Ammiraglio e suo consigliere, incaricato delle missioni più difficili. Egorycev, soldato semplice, rischierà la morte per difenderlo. Berjeron, agente dei servizi segreti francesi, inviato in Siberia per raccogliere informazioni, si accorgerà del sabotaggio ai danni dell'Ammiraglio organizzato da Francia e Inghilterra, che da alleate decretano la sua sconfitta, consegnandolo ai bolscevichi. E, intorno, la Russia dai paesaggi ora dolci ora ostili e dai mille dialetti che hanno generato la sua grande letteratura.
     
133)
Vento di pace

Romanzo di Alessandra Tamburini.

 

Un romanzo che si fa di novelle come tavole della vita. E affreschi. Una narrazione intelligente, semplice, allegra. Un ritmo che muove dall'ironia e si volge alla qualità. Con assoluta costanza. Una scrittura di ricerca e di poesia.

     
134)
Verrà l'uccello turchino
Romanzo di Nuccia Porto.
 
Quello di Nuccia Porto è uno dei dieci libri più importanti di cui ho curato l'edizione. La vita si scrive in questo romanzo. (Armando Verdiglione)
     
135)
Viaggio alle isole
Romanzo di Jurij Naghibin. Prima edizione italiana: novembre 1988.
 
Viaggio alle isole è il più bel romanzo del grande scrittore sovietico. Un viaggio di sogno quello alle isole Solovecki? Questo romanzo tratta del sogno che accompagna un viaggio assolutamente insolito. Sono, forse, protagonisti Egošin, poeta e redattore in una casa editrice dell'odierna Mosca, e Filipp, vescovo metropolita di tutte le Russie, che si scontra, in scene memorabili, con lo zar Ivan IV il Terribile? Sono attori di un viaggio fra l'antico e l'attuale della parola, fra la bizzarria del caso e la semplicità della scrittura. In un apologo tessuto con intelligenza e umiltà. I ritratti di una Russia di questo e di quel tempo si stagliano, qui, precisi e inconfondibili. Il lettore incontra, anzitutto, la poesia della vita.
     
136)
Vicende di questi tempi. Racconti
Raccolta di racconti scritti da Fausto Tapergi e da Biancamaria Pappalardo.
 
Questi piacevolissimi racconti di Fausto Tapergi – alcuni scritti a due mani con Biancamaria Pappalardo – narrano di vite calate in una quotidianità d'improvviso squarciata da un evento inatteso, il più delle volte sotto forma di incontro, di amore. Ma la novità che irrompe in queste storie non è un facile concorso al lieto fine, piuttosto l'approdo a un rovesciamento di situazioni, a constatazioni sorprendenti, a un avvenire sempre spalancato su nuovi eventi.
     











 
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